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"Libri a pagamento alle elementari e un'altra sforbiciata all'università", di Roberto Ciccarelli

Sul futuro di scuola, università e ricerca si tornerà a parlare nel Milleproroghe, ma quello che la sessione di bilancio sta preparando sono lacrime e sangue. Liberi finalmente dalle speculazioni delle ultime settimane, ecco le cifre reali, non previsioni o promesse, dei tagli che verranno.
Ieri nel dibattito in corso nella commissione cultura alla Camera è emerso un ventaglio di tagli che colpirà in maniera decisiva il fondo al diritto allo studio e il fondo ordinario di finanziamento (Ffo) degli atenei. Il diritto allo studio verrà ridotto di oltre la metà della dotazione stanziata l’anno scorso, vale a dire di 96,4 milioni di euro. Uno dei capisaldi della riforma Gelmini, il fondo per il merito degli studenti, i prestiti d’onore e le borse di studio, racimoleranno nel 2011 appena 25,7 milioni di euro. «Questa misura iniqua rivela che il ministro dell’istruzione ha fatto solo propaganda sul merito – commenta Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione cultura – Questi spiccioli sono un sostegno ai migliori indipendentemente dal reddito delle loro famiglie. In questo modo il governo ha ormai cancellato l’inclusione sociale in questo paese». La manovra sopprime 5,6 milioni dai contributi per le residenze studentesche, colpendo gli studenti fuorisede che saranno costretti ad affidarsi del tutto al mercato nero degli affitti. Scorrendo i dati contenuti nella tabella 7 del bilancio di previsione emergono altre misure che compromettono per sempre la fornitura gratuita dei libri di testo nella scuola elementare. In questo caso il fondo è cancellato del tutto, nel 2010 ammontava a 103 milioni di euro. Per quanto riguarda l’edilizia scolastica i fondi restano intatti. Il governo non ha però avviato le procedure per erogare i 358 milioni previsti. Quelli invece destinati alle scuole dell’Aquila dopo il terremoto (250 milioni circa) sono stati assegnati. In Italia, due scuole su tre non sono a norma di legge. I tagli delle cattedre e delle ore voluti dal ministro Gelmini hanno creato classi che superano 30 alunni e ciò mette a rischio l’incolumità personale di docenti e studenti.
Per quanto riguarda il Ffo dell’università viene confermata la corsa verso quota 6,1 miliardi di euro entro il 2013, quanto cioè gli atenei ricevevano dallo Stato nel 2001. Nel 2008 questo fondo ammontava a 7,4 miliardi. C’è un elemento che rivela l’affanno, o l’approssimazione del governo nella definizione della manovra di bilancio ed è legato al fondo di 550 milioni di euro stanziati per un triennio dalla finanziaria del 2007. Questa cifra verrà ristabilita nel 2012, ma non risulta in bilancio per il 2011. Il governo, inoltre, non ha chiarito dove recupererà i 400 milioni di euro prelevati l’anno scorso dallo «scudo fiscale». In più si prepara un altro taglio di 126 milioni che porta il fabbisogno degli atenei per il 2010 a 1,26 miliardi di euro. Cifra che dovrà essere reperita nel Milleproroghe, provvedimento mai come quest’anno atteso come una manna.

Il Manifesto 28.10.10

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“Niente soldi ai libri di scuola”, di Caterina Perniconi

Il governo riprova il blitz fallito nel 2009 e cancella il fondo da 103 milioni. Lo scorso anno le risorse erano ricomparse nel decreto di Natale, ma questa volta sarà più difficile
Nel 2011 il governo non ha previsto i fondi per rendere gratuiti i libri testo delle scuole dell’obbligo. Dopo il tentativo fallito in extremis dodici mesi fa, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ci riprova e cerca di far saltare una delle misure caratteristiche della scuola pubblica dal 1967, cioè il fondo per i libri destinato ai bambini provenienti da famiglie meno abbienti, che serve a garantire il diritto allo studio a tutti i ragazzi. Il capitolo di bilancio della legge Finanziaria che prevede lo stanziamento di 103 milioni per la gratuità dei libri scolastici è stato nuovamente tagliato e ridotto a zero per il prossimo anno. Se le cose resteranno come sono, e non ci sarà uno stanziamento ulteriore nell’annunciato decreto di Natale, tutte le famiglie che mandano i bambini alle primarie (o che sfruttano il comodato d’uso gratuito nella scuola superiore) saranno costrette a sborsare i soldi per i libri di tasca propria.

