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Da Fazio destra e sinistra del dopo-Cavaliere. Saviano: "Al Nord le cosche cercano la Lega", di Goffredo De Marchis

Bersani: abbiamo la Costituzione più bella del mondo Difesa del lavoro e no alla precarietà. Fini: la destra onora i militari, ha senso dello Stato, etica pubblica. Alle dieci di sera, ecco Fini e Bersani in diretta a Vieni via con me. Tre minuti a testa per raccontare la loro visione del mondo. La destra e la sinistra, oggi. In un ipotetico Paese deberlusconizzato. La Rai voleva cancellarli, fermarli oppure affiancarli con altri leader di partito. Invece no. Sono loro due gli ospiti politici del programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano. Ma c´è altra politica nella narrazione dello scrittore campano. Saviano spiega la ‘ndrangheta come una didascalia. Dettagli, episodi grandi e piccoli per far arrivare il messaggio: «Parafrasando Tolstoj, non si batte il male con il male». Dalla Calabria, Saviano trasloca le famiglie in Lombardia: «Dove si sviluppa il più alto tasso d´investimenti criminali. Milano è la capitale degli affari ‘ndranghetisti. Non è roba da terroni. Al Nord le cosche parlano con la Lega, vogliono incontrare un consigliere leghista. Del resto, Gianfranco Miglio voleva costituzionalizzare le mafie…».
In fondo, quella tra Pier Luigi Bersani e Gianfranco Fini è una vera sfida. Alla faccia di un possibile governo tecnico che li potrebbe mettere insieme. Ci si gioca molto davanti a un pubblico infinitamente più vasto di una tribuna elettorale o di un talk show. Il segretario del Pd è emozionato. Impietrito quasi nel vestito grigio. Fini più sciolto, come al solito freddo al momento di una nuova svolta. Ripete spesso la parola destra, per dire dove sta. «Malgrado tutto, è bello essere italiani. Anche nel 2010. Amare l´Italia per la destra significa onorare i militari italiani che in Afghanistan ci difendono dal terrorismo». La destra di Fini «è senso dello Stato, etica pubblica, rispetto delle istituzioni». Come dire un´Italia diversa da quella del premier. Ma non lo dice. «Falcone e Borsellino sono degli eroi, se un giorno avremo un Paese più pulito sarà merito loro. Questo va insegnato nelle scuole». Sottinteso: Vittorio Mangano, lo stalliere di Arcore, condannato per omicidio, non fa parte del Pantheon. «Essere di destra – dice Fini – vuol dire avere fiducia negli italiani». E italiani sono anche i figli degli immigrati che hanno studiato qui, che sono cresciuti qui. L´elenco di Bersani è più schematico. La parola sinistra è all´inizio, alla fine c´è progressisti per tenere dentro un partito, e un popolo, che la sinistra la sentono lontana.
C´è il lavoro, nel testo di Bersani. «Il lavoro non è tutto ma questo può dirlo solo chi ce l´ha. Chiamare flessibilità una vita precaria è un insulto». Il segretario del Pd parla per primo. Entra a passi lenti in uno studio che deve apparirgli gigantesco. «Abbiamo la Costituzione più bella del mondo. La si difende ogni giorno. Il 25 aprile si fa festa». Chiaro, no? C´è Berlusconi, mai nominato, anche nel suo breve discorso. «Chi non paga le tasse mette le mani in tasca a chi è più povero di lui». L´eroe? «L´insegnante che insegue un ragazzo per tenerlo a scuola». Indebolire «la scuola pubblica vuol dire rubare il futuro ai più deboli». Sms a Maria Stella Gelmini. Nessuno cita il caso Ruby. Ma Bersani lo prende alla lontana. Vita privata? «Per governare, che è un fatto pubblico, bisogna essere persone perbene, che è un fatto privato». La sinistra, come è scritto nel suo dna, deve cercare il sogno, l´universalità. «Essere progressisti, alla fine, significa combattere l´aggressività che ci abita dentro – recita Bersani -. Quella del più forte sul più debole, dell´uomo sulla donna. È prendere la parte di chi ha meno forza e meno voce».
Qui finisce il nuovo caso intorno a Vieni via con me. Può darsi che Mauro Masi voglia riaprirlo in consiglio di amministrazione. Ieri il direttore generale ha incassato un sondaggio favorevole sulla sospensione a Santoro. Ma Fazio lo ha preso in giro leggendo un elenco di decine di partiti e partitini che dovrebbe invitare in nome di un´assurda par condicio. «Io ho solo due puntate», ha ironizzato. Il clou della puntata è stato la narrazione “dal vivo” di come si entra nelle ‘ndrine, di come le famiglie si muovono al Nord fatta da Saviano Per il direttore di Raitre la fetta di programma davvero a rischio di polemica. Paolo Ruffini è salito fino a Milano per vigilare di persona. I riferimenti alla Lega saranno oggetto di un attacco, senza dubbio. Il resto è stato racconto italiano. Beppino Englaro ha letto un elenco dei pensieri di Eluana. La figlia di due immigrati albanesi, sbarcati con le navi sovraccariche in Puglia vent´anni fa, ha detto perché considera casa Treviglio con un marcato accento lombardo che neanche Gadda. Antonio Albanese, Cristiano De Andrè, Ligabue, Paolo Rossi, una precaria, una maestra hanno anche loro una storia. Oggi, secondo le leggi della tv, si guardano gli ascolti e le curve. Poi, via libera alle solite reazioni.

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