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"Una società per azioni per gestire la scuola. Pd: «Ora basta cricche»", di Jolanda Bufalini

Il no di comuni e province all’ipotesi della Spa per la gestione di edifici e diritto allo studio. «Noi paghiamo l’affitto e ai privati vanno gli utili». Franceschini: «È il contrario del federalismo».

In tempi di ansia da privatizzazione si potrebbe iniziare dal brand: Belpaese Spa, oppure: Repubblica italiana Spa. All’inizio fu la cartolarizzazione dei patrimoni di enti pubblici, beni demaniali e Asl, che produssero scarse liquidità, molti scandali e discutibili valorizzazioni, ovvero aumenti di cubature con scarse contropartite per gli interessi pubblici, nelle città italiane.
Poi il tentativo, per ora non portato a buon fine, della “Protezione civile spa”: per anni modello complesso e riuscito di democrazia e cultura, pratiche condivise fra amministratori, volontari e scienziati, ridotta ad un brand da esportazione nella disponibilità del premier, con poteri straordinari su emergenze vere e su operazioni immobiliari chehanno stimolato gli appetiti delle cricche.
Ora è il momento di lanciare la scuola pubblica Spa, progetto allo studio del governo di cui ha dato notizia il Sole 24 ore di domenica.
La Spa, secondo le anticipazioni del giornale di Confindustria, acquisirebbe la proprietà degli istituti scolastici, il rendimento per la società per azioni sarebbe garantito dal canone d’affitto pagato da comuni e province, in cambio la Spa si occuperebbe di manutenzione e messa in sicurezza.
La Spa gestirebbe anche altri servizi aggiuntivi come il sostegno agli studenti e la formazione del personale docente. Piovono le proteste e le richieste di smentite, in primo luogo da parte di quelli che sono, fino a prova contraria, i legittimi proprietari.
Nara Rebecchi, ex sindaco di Medicina in Emilia Romagna e, ora, consigliere provinciale: «Abbiamo fatto tanti sacrifici per dotare il paese di tante scuole, sarebbe davvero una beffa se ora dovessimo pagare l’affitto».OAntonio Saitta, presidente della Provincia di Torino e vicepresidente dell’Unione delle province: ««Una ipotesi inaccettabile per gli Enti locali e per le Province in particolare, che gestiscono 5179 edifici composti da 120.000 classi che accolgono circa 2.700.000 alunni».

SPECULAZIONE
E sfugge in cosa consista il federalismo all’italiana, se il governo con una mano devolve e con l’altra accentra.
Il capogruppo Pd alla Camera Dario Franceschini definisce l’idea talmente «assurda e inqualificabile da dubitare che sia vera». Franceschini cita il tentativo di creare la Protezione civile Spa «per sottrarla da tutte le regole e garanzie» e Borghesi dell’Idv si chiede se il governo voglia «dare spazio a nuove cricche». È una scelta, dice Franceschini, «grave e opposta alla concezione federalista mentre per risolvere il problema dello stato fatiscente di molti edifici scolastici bisogna escludere dal patto di stabilità i comuni e le province delle spese per gli investimenti sull’edilizia scolastica ».
Ipotesi pericolosa, la definiscono gli ecodem Roberto Della Seta e Francesco Ferrante: «Dopo l’acqua il governo intende privatizzare anche la scuola. Se lo scopo dei privati sono gli utili, le spese di gestione delle scuole aumenteranno». «Ipotesi come la Scuola spa sono speculazioni che scatenano comprensibilmente grandi appetiti sui 42mila plessi scolastici italiani», aggiungono i due senatori.
E Stefano Fassina, responsabile economico del Pd: «Trucco contabile del furbetto di via XX settembre per scaricare una parte della spesa pubblica sugli enti locali, ai quali nel frattempo si tagliano le risorse, senza che il federalismo trasferisca una parte adeguata dell’autonomia fiscale centrale».

da www.unita.it

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Scuola Spa, le Province dicono no

Ieri il quotidiano Il Sole 24 Ore ha diffuso la notizia, secondo la quale il Governo starebbe studiando una “Scuole spa”, ossia una società per azioni cui conferire la proprietà degli edifici scolastici e la competenza per la loro manutenzione e messa in sicurezza, oggi in carico agli enti locali.

L’ipotesi allo studio prenderebbe in considerazione anche la partecipazione al progetto degli enti previdenziali che potrebbero entrare nel capitale della società per azioni. Il rendimento sarebbe garantito dall’incasso di canoni di locazione pagati dagli enti locali, oggi proprietari degli immobili interessati al progetto. La formula, vicina a un project financing freddo, potrebbe essere aperta ad altri soggetti pubblici e privati.

“Al ministero della Pubblica istruzione – spiegava l’articolo del quotidiano di Confindustria – fanno notare che il consenso degli enti locali è uno degli aspetti delicati dell’operazione”.

E la prima risposta degli enti locali è molto negativa. Questo infatti è il primo commento del vice presidente vicario dell’Upi, Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino: “L’ipotesi di creare una Scuola Spa per la gestione degli edifici scolatici è del tutto improponibile. Ci auguriamo che il Governo voglia quanto prima smentire le notizie diffuse in tal senso dalla stampa, dimostrando nei fatti la volontà di costruire un sistema istituzionale federale, abbandonando ogni proposta che riporta indietro il Paese ad un centralismo che ritenevamo ormai superato”.

“Una ipotesi inaccettabile per gli Enti locali e per le Province in particolare, che gestiscono 3226 istituti scolastici di scuola secondaria (licei, istituti tecnici e professionali) ripartiti in 5179 edifici scolastici composti da 120.000 classi che accolgono complessivamente circa 2.700.000 alunni. Invece di attardarsi in inutili dibattiti su interventi estemporanei – sottolinea il presidente Saitta – il Governo lavori con le Province e con i Comuni alla definizione di un Piano nazionale straordinario per la scuola, e sblocchi i fondi destinati alla manutenzione e alla messa in sicurezza degli edifici. E’ in queste scelte che si misura la volontà di costruire un sistema istituzionale federalista che fondi sui territori e sulle istituzioni locali l’amministrazione del Paese”.

La smentita del governo però ancora non è arrivata, anche se il Corriere della Sera, in un articolo di oggi, circoscrive la portata del possibile provvedimento: “…si sarebbe deciso di limitare l’attività della Spa alla costruzione degli edifici nuovi”.

da Tuttoscuola