economia, lavoro

"Ocse, 13 milioni di disoccupati in più", di Roberto Petrini

L´esercito dei senza-lavoro nei 33 maggiori paesi industrializzati resta enorme in cifre assolute: nell´agosto di quest´anno è stato pari a 45,5 milioni. I dati diffusi ieri dall´Ocse indicano anche quanto è costata la Grande Recessione in termini di disoccupazione: dal luglio del 2008 ci sono 13,4 milioni di disoccupati in più. C´è comunque lo spazio per un piccolo spiraglio di ottimismo tanto che l´Ocse arriva a parlare di situazione «stabile»: il tasso di disoccupazione ad agosto, nell´area Ocse, è sceso all´8,5 (rispetto all´8,6 di luglio). Piccole variazioni, ma se si va a guardare il dato di aprile 2010, quando la disoccupazione era all´8,7 per cento, si scopre che è stato recuperato circa 1 milione di posti di lavoro.
Molto grave la situazione i paesi come la Spagna, che in agosto ha fatto registrare un picco di disoccupazione pari al 20,5 per cento, come il Portogallo con il 10,7 per cento e l´Irlanda con il 13,9 per cento. Va bene l´Olanda dove la disoccupazione è al 4,5 per cento.
E l´Italia? In agosto il nostro tasso di disoccupazione è sceso all´8,2 per cento, dunque in calo di 0,2 punti percentuali rispetto a luglio quando era dell´8,4 per cento. Se si guarda invece a dodici mesi prima, cioè all´agosto del 2009 (quando il tasso era al 7,9 per cento), emerge che rispetto all´agosto di quest´anno c´è stato un incremento di 0,3 punti. Dunque scende il congiunturale e sale il tendenziale. Inoltre l´Ocse fornisce anche i dati trimestre su trimestre: ebbene nel secondo trimestre del 2010 la disoccupazione è stata in media dell´8,5 per cento contro l´8,4 del trimestre precedente con un incremento pari a 0,1. Infine il raffronto con la media europea: andiamo meglio perché nell´Unione il tasso di disoccupazione è del 9,6 per cento. Non si possono trascurare i maggiori partner: la Germania fa meglio (6,8 per cento), la Francia peggio (10,1 per cento).
I dati sulla disoccupazione nei maggiori paesi industrializzati seguono quelli di lunedì sulla battuta d´arresto del superindice sempre dell´Ocse nei mesi di luglio e agosto di quest´anno mentre l´Fmi, nei giorni scorsi, ha parlato di ripresa «fragile e disomogenea». In particolare per l´Italia si ricorda la previsione dell´Ocse del 9 settembre scorso che indicava nel terzo trimestre un ritorno al segno meno del Pil dell´entità dello 0,3 mentre nei giorni scorsi il governatore della Banca d´Italia Mario Draghi ha parlato di un terzo trimestre «che è andato meno bene».
Qualche indicazione su quanto sta accadendo in queste settimane proviene dall´Isae: secondo l´istituto nel terzo trimestre dell´anno l´indice del clima economico sta migliorando (da 98,6 a 101). La ripresa di fiducia tuttavia non è diffusa in modo omogeneo sul territorio nazionale: se cresce nel Nord Est, passando da 99,5 a 102,5, e al Centro, da 95,2 a 97,1, scende invece nel Mezzogiorno passando da 91,1 a 88,7 e nel Nord Ovest che denuncia una decisa battuta d´arresto, da 102,5 a 100,7.

La Repubblica 13.10.10