Ma quella dei libri non è l’unica misura del piano governativo: il fondo per il diritto allo studio nelle scuole dell’obbligo viene ridotto di oltre il 70 per cento. In questo modo solo il 30 per cento di chi non può permettersi di studiare potrà farlo, per i bambini delle altre famiglie in difficoltà economiche l’istruzione sarà a rischio. Nello stato di previsione del ministero dell’Economia, alla voce “sostegno all’istruzione” sono calcolati solo 33,1 milioni di euro tra le somme da trasferire alle Regioni per le borse di studio. La riduzione rispetto all’anno scorso è quindi di 84,2 milioni di euro. Mentre in quello del ministero dell’Università e la Ricerca, il diritto allo studio nell’istruzione universitaria viene ridotto a 25,7 milioni da 100, tagliando 74 milioni. Con l’aggravante che le Regioni, a loro volta, stanno riducendo i finanziamenti a questo genere di misure a causa dei tagli agli enti locali. Il computo dei tagli che la Finanziaria porterà a scuola e università è stato calcolato dai deputati del Partito democratico che fanno parte della commissione Cultura e che ieri si sono visti respingere tutti gli emendamenti che rifinanziavano questi fondi. Nello specifico hanno registrato una riduzione di 123,3 milioni di euro per l’istruzione prescolastica e di 780,1 milioni di euro per l’istruzione primaria. Per l’istruzione secondaria di primo grado e di secondo grado vengono ridotte rispettivamente di 208,3 milioni e di 841,6 milioni di euro, mentre per l’istruzione post-secondaria, (quella per gli adulti) il taglio è di 7,8 milioni di euro.

In commissione Cultura, a Montecitorio, la discussione ieri è salita di tono e l’Italia dei Valori ha deciso di abbandonare i lavori per protesta. “É stato l’ennesimo atto di arroganza da parte di questo governo – racconta Pierfelice Zazzera, capogruppo Idv in commissione – e di questa maggioranza nei confronti del Parlamento e delle minoranze. Non solo il rappresentante del governo si è presentato con un’ora di ritardo ma, fatto ancor più grave, è stato impedito alle minoranze di parlare. Per questo, abbiamo abbandonato i lavori”. Il Partito democratico denuncia: “Con un colpo secco – dice la capogruppo in commissione Cultura Manuela Ghizzoni – il governo ha abolito la gratuità dei libri di testo nella scuola elementare per il 2011 e ridotto di oltre il 75 per cento i fondi per le borse di studio nelle università. Abbiamo dovuto lottare per ottenere dieci milioni per l’edilizia delle residenze universitarie. É inaccettabile”.

Anche lo scorso anno le proteste erano state analoghe e, sotto pressione, alla fine il governo aveva trovato i 103 milioni di euro mancanti nel decreto milleproroghe natalizio. Questa volta sarà più difficile, perché il decreto di fine anno varrà sette miliardi ma gran parte di questi soldi sono già stati promessi in quello che Tremonti definisce “Piano sviluppo”. Al ministro della Cultura Sandro Bondi servono soldi per il fondo per lo spettacolo, Stefania Prestigiacomo reclama 100 milioni per il dicastero dell’Ambiente, poi ci dovranno essere gli 800 milioni di copertura finanziaria della riforma universitaria. E trovare le risorse per i libri di testo gratuiti sarà ancora più arduo che nel 2009.

Il Fatto Quotidiano 28.10.10

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“Libri amari per la Gelmini”, di Alessandra Ricciardi

Andando a spulciare tra le tabelle della nuova legge di stabilità, i fondi per la gratuità dei libri di testo alle elementari e per i comodato d’uso alle superiori, oltre alle borse di studio per l’università, risultano dove azzerati, dove decurtati. Tanto che ieri il Pd ha gridato allo scandalo, accusando il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, di voler fare pagare i libri anche ai bambini della scuola primaria.

Il ministro ha subito smentito: «Le dichiarazioni di alcuni esponenti del Pd sui tagli ai libri di testo gratuiti per la scuola elementare e sulla riduzione delle borse di studio universitarie sono prive di fondamento. Per entrambi i settori, i fondi saranno regolarmente garantiti». Una risposta che ha innescato la controreplica di Manuela Ghizzoni, responsabile scuola Pd in commissione istruzione, che, tabelle alla mano, spiegava: «Il fondo di intervento integrativo da ripartire tra le regioni e per la concessione dei prestiti d’onore e l’erogazione delle borse di studio in tabella C della Legge di stabilità ha una dotazione di 25,7 milioni di euro con una riduzione di 74 milioni di euro rispetto all’assestamento del 2010. Mentre nello stato di previsione del Ministero dell’Interno (Tabella n. 8), il cap. 7243 (Somma occorrente per la fornitura gratuita dei libri di testo nella scuola dell’obbligo ed il comodato nella scuola superiore) è cancellato totalmente lo stanziamento in conto competenza che nel 2010 era stato di 103 milioni di euro. Le risorse sono previste in tabella B solo per il 2012 a conferma che per il 2011 non sono previste». Dal ministero, questa volta informalmente, hanno provato allora a correggere il tiro: i fondi è vero che sarebbero stati azzerati, ma saranno rifinanziati con il decreto di fine anno. Ministero dell’economia permettendo.

da Italia Oggi 28.10.10