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Se un ministro denuncia un deputato…e un presidente di regione non ha i voti.

Perle leghiste: il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, vuole denunciare la capogruppo Pd in Commissione Antimafia, Laura Garavini, per le sue dichiarazioni sulle liste presentate alle amministrative. Intanto Mercedes Bresso risulta in vantaggio, nel riconteggio delle schede, su Roberto Cota, attuale governatore del Piemonte

Ciò che può accadere in Italia, da quando il berlusconismo a trazione leghista dilaga, ormai supera l’immaginazione. Non si finisce mai di stupirsi, e si accumulano primati rispetto agli altri Paesi europei, roba da guinness . Roberto Maroni, ministro dell’Interno ha espresso l’intenzione di inoltrare denuncia nei confronti della Capogruppo Pd nella Commissione Antimafia, Laura Garavini. E’ la prima volta che un ministro della Repubblica denuncia un deputato dell’opposizione, in ordine ad affermazioni fatte nell’esercizio del proprio mandato. L’oggetto della denuncia: le dichiarazioni della parlamentare ‘sulla trasparenza delle liste elettorali e sull’infiltrazione della ‘ndrangheta in Lombardia’.

Su questo tema è stata indetta immediatamente dal Pd una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, a cui hanno partecipato: Emanuele Fiano e Andrea Orlando, Responsabili Sicurezza e Giustizia del Partito Democratico e Marco Meloni, esponente della Segreteria del Pd.

Ed Enrico Letta, vicesegretario del Pd, a nome del Partito, ha espresso solidarietà alla democratica Garavini, sottolineando che ’il ministro degli Interni dispone di tutti gli strumenti utili per poter rispondere in maniera adeguata sul piano politico’, quindi questo atteggiamento è inaccettabile.

C’è da sottolineare che tutto è nato da una dichiarazione della capogruppo del Pd in commissione Antimafia, rilasciata, commentando le affermazioni del Presidente della Commissione Antimafia, Beppe Pisanu il quale ha detto che ‘le liste amministrative sono piene di gente indegna’.

Di conseguenza, Laura Garavini, parlamentare del Pd, eletta nella circoscrizione estero, ha semplicemente ribadito quanto espresso dallo stesso Pisanu, evidenziando la scarsa collaborazione da parte del ministero dell’Interno e dei suoi organi diretti quali le Prefetture, sulle collusioni emerse nelle liste per le scorse elezioni amministrative. “Quanto ha detto il Presidente Pisanu è lo specchio fedele di una situazione gravissima di cui ancora oggi, a sei mesi dalle elezioni, non abbiamo un quadro preciso anche per la scarsa collaborazione di organi delicati come le Prefetture”.

Queste le dichiarazioni ‘incriminate’, espresse dalla parlamentare. “Il Ministero dell’Interno Maroni – ha spiegato la Garavini – fino ad oggi si è semplicemente disinteressato del problema, opponendo un muro di gomma alla maggior parte delle richieste di informazione avanzate dalla Commissione. Al punto che, ad esempio, una Prefettura importante e delicata come quella di Milano non ha dato alcun seguito alle specifiche richieste della Commissione. D’altra parte lo stesso Ministro dell’Interno nulla ha fatto per accertare se, nei comuni e nelle ASL della Lombardia di cui si parla ampiamente nelle operazioni contro la ‘ndrangheta portate a termine nel mese di luglio, ci fossero situazioni di reale condizionamento mafioso. Ha preferito fare finta di nulla per non dover constatare che le mafie si sono ben insediate in quel territorio ed hanno ottimi rapporti con esponenti politici della sua maggioranza”.

Registriamo che subito dopo l’annuncio del ministro, Laura Garavini ha dichiarato esterrefatta: “Questa è una strana concezione di lotta al crimine organizzato. Invece di rispondere inviando le Commissioni di accesso nelle Asl e nei Comuni della Lombardia pesantemente coinvolti nelle inchieste sulla ‘ndrangheta, il ministro Maroni preferisce denunciare gli esponenti dell’opposizione”.

Ha dichiarato Andrea Orlando, introducendo la conferenza stampa: “Noi ci aspettiamo una risposta politica da Maroni e non una querela. Non vorremmo che fosse un escamotage per non rispondere, per buttare la palla in tribuna e parlare d’altro”.

