economia, lavoro

"Effetto Marchionne: torna il sereno tra la Cgil e la Fiom", di Luigina Venturelli

«Come si fa a non condividere una giornata di mobilitazione?» ha risposto Susanna Camusso a chi le chiedeva di esprimersi sulla proposta della Fiom per indire entro gennaio una giornata di protesta nazionale a sostegno della vertenza Fiat. Risposta facile, consenso scontato. Ed è certamente un notevole passo in avanti nell’evoluzione dei rapporti tra la leader della Cgil e il sindacato dei metalmeccanici, che solo fino a pochi giorni fa, all’indomani del passaggio di consegne da Guglielmo Epifani alla segretaria generale della confederazione, era stato inaugurato all’insegna della frizione.
TENSIONI ACCANTONATE Causa del braccio di ferro, le diverse strategie invocate dalla radicale Fiom: uno sciopero generale di tutti i lavoratori italiani, l’abbandono del tavolo di discussione con Confindustria sulla produttività entro la fine dell’anno, e poi la presentazione di una proposta di legge sulla rappresentanza sindacale avanzata dalle tute blu con il sostegno dell’Italia dei valori. Richieste ed iniziative nel migliore dei casi mal sopportate dai vertici di Corso d’Italia. Poi è arrivato Marchionne, la sua chiusura a discutere del piano industriale del gruppo automobilistico in una sede istituzionale, e le indiscrezioni sulla possibilità che la newco di Pomigliano d’Arco riapra senza la Fiom al suo interno. E l’armistizio tra Camusso e Landini è stato siglato nella necessità di fare fronte comune contro l’avversario: la segretaria generale della Cgil ha dunque garantito alle tute blu il pieno sostegno nella vertenza Fiat, rinviando ogni ulteriore chiarimento a dopo la manifestazione confederale del 27 novembre, su cui ora sono concentrati gli sforzi del sindacato.
APPOGGIO SULLA FIAT Approvata così la proclamazione di una giornata di mobilitazione con sciopero di tutto il gruppo, perchè «nessuno può pensare a processi di defiomizzazione» e «Marchionne non può stabilire i sindacati con cui discutere perché i diritti di rappresentanza sono stabiliti dalla Costituzione ». Anche se «la risposta migliore » alla Fiat, secondo la leader di Corso d’Italia, rimane sempre la contrattazione: «Non ci sottraiamo a nessun confronto sulla contrattazione, per questo chiedo alla Fiom un esercizio di grande responsabilità. Contro la propaganda stucchevole di chi dice che non partecipiamo ai tavoli occorre essere ai tavoli e fare proposte». Non solo. Susanna Camusso ha anche richiesto l’apertura di un tavolo governativo a Palazzo Chigi su tutta la partita Fiat, stabilimento di Termini Imerese compreso. Non si è fatta attendere la risposta del governo, che aprirà un tavolo sulla Fiat solo se «tutte le parti insieme lo chiederanno» ha affermato il ministro Sacconi. Ben consapevole delle resistenze dell’azienda e degli altri sindacati

L’Unità 19.11.10