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«Le deroghe al CCNL: nella scuola ci sono, ma non si vedono», di Pippo Frisone

L’ultimo tavolo le parti sociali lo stanno aprendo sulle deroghe e flessibilità ai contratti nazionali di categoria.
Si parte dal settore auto, dal contratto dei metalmeccanici, Pomigliano docet.
Per ottenere tutto ciò la Confindustria, il governo ma anche Cisl e Uil pensano che sia giunto il momento di abbandonare la rigidità dei contratti nazionali, introducendo una serie di deroghe. Obiettivo finale è puntare sulla contrattazione di secondo livello per migliorare la produttività.
Questa volta è il privato che tira la volata anche al pubblico.
Nella scuola la contrattazione di secondo livello non è come nelle fabbriche e non è nemmeno legata alla produttività.
I finanziamenti arrivano dal Miur in base ad alcuni parametri decisi a livello nazionale (numero di personale, numero di plessi ecc…).
Spetta poi alla contrattazione d’istituto impegnare le somme, definire i compensi, liquidare le attività svolte. Ancora non c’è riconoscimento del merito nè i premi né i livelli introdotti da Brunetta.

Il contratto integrativo d’istituto anche quest’anno, si sviluppa all’interno delle coordinate stabilite dal Contratto Nazionale (2006/09).
Il blocco dei contratti nel pubblico impiego e quindi anche nella scuola fino a tutto il 2012 ha reso ancor più complicate tutte le novità introdotte col dlgs 150/09.
Nel P.I., contrariamente al settore privato, vige il principio che i Contratti a qualsiasi livello non possono più derogare dalle norme di legge.
Ma ancor prima delle recenti novità, le scuole per poter funzionare hanno dovuto sempre più spesso derogare non tanto dalla legge quanto dallo stesso Contratto Nazionale.
Ciò è avvenuto sempre più spesso a causa dei tagli agli organici da un lato e dall’altro della scarsità dei finanziamenti per il funzionamento in generale.
Alcuni esempi di deroghe giocoforza introdotte nelle scuole:
-Il CCNL vieta lo spezzettamento dell’orario ordinario del personale ATA che, salvo quello in turnazione, è antimeridiano e continuativo. Avviene, invece, che per coprire la vigilanza e la pulizia nelle scuole con più sedi o a tempo lungo, in maniera più o meno esplicita, si deroga dal CCNL ,spezzando l’orario.
-Il CCNL riconosce solo a due collaboratori del Dirigente i compensi del FIS, invece, nelle scuole più complesse e con più sedi, si deroga, pagando più di due collaboratori o dividendo il compenso complessivo o mascherandolo con altre funzioni.
-Il CCNL non prevede permessi per visite specialistiche, ambulatoriali superiori alla metà dell’orario contrattuale (due ore per i docenti), orbene in quasi tutti i contratti d’istituto si deroga consentendoli senza recupero.
-Il CCNL riconosce al personale ATA, a determinate condizioni , pur se con qualche residua ambiguità, la riduzione dell’orario a 35 h. Qui le deroghe vanno dall’estensione a tutti a prescindere dalle condizioni soggettive e oggettive, al personale in part-time, al personale con turno fisso .
-Il CCNL prevede che le ore a completamento dei docenti, se utilizzate dal Collegio in determinate attività restino così vincolate per tutto l’anno.
Invece, a causa della carenza di fondi per le supplenze, i Dirigenti utilizzano queste ore sospendendo le attività deliberate e in alcuni casi anche l’attività di sostegno ai disabili.
Tutti questi esempi sono la spia dei limiti che in alcuni casi s’incontrano con gli stessi Contratti
Nazionali.
Siamo sempre più convinti che anche nel P.I. e nella scuola in particolare la declinazione delle materie contrattuali vada profondamente rivista, lasciando al livello nazionale la tutela del potere d’acquisto di salari e stipendi e dei diritti inalienabili sanciti dalla Costituzione.
Il resto, cioè le parti più dinamiche del contratto, dal miglioramento dell’offerta formativa, all’organizzazione del lavoro, alla carriera e al merito, va ripartito tra competenze e responsabilità esclusive della dirigenza scolastica e una competenza della contrattazione di secondo livello che va individuata senza intermediazioni nelle istituzioni scolastiche.
Per fare ciò occorre rafforzare le rappresentanze unitarie dei lavoratori (RSU) e procedere senza tentennamenti o altri rinvii di comodo, alla loro elezione entro e non oltre il 30 novembre del 2010.
Non farle, per la seconda volta di fila, metterebbe a rischio non solo la credibilità del governo ma la tenuta stessa della democrazia e della rappresentanza sindacale in tutto il P.I.

da ScuolaOggi