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"Il bunga bunga della scuola pubblica", Pippo Frisone

E’ bastata mezz’ora nel 2008 al Governo Berlusconi per mettere in atto un bunga-bunga gigantesco a danno della scuola pubblica. Con la L.133/08 si gettarono le basi del più epocale massacro delle risorse umane e finanziarie che la scuola abbia mai conosciuto.
La più grande manovra di bilancio, quella fatta dal governo Amato nel 92-93 di 93.000 Miliardi vecchie lire, oltre 43 miliardi di euro attuali, non arrivò a tagliare cosi tanto nei confronti della scuola.

Un terzo della manovra del 2008, pari a 8 miliardi colpì la scuola per il triennio 2009-12. Un salasso di 135.000 posti che i precari pagano oggi a caro prezzo.
Tagli mascherati da riforme che insegnanti, studenti e famiglie stanno subendo sulla loro pelle, con meno scuola, meno risorse e meno qualità.
Mancano i soldi per il funzionamento e per nominare i supplenti. I Dirigenti Scolastici sono costretti a chiedere sempre più soldi alle famiglie, da 50 euro medie nell’obbligo a 120-150 euro a studente. Una tassa occulta che in tempi di crisi se ne farebbe volentieri a meno.
Di contro non si tagliano i contributi alle scuole private, compresi i bonus alle famiglie né si colpiscono gli insegnanti di religione che continuano il loro insegnamento anche con uno-due alunni per classe mentre alle superiori si arriva anche a 38 alunni per classe! La manovra correttiva di stabilità prevede per il 2011, oltre ai tagli lineari del 10% su tutti i ministeri, una riduzione del 50% dei finanziamenti alla formazione e all’aggiornamento che vanno ad aggiungersi al blocco dei contratti e delle anzianità fino al 2013, a liquidazioni più leggere, e all’aumento dell’età pensionabile per le donne!
A completare il bunga-bunga della scuola, già così disastroso, c’è da sommare il mancato finanziamento dei libri di testo, dell’edilizia scolastica e della messa in sicurezza delle scuole. Un lusso che, come ha detto Tremonti, non possiamo permetterci.
E così, in un sol colpo, vanno in fumo le tante strombazzate riforme da quella sulla contrattazione e quella meritocratica della pubblica amministrazione, con buona pace dei ministri Sacconi e Brunetta. E il rinvio di fatto, per la seconda volta delle elezioni delle R.S.U.
E’ impressione di molti che il governo sia arrivato al capolinea. Occorre mettere fine a questo bunga-bunga berlusconiano-tremontiano-brunettiano. C’è una sola cosa da fare: staccare la spina e mandarli a casa. Per il bene della scuola e per il bene dell’Italia.

da ScuolaOggi 03.11.10