“Forse il ministro e’ nervoso –ha ipotizzato il Responsabile sicurezza del Pd – perché dopo che da anni la Lega ha fatto della sicurezza il suo vessillo, le inchieste ci dicono che c’e’ un’infiltrazione sistematica della mafia nelle amministrazioni del Nord. E noi vorremmo che Maroni ci rispondesse su questo, vorremmo capire se sia il caso di avviare procedure di scioglimento, vorremmo insomma affrontare il tema in Parlamento”.

“Non vorremo che l’iniziativa del ministro fosse dettata dalla volontà di non rispondere alle questioni politiche che noi abbiamo posto, ossia perché i prefetti non hanno collaborato con la Commissione Antimafia – ha aggiunto Orlando – e se dopo le notizie di infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia non vi siano i presupposti per lo scioglimento di alcune amministrazioni”.

“Vorremo sapere se c’è stata da parte del titolare del Viminale una copertura politica di questa mancata risposta delle prefettura o addirittura una indicazione specifica, dal momento che alcune di queste prefetture si trovano al Nord, terra di elezione della Lega”, ha chiaramente affermato Orlando.

“Reagiamo con forza al tentativo intimidatorio del ministro Maroni contro Laura Garavini, perché è inaccettabile che un ministro quereli un esponente dell’opposizione per aver svolto un’attività politica che è peculiare del parlamentare”, ha incalzato Fiano, nel corso della conferenza stampa. “La nostra non e’ paura- ha dichiarato – ma crediamo sia necessario ristabilire delle regole istituzionali. Se i rapporti tra maggioranza e opposizioni si trasferiscono al piano delle querele. Se la politica e’ scesa a questo livello, noi non partecipiamo a questo gioco”.

Alla conferenza stampa anche Marco Meloni ha spiegato che la Lega sta ‘crollando sulla questione della moralità perché al nord è sempre più toccata direttamente da fenomeni corruttivi’. “Forse Maroni ha fatto prevalere il suo ruolo di esponente della Lega – ha notato Meloni – su quello istituzionale di ministro e quindi ha cercato di non far emergere che la Lega comincia ad essere toccata da fenomeni di malcostume e abuso di potere”. “Non si utilizzi questo escamotage per non rispondere al problema e buttare la palla in tribuna”, ha considerato l’esponente della Segreteria del Pd.

Al termine della conferenza stampa, gli esponenti del Pd hanno aggiunto congiuntamente di condividere tutto quello che la garavini ha detto, perciò “se vuole il ministro quereli anche noi” ma di certo si tratta di una iniziativa inusuale’.

E il vicepresidente Vicario del Gruppo del Pd della Camera, Michele Ventura ha ribadito che l’opposizione dal canto suo, nonostante questo assurdo atteggiamento di un rappresentante del governo, continuerà a ‘sollecitare un’attività energica e puntuale contro la criminalità organizzata e i suoi rapporti con la politica e a denunciare con forza i ritardi e le inefficienze dell’amministrazione, proprio come ha fatto l’onorevole Laura Garavini esercitando a pieno il suo ruolo di deputata”.

Ebbene, accade questo: un membro del governo, quale il senatore Pisanu del Pdl, critica pubblicamente alcune scelte della maggioranza alla quale appartiene. Un membro dell’opposizione, ne ribadisce il concetto ed amplia e circostanzia le motivazioni di dissenso e rischia addirittura una denuncia dal ministro competente.
Senza precedenti.

Ed a proposito delle scorse elezioni regionali, Mercedes Bresso, candidata dal Pd nella regione Piemonte, risulta in vantaggio nel riconteggio delle schede elettorali, richiesto dalla stessa ex governatrice, sul candidato Roberto Cota della Lega, attuale governatore.

“Sicuramente da questo riconteggio – ha affermato la Bresso ai microfoni di Cnr Media – l’effetto conclusivo che ne deriverà sarà che io ho più voti di Cota. Poi se sarà una riproclamazione o una nuova elezione questo ce lo dirà il Tar”.

Anto. Pro. da www.partitodemocratico.it