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Lodo Alfano retroattivo, una legge vergogna

Con 15 voti a favore e 7 contrari la commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama ha approvato l’emendamento che rende “retroattivo” il Lodo Alfano: così, i procedimenti giudiziari a carico del Presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio, anche se relativi a fatti antecedenti all’assunzione della carica, potranno essere sospesi previa deliberazione delle Camere.
Durissimo il commento del segretario del PD, Pier Luigi Bersani: “Mi sembra che viaggiamo ai limiti dell’assurdo – ha osservato il segretario del Pd – qui non si parla di un astratto presidente del Consiglio ma di Silvio Berlusconi: si vuole fare una legge costituzionale ad personam, retroattiva, un salvacondotto indecente. È assolutamente indecoroso e vergognoso – ha aggiunto Bersani – pensare di procedere ad assoluzioni per via parlamentare e costituzionale. Daremo battaglia, faremo barriera con tutte le forze che abbiamo”.

Sul voto favorevole espresso dai senatori di Fli presenti in commissione, il leader democratico ha rilevato che c’è stato “un grosso deficit di coerenza. Loro hanno sempre detto che valutavano positivamente il Lodo Alfano costituzionale. Io trovo comunque che una norma costituzionale ad hoc, nel pieno di una vicenda personale, resti una legge ad personam, anche se costituzionale. Evidentemente – ha concluso Bersani – Fli non fa questa valutazione”.

Per Andrea Orlando, responsabile giustizia del Pd, “l’emendamento approvato dalla commissione Affari Costituzionali del Senato fa cadere ogni ipocrisia a proposito del cosiddetto lodo Alfano. Chi ha votato questo emendamento si è assunto la grave responsabilità di introdurre un ulteriore odiosa forma di impunità. Ci auguriamo, per lo meno, che alla luce dell’evidente impudicizia di questa norma ci si risparmino in futuro – ha aggiunto il parlamentare del Pd – prediche sulla legalità ed inviti a ricercare un nuovo equilibrio tra potere politico e magistratura. Alla maggioranza interessano soltanto i problemi di Berlusconi”.

Insomma un brutto giorno per la giustizia, come nota anche la capogruppo del Pd nella II commissione di Montecitorio, Donatella Ferranti che contemporaneamente alla Camera “la maggioranza vota un escamotage per negare, di fatto, l’autorizzazione a procedere nei confronti di Pietro Lunardi”. L’ex ministro è accusato di corruzione per aver acquistato da Propaganda Fide, nel 2004, al prezzo di favore di 3 milioni di euro un intero palazzo di cinque piani nel centro storico di Roma, in cambio del finanziamento pubblico di 2 milioni e mezzo di euro per la ristrutturazione di un immobile in piazza di Spagna.
Il lodo Alfano retroattivo e il voto su Lunardi sono “scelte sconsiderate che mirano ad introdurre nel nostro ordinamento prassi parlamentari e norme costituzionali ignobili che servono solo ostacolare il regolare corso della giustizia e introdurre l’impunità per chi governa. Non è certo così che si diffonde, in concreto, il rispetto della legalità né si adempie al monito della Corte dei Conti che proprio oggi ha ribadito la necessità di una lotta senza quartiere alla corruzione”.

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“Fini risponde: presente”, di Mario Lavia

Bossi lo aveva intimato: al primo sgarro si va a votare. Sarà un caso ma ieri per la maggioranza tutto è filato liscio e proprio su uno dei punti più scottanti, il nuovo lasciapassare per l’impunità del presidente del consiglio, detto più solennemente lodo Alfano costituzionale. Se diverrà norma, Berlusconi non andrà sotto processo per nessun motivo, nemmeno per l’accusa di aver rubato una mela da ragazzino, tanti anni fa.
Mentre non riesce a fare praticamente nulla di concreto, dall’emergenza lavoro all’immondizia, il governo però ha trovato tempo e modo per una ennesima legge ad personam: è sacrosanto anche per questa patente contraddizione il richiamo alle «barricate» di Bersani. Quello che preoccupa più di tutto però è lo sbracamento di Fli. Bossi ha chiamato, Fini ha risposto: presente.

da Europa Quotidiano 20.10.10