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«Per i terremotati in hotel la «villeggiatura» è finita», di Jolanda Bufalini

Da oggi gli hotel dell’aquilano che ospitano gli sfollati non forniranno più pasti, non cambieranno la biancheria e non puliranno più le stanze. Chiodi rassicura sui pagamenti, ma le promesse non bastano.

«Siamo tutti aquilani e tutti terremotati», dice Mara Quaianni, «e ci dispiace molto, loro non hanno colpa», aggiunge riferendosi ai concittadini che vivono negli hotelda sfollati.
«Purtroppo non abbiamo altro modo per far valere le nostre ragioni». Da oggi gli albergatori de L’Aquila non forniranno la pulizia, il cambio della biancheria, e non serviranno i pasti. «Nonostante le rassicurazione del commissario Chiodi, ad oggi non risultano pervenute le nostre spettanze, ovviamente, non appena riceveremo quanto dovuto, riattiveremo i servizi che abbiamo garantito, con grandi sacrifici sin dall’inizio del post-sisma», dice ancora la signora Quaianni, che è vice presidente di Federalberghi e che si vede costretta a snocciolare l’elenco delle inadempienze della Sge, la struttura per la gestione dell’emergenza: «A settembre abbiamo avuto un acconto sul mese di gennaio e un saldo del 25% su settembre».
Niente soldi per gli albergatori, niente per i puntellamenti, niente per le autonome sistemazioni, ovvero per chi dovrebbero ricevere un contributo per pagare l’affitto. Il sindaco Cialente chiede «assoluta solerzia alla Sge» anche se sa che «lì qualcosa non funziona», lo stesso comune ha anticipato 28 milioni e, senon rientreranno, «non saprò come pagare gli stipendi». Dovrebbero arrivare almeno 60 milioni, che non basteranno a pagare tutti i debiti e che, tuttavia,nonarrivano. Interpellato al telefono, il nuovo vicecommissario Antonio Cicchetti si trincera dietro a un «Non so, non ci sono ancora, d’altra parte nell’ordinanza non c’è scritto che mi devo occupare di questo». Effettivamente l’ordinanza non definisce le deleghe del sub commissario, però, alla caserma della Guardia di finanza, l’ufficio del dottor Cicchetti c’è, anzi, non appena il sindaco ha rimesso il suomandato, raccontano, è stato sollecitato a liberare le scrivanie al più presto.
Risponde, invece, agli albergatori aquilani il commissario Chiodi, annunciando che parte degli 80,5 milioni disponibili per le spese per l’emergenza- Abruzzo sarà utilizzata anche per gli hotel e facendo sapere che sonostati firmati pagamenti per 2,6 milioni di euro, a copertura delle spettanze fino al mese di febbraio: «Siete disumani, avete avuto più dei vostri colleghi delle altre province eppure siete i meno solidali». «La solidarietà c’è», dice invece l’albergatrice Mara Quaianni ma «sono due mesi che ripetiamo a tutti che non riusciamo ad andare avanti». E non è questione di buona volontà, si tratta di pagare stipendi e forniture in una realtà dove l’economia è ferma. Gianni Chiodi la butta sul ritornello, mediaticamente collaudato, dell’ingratitudine degli aquilani, che èuna cosa che fa impazzire nella città dove la ricostruzione nonè iniziata e la popolazione assistita raggiunge le 55mila unità.
Di ieri è la polemica su un “trucco contabile” che ha consentito al commissario Chiodi di parlare, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, di soli 3000 sfollati. È insorta l’assessore Stefania Pezzopane: «Non è con l’illusionismo che si risolvono i problemi, sono 55.326 le persone che vivono in una condizione di grande disagio. 48 mila nella sola Aquila». Oltre ai 3 mila negli alberghi ci sono gli assegnatari del progetto

CASE
Non è soltanto, l’aspirazione a veder riparate le proprie abitazioni. C’è anche, per esempio, l’obbligo, se ti allontani peruna settimana, di comunicarlo alle autorità. A rischio, se non lo fai, di trovare i sigilli sulla porta. Come è avvenuto mercoledì ad una badante, assente dalla sua casa a fitto concordato tutti i giorni tranne il sabato e la domenica. Come stava per succedere ad un anziano sordo che non apriva la porta ed è stato considerato assente.
In questo caso la mobilitazione dei vicini è riuscita a fermare l’espulsione.Nonsi sentono a casa loro nemmeno coloro che hanno trovato un alloggio con l’affitto assistito, che sono spesso, dice Stefania Pezzopane, «alloggi al limite della vivibilità».
Il commissario Chiodi replica che nonc’è nessuna intenzione di dividere i terremotati in «serieA e serie B, il conteggio diverso serve ad ottimizzare i calcoli, visto che la situazione più urgente è quella di chi vive in albergo ». Ma intanto di magie dei numeri ce ne sono tante, la settimana scorsa, nel question time al Senato, Guido Bertolaso ha sostenuto che ci sono 14 miliardi per L’Aquila.
Qui nessuno li ha visti.

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Intervista a Massimo Cialente: «I soldi per l’emergenza erano già finiti l’anno scorso», di Maria Grazia Gerina

«Quando arriveranno i soldi?»,
domanda concitato il sindaco de l’Aquila Massimo Cialente. Dall’altro capo del telefono, Gaetano Fontana, che da settembre 2009 guida la cabina di regia per la ricostruzione. Il punto è sempre quello. Ossia: i soldi per l’emergenza, finiti da un pezzo, mentre l’emergenza continua, migliaia di aquilani vivono ancora negli alberghi. Da oggi si ritroveranno senza cambio della biancheria e senza pasti…
«È allucinante, già vivere in albergo non è una vacanza, come dice il premier, ci sono dati medici riscontrati, un netto aumento del diabete: adesso tolgono anche biancheria, tovaglioli da bagno e pasti? Chiodi deve chiamare gli albergatori e garantire che entro pochi giorni sarà in grado di pagarli. Anche loro stanno con la corda al collo».
Da quando non vengono pagati?
«Finora hanno ricevuto solo piccole cifre, per il resto sono andati avanti grazie alle banche».
Quando arriveranno i soldi?
«È la questione che ho posto prima di dimettermi da vicecommissario per la ricostruzione. La situazione è questa: i soldi per l’emergenza sono finiti dall’anno scorso. Da allora siamo andati avanti a pezzi e bocconi. Non avendo soldi per la ricostruzione abbiamo speso quelli dell’emergenza anche per puntellare, demolire e rimuovere le macerie. Ora quei soldi devono essere restituiti all’emergenza. Il decreto del 6 ottobre sulla carta ci ha trasferito circa 80 milioni ma qualcosa si è inceppato a livello burocratico e attendiamo l’autorizzazione della Banca d’Italia».
Ma una volta erogati basteranno?
«Dipende da come Chiodi deciderà di distribuirli. Io, come sindaco, devodare a circa 22mila persone i contributi per la sistemazione autonoma, che non sono erogati da maggio. Sono circa 30 milioni. A cui si aggiungono 28 milioni che ho anticipato per i tre mesi precedenti».
E i soldi per la ricostruzione?
«Ci sono 704mila euro e, grazie ai meccanismi di controllo che abbiamo attivato, le spese di ricostruzione de l’Aquila sono molto più basse delle altre zone terremotate,ma abbiamo perso 9 mesi per far partire anche solo i cantieri facili, quelli per rendere di nuovo agibili le abitazioni laddove le strutture hanno tenuto: se tutto va bene, dovremo aspettare la prossima primavera».

da www.unita.it