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Addio terzo settore

Il maxiemendemento alla legge di stabilità 2011 si dimentica dell’importanza del terzo settore e lo taglia completamente. Dalla maggioranza capace di strumentalizzare anche le parole di Napolitano, arriva un altro tassello nella strategia di togliere a chi ha più bisogno
“Con i tagli al 5 per mille il Governo ha messo un altro tassello nella sua strategia di togliere a chi ha più bisogno. Prima c’è stato il dimezzamento dei fondi per le politiche sociali e oggi l’ennesimo colpo della scure di Tremonti è caduto sul terzo settore”. Questo è stato il primo commento di Rosy Bindi, Presidente dell’Assemblea nazionale del Pd sul maxiemendamendo alla legge di stabilità per il 2011 (ex legge finanziaria).

Per Rosy Bindi “mettere solo 100 milioni di euro sul fondo destinato al 5 per mille, ovvero quattro volte meno dell’anno scorso, è offensivo perché nessuna associazione potrà portare avanti i progetti di stampo sociale o di ricerca condotti in questi anni e nessuno di conseguenza potrà beneficiarne. Non è con l’elemosina che si può parlare di sussidiarietà. Ed è una decisione che appare tanto più incomprensibile e ingiustificabile quando sono gli stessi ministri Tremonti e Sacconi che affermano ogni piè sospinto che serve meno Stato più società”.

“Se il Governo abdica a una delle sue funzioni principali e si occupa di sostenere i più deboli – ha concluso la Bindi – come può allo stesso tempo togliere i fondi al terzo settore, ovvero a coloro che lavorano proprio per colmare le carenze dello Stato? Mi pare non vi sia alcuna strategia e nessuna logica alla base delle decisioni dell’esecutivo”.

Dello stesso parere anche Cecilia Carmassi, responsabile Associazionismo e Terzo settore del Pd: “dopo tanta retorica intorno al Terzo settore e alla strategia dell’aiutare chi aiuta, il Governo cala la maschera e riduce di tre quarti le risorse destinate al 5 per 1000”.

“Non più tardi di qualche settimana fa Maurizio Lupi aveva garantito, di fronte alla platea del Convegno Cisl e Forum associazioni familiari, la stabilizzazione per legge del 5 per 1000 strappando grandi applausi e così, a più riprese, altri esponenti di Governo”.

“Oggi il maxi emendamento Tremonti – ha proseguito la Carmassi – svela la realtà: il Terzo settore è chiamato ad essere protagonista senza risorse, di fronte ad uno stato che arretra sulle politiche dirette (azzeramento sostanziale di tutti i fondi per politiche sociali e per la famiglia) ed ora con un taglio al 5 per 1000 colpisce ulteriormente i progetti sociali, culturali e di ricerca.”

Che il governo non ci sia più e che si stia cercando solo di allungarne l’agonia è testimoniato dalle strumentalizzazioni che Maurizio Gasparri ha fatto delle dichiarazioni del Capo di Stato, Giorgio Napolitano. In una nota del Quirinale si legge che “diversamente da quanto affermato dal senatore Maurizio Gasparri (“tutti dicono che non bisogna fare tagli”), il presidente della Repubblica non ha mai sostenuto che non bisogna fare tagli alla spesa pubblica partecipando a questo esercizio, sottolineando come, al contrario, il presidente abbia invitato a un’assunzione di responsabilità nel fare delle scelte e stabilire delle priorità”.

“Gasparri non strumentalizzi le parole del presidente della Repubblica. Sa benissimo che gli interventi sulla spesa non hanno nulla di deterministico”. Così Stefano Fassina, responsabile economico del Pd.
“Un governo serio avrebbe portato avanti la spending review, evitato di cancellare le misure antievasione per doverle reintrodurre dopo due anni e mezzo, evitato immorali condoni, evitato di perdere 3 miliardi su Alitalia. Si poteva salvare la scuola pubblica, se la destra avesse avuto un minimo di attenzione al futuro del paese e delle generazioni più giovani”.

Per Davide Zoggia, responsabile Pd per gli Enti locali “il governo oramai è finito, non riesce a rispettare neanche accordi presi meno di un mese fa. Il tradimento degli impegni assunti con l’Anci
testimoniano non solo la totale assenza di programmazione economica del governo ma anche come oramai i conti siano completamente fuori controllo. Non passa giorno in cui i dati relativi all’andamento della nostra economia peggiorino ed il governo sia costretto e rimangiarsi le esili promesse fatte. E’ una situazione insostenibile, da cui bisogna uscire al più presto. Nel rivolgere un plauso all’Anci che si è confrontata i sempre in maniera costruttiva non si può che stigmatizzare la l’atteggiamento che è arrivato addirittura a mentire alle controparti”.

A.Dra

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