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L'Assemblea riprende con un minuto di silenzio per i soldati caduti in Afghanistan

Riprendono i lavori dell’Assemblea con un minuto di silenzio per i nostri 4 alpini morti in Afghanistan. Piero Fassino apre i lavori con una relazione sulle missioni all’estero.
Quattro militari italiani sono morti e uno è rimasto ferito in modo grave nella zona di Farah, in Afghanistan. La notizia è stata data da fonti del Ministero della Difesa. I militari, che erano tutti alpini, alle 9:45 ora locale (le 7:15 in Italia), sarebbero stati vittime di un’imboscata al ritorno da una missione, mentre si trovavano nella valle del Gulistan, nella provincia di Farah. Ci sarebbe stato sia un attacco con colpi di arma da fuoco, sia l’esplosione di un ordigno. Il militare ferito, ha detto il generale Massimo Fogari, capo ufficio stampa del ministero della Difesa ai microfoni di Sky Tg24, è stato soccorso e trasportato con un elicottero nella base di Delaram, il luogo più vicino a quello dell’attentato. Si parla di un suo imminente trasferimento nell’ospedale da militare da campo americano di Farah. Al momento l’alpino sarebbe cosciente, anche se ha riportato tantissimi traumi.

Il Presidente della Repubblica esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari dei caduti in Afghanistan. Giorgio Napolitano, rende noto un comunicato del Quirinale “appresa con profonda commozione la notizia del gravissimo attentato in cui hanno perso la vita quattro militari italiani impegnati nella missione internazionale per la pace e la stabilita’ in Afghanistan, si rende interprete del profondo cordoglio del Paese”.

Il PD dice no a una partenza precipitosa dall’Afghanistan. A chiarire la necessità di non abbandonare frettolosamente la missione, anche dopo la tragedia dei quattro alpini caduti a Farah, e’ stato Piero Fassino.
Pier Luigi Bersani ha espresso il suo “cordoglio” per i quattro militari morti in Afghanistan e ha sollecitato una riflessione fra gli alleati sulla strategia dell’impegno militare comune. “E’ ora che l’Italia chieda una vera puntualizzazione della strategia”, ha spiegato il segretario del Pd arrivando all’assemblea nazionale a Busto Arsizio. “Bisogna vedere quali sono le prospettive reali in una situazione del genere”, ha spiegato, “una situazione sul campo molto difficile, e dalle prospettive incerte”. Bersani ha sottolineato la necessita’ che gli alleati lavorino insieme “essendo chiaro che non si puo’ agire fuori dal contesto delle alleanze, bisogna riflettere assieme su cosa voglia dire questa famosa nuova fase”. Bersani ha poi espresso a nome suo e del partito “il cordoglio per le vittime e la solidarieta’ alle famiglie dei caduti”.

“Quando si viene via? Quando si sa cosa si lascia”, ha chiarito nel suo intervento di apertura della seconda giornata dell’assemblea nazionale del partito democratico. Fassino ha ricordato il precedente della fuga dei sovietici, che lasciarono campo libero ai talebani con le tragiche conseguenze che ancora oggi si sentono. “Non possiamo permetterci di lasciare l’Afghanistan per salvare la nostra coscienza sapendo quello che e’ gia’ successo”, ha aggiunto.
“La soluzione non puo’ che essere politica”, ha spiegato, “e’ essenziale accelerare la transizione politica” coinvolgendo tutte le forze, anche gli insorti disposti a trattare, “in un processo di riconciliazione nazionale”.
In questo senso, “chiediamo al governo italiano un impegno su questo fronte perche’ avvertiamo la preoccupazione di un governo sempre piu’ afasico in politica estera, parla con Putin ma e’ inesistente sui principali dossier”, ha sottolineato.”La presenza militare in Afghanistan non risolve tutti i problemi ma certo e’ ancora necessaria”. Cosi’ Piero Fassino, responsabile esteri del Pd, conferma l’appoggio del Partito democratico alla missione militare italiana in Afghanistan aprendo i lavori del secondo giorno dell’Assemblea Nazionale dopo il minuti di silenzio per i 4 alpini caduti in Afghanistan: “Dobbiamo stare li’ finché il paese non diventa stabile, fino a che non sappiamo che cosa lasciamo. L’Afghanistan era il regno dell’oscurantismo quando siamo arrivati e dava rifugio ad Al Qaeda”.

