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"Voglia di urne e di talk show", di Stefano Balassone

È da un paio di settimane che in questa sede stiamo esprimendo l’idea che il comportamento dell’audience, come già avvenne alla fine degli anni ’80, stia uscendo dai binari consueti e che, oggi come in quella fase, le scelte degli individui-spettatori dipendono da bisogni degli individui-cittadini.
Vediamo ad esempio che, nonostante il crescente – così dicono tutti – disgusto per la politica i programmi televisivi “politici” vanno particolarmente alla grande. Nell’ultima settimana Santoro ha sfiorato i sei milioni e Floris i quattro, mentre La7 conferma il boom del tg e la crescita delle altre trasmissioni informative. Potrebbe trattarsi di fatti fortuiti, se non fosse che contemporaneamente sono entrate in sofferenza le reti ammiraglie, in particolare il Tg1 e la tripletta quizzone&Tg5&Striscia. In altri termini c’è un aumento dell’ascolto “motivato”, figlio di situazioni di inquietudine, a scapito di quello abitudinario che domina le fasi storiche di tran tran. Sarà perché, dopo la sorpresa del TgLa7, questa idea ha cominciato a frullarci nella testa che ci sembra di trovarne conferma perfino nelle chiacchiere origliate in metropolitana, dove corrono formule di vera preoccupazione come «ho smesso di cercare di capirli» o «rischiamo la fine della Grecia».
Potevamo ancora dubitare delle nostre supposizioni, finché domenica scorsa, sul Corriere della Sera, Renato Mannheimer ci ha tolto ogni dubbio.
L’ultimo sondaggio racconta infatti che l’approvazione per l’operato del governo è scesa al 30% e che, quel che più conta, anche gli indecisi sul se e per chi votare, dichiarano che comunque questo governo opera male. Siamo al di là della usuale ripartizione fra due quote di fan che si contrappongono passando sulla testa della vasta area intermedia di persone variamente perplesse o indifferenti. Stavolta c’è il 70% del paese che è contrario a un governo sorretto dal restante 30%. Insomma, Auditel e Mannheimer raccontano in modo convergente che la “gente” è sì disincantata (gli indecisi del voto sono tantissimi) ma non per questo non giudica o è indifferente. Aggiungiamo che è la struttura stessa della Seconda repubblica che rende radicali le preoccupazioni e complessi gli sbocchi.
Nella cosiddetta Prima repubblica, quando la faglia sismica del consenso emanava brontolii, la Dc dava sfogo e risposte alle irrequietezze dell’elettorato avvicendando il premier di turno. La Dc poteva farlo perché era impersonale – una balena, non una persona. Ma il berlusconismo, pur simile alla Dc per insediamento sociale, ne è l’opposto come soggetto politico e non contempla la possibilità di passaggi di mano al suo interno. E così fa sentire in un cul di sacco i molti elettori che a Berlusconi hanno dato un voto utilitaristico e non carismatico (non, per intenderci, il pubblico di Rete4). Per non dire di quel quarto di leghisti che boccia anch’esso il governo (la fonte è sempre Mannheimer).
È per uscire da questo cul di sacco, pensiamo, che tanta gente più del solito sta tenendo gli occhi sopra la politica e i programmi televisivi che la imbandiscono. Il che ci induce a concludere che non si tratta di gente disposta a tornare all’ovile dopo una stagione di follia antipartitica. Sono persone, pensiamo, che stanno constatando i limiti dell’idea berlusconiana (nulla cambiare e tutto lasciar fare), ma che non appoggeranno soluzioni volte all’indietro né linguaggi che sanno di stantio. Non solo sulle materie più strettamente politiche.
Tanto per fare un esempio recente, difficilmente si fideranno di chi alla prima occasione cavalca le geremiadi contro la “cattiva maestra tv” (vedi il caso Chi l’ha visto? ad Avetrana). Roba da giornalisti-politici che giocano ai papà e non da gente che deve informare e governare un paese nell’era della globalizzazione. È proprio vero: conviene affidarsi a un “nuovo pensiero”, come hanno detto a piene mani il Bersani e il Letta di Varese. Di certo, in ogni talk-show l’occhiuto pubblico generato dal momento attuale controllerà se il Pd ci crede.

da Europa Quotidiano 13.10.10