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L’acqua è di tutti

Proposta di legge sull’acqua pubblica presentata dal Pd sul governo della risorsa idrica e la gestione del servizio idrico integrato. “ L’acqua è un bene pubblico e sono beni pubblici anche le strutture del servizio idrico integrato”. Al centro della proposta politica l’istituzione di un’Autorità di regolazione indipendente, l’introduzione di un fondo nazionale per il riequilibrio territoriale e di una tariffa sociale a vantaggio dei nuclei familiari più numerosi e delle fasce meno abbienti
“Siamo qui perché, testardamente, vogliamo occuparci di questioni reali” così Pier Luigi Bersani ha introdotto la conferenza stampa di presentazione della proposta di legge del Pd sull’acqua pubblica insieme a Dario Franceschini, Anna Finocchiaro e Stella Bianchi. “Il tema ambientale – ha continuato il leader democratico – è tutt’ora troppo trascurato. Per noi è invece una chiave prioritaria soprattutto in relazione alla crisi economica e sociale affinché il Piano Acqua sia uno dei progetti Paese”.
Bersani ha voluto ricordare come la privatizzazione non è la risposta giusta per la razionalizzazione dell’utilizzo dell’acqua. “L’acqua e la salute dell’acqua vanno riconsegnate a Dio così come ce l’ha date” ha concluso Bersani.
“Questa proposta – ha aggiunto il capogruppo al Senato Anna Finocchiaro – nasce nel solco delle iniziative sui beni comuni, senza alcuna estemporaneità e in coerenza con le scelte del Pd. Noi vogliamo cominciare a introdurre l’idea di una gestione federalista delle risorse e questa è anche la nostra impostazione per quel che riguarda i decreti attuativi del federalismo”. La proposta prevede anche un fondo nazionale ”per riequilibrare le risorse in modo che non ci siano diritti di serie A e di serie B in ordine all’accesso all’acqua”.

“Noi traduciamo l’oggetto del referendum – ha dichiarato Franceschini – in una proposta di legge. Del resto l’aspetto prevalente della battaglia referendaria era culturale perché i quesiti referendari sono sempre limitati al merito delle questioni poste. Ora noi vogliamo capire se è possibile che anche qualcuno nella maggioranza si ravveda rispetto al decreto Ronchi”.

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I punti del progetto di legge illustrati da Stella Bianchi, responsabile Ambiente del Pd.

La proposta di legge sull’acqua pubblica elaborata dal Partito Democratico nasce da un giudizio profondamente negativo sul decreto Ronchi, che ha imposto la privatizzazione forzata del servizio idrico integrato togliendo agli enti locali e quindi alle comunità ogni potere di decisione. E da un giudizio altrettanto negativo sul decreto Calderoli, che ha successivamente disposto la soppressione degli ATO (assemblee di ambito territoriale ottimale) entro il dicembre 2010, creando un’incertezza che impedisce una corretta ed efficiente gestione del servizio.
Dal successo della raccolta di firme per i referendum per l’acqua pubblica arriva una forte e giusta rivendicazione di tutela dell’acqua pubblica, di garanzia sulle condizioni in cui viene svolto il servizio idrico integrato. Il Partito Democratico è impegnato nella stessa battaglia e propone un disegno di riforma organica del settore che tuteli la risorsa acqua e la garanzia di un servizio di massima qualità per i cittadini a tariffe eque. Il testo che presentiamo oggi sarà poi sottoposto a una consultazione con i nostri iscritti, gli amministratori locali, le associazioni dei consumatori, le associazioni ambientaliste, le parti sociali.

I punti fondamentali della proposta sono:

* Ribadire che l’acqua è un bene pubblico e sono beni pubblici anche le strutture del servizio idrico integrato;
* Una gestione industriale del servizio idrico che abbia una dimensione di scala adeguata, utilizzi le migliori tecnologie, e che sia realizzata secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità;
* Gli amministratori locali, sindaci in primo luogo, riuniti nell’assemblea di ambito territoriale ottimale, hanno il compito di prendere le decisioni fondamentali riguardo al servizio idrico integrato e quindi gli obiettivi di servizio, l’uso della risorsa, gli investimenti, il limite di sostenibilità della tariffa, l’affidamento del servizio idrico;
* Istituzione di un’Autorità di regolazione indipendente che abbia poteri di verifica dei piani strategici e dei piani d’ambito, che verifichi la congruità delle tariffe, che controlli l’attività dei gestori con poteri di ispezione e di sanzione;
* Introduzione di una tariffa sociale a vantaggio dei nuclei familiari più numerosi e delle fasce meno abbienti;
* Istituzione di un fondo nazionale per il riequilibrio territoriale delle dotazioni e delle infrastrutture idriche e per la preservazione della risorsa acqua, a garanzia dell’accesso universale a un servizio di massima qualità secondo criteri di equità e solidarietà;
* Partecipazione, garanzia e informazione per gli utenti sono tutelate dall’Autorità di regolazione che garantisce a tutti i cittadini la massima trasparenza.

A.Dra

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