attualità, politica italiana

"C’era una volta il Family day", di Fabrizia Bagozzi

Imbarazzo cattolico per la vita privata del premier: non sono mai stati così lontani i tempi dei cortei contro i Dico.
Dopo aver preso in contropiede il presidente della camera all’Altare della Patria (i due non si parlavano dalla famosa direzione nazionale dell’aprile scorso) sfogandosi privatamente sul Rubygate, nel corso della direzione nazionale del Pdl sul tema il Cavaliere, sorvegliato da Bonaiuti e Letta, tiene il freno a mano tirato. Tenta, invece, un recupero d’ufficio sui temi cari Oltretevere e a quel Forum delle famiglie vicino alla Cei che si è detto «imbarazzato » per le vicende in cui è coinvolto: «Al centro di tutto mettiamo la persona con le sue proiezioni come la famiglia», dice Berlusconi. E ripete il mantra più volte recitato e ripetuto anche a settembre quando chiese la fiducia in parlamento: la tutela della vita come bene primario, l’accoglienza della vita, il necessario collegamento fra scienza ed etica. Pensando alla conferenza sulla famiglia che, al netto di ulteriori indiscrezioni o polemiche, aprirà lunedì a Milano, accenna «al riordino delle agevolazioni fiscali in modo da tener conto del sostegno alla natalità ».
Nel cuor della tempesta per il continuo spuntare sui media di ragazze e festini, un Cavaliere che non solo agisce ma pure rivendica il noto stile di vita mette in imbarazzo i cattolici ed è un imbarazzo che trapela anche dai sacri palazzi. E non è detto che il mantra di sempre e un sostanzioso discorso su fondi e politiche per la famiglia possano fare in modo che il vento torni a girare a suo favore. Anche se i berluscones, compresi i cattolici doc, invitano a separare il pubblico e il privato e l’etica dalla politica, questa volta la strada è in salita. Appunto per eccesso di anarchia etica. Dalle colonne di Repubblica ieri l’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi – che lunedì parlerà alla conferenza – ha lanciato un duro monito «sull’immoralità dilagante, a tutti i livelli della società ». «Non si deve mai scindere l’aspetto privato da quello pubblico – ha detto – soprattutto quando si hanno particolari responsabilità ».
Non sono mai stati così lontani i tempi del Family day, quando Berlusconi e i suoi cavalcarono in pieno la protesta delle associazioni cattoliche contro i Dico messi in campo dal governo Prodi. Era il maggio 2007 e da lì a poco si sarebbe tenuta a Firenze la prima conferenza sulla famiglia. Il Forum delle famiglie, l’organismo che riunisce le associazioni familiari di area cattolica – lo stesso che in questi giorni si è imbarazzato per Berlusconi – era fra i principali promotori. La grande manifestazione, alla quale sfilarono molti politici dell’attuale maggioranza (e alcuni del centrosinistra) si svolse con la benedizione – e la regia – di Camillo Ruini, che aveva appena lasciato la presidenza della Cei.
Insieme alla battaglia sulla fecondazione assistita, fu forse il momento più forte dell’equivicinanza che contraddistinse l’era Ruini a favore di un centrodestra che includeva ancora l’Udc di Casini. Quando, cioè, di fronte a un centrosinistra ritenuto dominato da laici e «cattolici adulti», Oltretevere il vento girò a favore della coalizione guidata da Berlusconi.
Da allora, molta acqua è passata sotto i ponti. Ci sono stati Noemi e Patrizia D’Addario. L’Udc fuori dalla maggioranza. Il caso Boffo. E anche in Vaticano gli assetti sono cambiati con il cardinale Bagnasco alla guida della Conferenza episcopale italiana e il cardinal Bertone segretario di stato. L’era Bertone è caratterizzata da un grande pragmatismo sulle questioni di interesse della Chiesa: dai valori non negoziabili alle scuole paritarie.
Mercoledì il ministro dell’economia Tremonti ha fatto sapere al segretario di stato Vaticano che i tagli previsti per la scuola cattolica (200 milioni di euro) non ci saranno più. Insieme al ministro del welfare Maurizio Sacconi, è ultimamente ben accolto nei sacri palazzi.

da Europa Quotidiano 05.11.10