“La pace non basta evocarla ma bisogna prendersi la responsabilità politica, e qualche volta anche militare, di intervenire. La forza e’ l’extrema ratio ma quando la pace e’ in pericolo bisogna intervenire per garantire stabilità e sicurezza. Tutti i nostri militari sono stati uccisi, anche oggi, mentre erano impegnati in azioni di pace, la differenza tra un esercito impegnato per la pace e uno che fa la guerra e’ che il primo, come fa il nostro, non spara per primo, ma spara soltanto per difendere se stesso e la popolazione civile. “.
L’Italia dovrebbe dedicare un “luogo per onorare i nostri militari caduti per la pace. Siamo lì per usare la forza non per aggredire ma per fermare un’aggressione”, precisa l’ex segretario Ds. “Tutti i soldati italiani morti in Afghanistan non sono morti in azioni di aggressione… c’è una differenza tra un esercito che fa la guerra e un esercito che porta la pace. Una differenza non da poco che dobbiamo avere ben presente”.
Fassino, quindi, ribadisce che il solo uso delle armi non è sufficiente e che in Afghanistan serve una “soluzione politica”, ma aggiunge: “Si viene via quando si sa cosa si lascia. La soluzione non può che essere politica e la presenza militare non può che essere funzionale alla soluzione politica”.

La presidente del gruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, ha espresso, “a nome dei senatori cordoglio ai familiari dei quattro soldati morti e vicinanza al militare ferito in un agguato a Farah”. Per Finocchiaro “un altro lutto e un altro grande dolore che ci rattrista molto. Chiediamo al Governo di impegnarsi in maniera piu’ forte perche’ la nostra presenza in Afghanistan per garantire la pace acceleri sempre di piu’ quel processo di stabilizzazione politica cosi’ necessario in quella regione”.

Il generale Mauro Del Vecchio, senatore del Pd ed ex comandante della missione Isaf in Afghanistan, esprime ”grande cordoglio per la morte dei quattro soldati italiani e il ferimento di un loro commilitone a seguito del vile attentato”.
”’Il tragico evento – sottolinea Del Vecchio – colpisce duramente il nostro Paese e tutti coloro che credono nella possibilita’ di realizzare un vero processo democratico in quella martoriata nazione. Mi stringo con commozione alle famiglie delle vittime dell’attentato ed esprimo solidarieta’ alle nostre Forze armate che svolgono in Afghanistan una funzione difficilissima e indispensabile per realizzare condizioni di civile convivenza”.

“L’incremento degli attentati e purtroppo delle vittime italiane in Afghanistan nell’ultimo anno dimostra che la situazione in quell’area dopo nove anni dall’inizio della missione fa registrare un aumento dei rischi e un allontanamento dalle soluzioni di pacificazione”. Lo dichiara Rosa Villecco Calipari, vice presidente dei deputati Pd.

“Urge pertanto un’accelerazione delle soluzioni politiche e in questo senso -aggiunge- e’ necessario adoperarsi perche’ il dialogo intrapreso in questi giorni da Karzai con i talebani ‘moderati’ crei le condizioni perche’ il governo afgano possa riprendere il controllo del proprio Paese. Serve quindi che il governo italiano, nel contesto della coalizione internazionale, spinga in questa direzione puntando anche a completare l’ addestramento delle forze militari e di polizia afgane”.

“Alle famiglie dei nostri quattro valorosi militari che hanno dato la vita per garantire la pace in Afghanistan e la sicurezza del nostro Paese -prosegue- va il mio accorato sentimento di condivisione del loro dolore e la speranza che il militare ferito possa tornare presto a riabbracciare i propri cari. Perche’ il gesto dei caduti non sia vano, occorre quindi interrogarsi sulla validita’ delle strategia sin qui messa in campo e, se necessario, -conclude- ripensare gli obiettivi e i tempi del nostro impegno in quell’area”.

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Afghanistan,Bersani:Riflettiamo con gli alleati sulla strategia

Pier Luigi Bersani ha espresso il suo “cordoglio” per i quattro militari morti in Afghanistan e ha sollecitato una riflessione fra gli alleati sulla strategia dell’impegno militare comune. “E’ ora che l’Italia chieda una vera puntualizzazione della strategia”, ha spiegato il segretario del Pd arrivando all’assemblea nazionale a Busto Arsizio. “Bisogna vedere quali sono le prospettive reali in una situazione del genere”, ha spiegato, “una situazione sul campo molto difficile, e dalle prospettive incerte”. Bersani ha sottolineato la necessita’ che gli alleati lavorino insieme “essendo chiaro che non si puo’ agire fuori dal contesto delle alleanze, bisogna riflettere assieme su cosa voglia dire questa famosa nuova fase”. Bersani ha poi espresso a nome suo e del partito “il cordoglio per le vittime e la solidarieta’ alle famiglie dei caduti”.

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