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Ritorno sull'isola dei cassaintegrati

Bersani all’Asinara per risolvere i problemi dell’industria chimica: “Sulle proposte di acquisto della Vinysl, mi propongo di parlare con il ministro dello sviluppo economico e con il governo per vedere come accelerare questa situazione”
Il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha incontrato sull’isola dell’Asinara i lavoratori della Vinysl che occupano l’ex carcere da più di 260 giorni nella cosiddetta isola dei cassaintegrati. Un insolito pranzo di lavoro per parlare con chi vive la crisi sulla propria pelle e si vede sempre più abbandonato nell’impasse governativa che non pensa al futuro.

Dopo l’incontro del 7 maggio scorso a Torre Aragonese, Bersani ha voluto mantenere l’impegno preso di tornare all’Asinara tra i cassaintegrati del Vinysl per dare risposte concrete ai problemi che stanno affossando l’industria chimica. A tale proposito il leader democratico ha voluto rispondere alla proposta avanzata dal segretario della Cgil di Sassari, Antonio Rudas di sostituire i vertici dell’Eni nell’ipotesi che, con il nuovo turno elettorale, il centrosinistra fosse tornato a governare il Paese. ”Il primo atto – ha detto Bersani – deve essere quello di riconvocare il tavolo della chimica e pretendere attenzione sui temi industriali. I dirigenti dell’Eni, che hanno le loro scadenze e i loro rinnovi, devono sentire la voce dell’azionista davanti a scelte dirimenti. Si tratta di vedere in che modo vediamo la chimica in questo Paese. La prima cosa che si deve fare – ha ribadito – è riunire il tavolo della chimica, naturalmente con l’Eni”.

Quanto all’approfondimento chiesto dal ministero ai commissari della Vinyls sulle proposte di acquisto, Bersani ha sottolineato che “il Governo deve accelerare queste verifiche, bisogna capire, interessando i commissari ma non solo, la credibilità di queste proposte. Bisogna assicurarsi che Eni, nel caso di proposte serie, sia pienamente adempiente rispetto agli impegni che ha preso. Fatti gli incontri con i lavoratori – ha concluso il segretario del Pd – mi propongo di parlare con il ministro dello sviluppo economico e con il governo per vedere come accelerare questa situazione”.

Bersani ha voluto anche commentare il Patto di Stabilità (ex Finanziaria) appena approvato dalla Camera: “non si può dire – ha criticato il leader del Pd – che sia uno strumento di politica economica, ma un banale aggiustamento della finanza pubblica che Tremonti aveva detto che non ci sarebbe stato e che non ce n’era bisogno, invece si è coperto qualche buco. Ma sostanzialmente lì dentro non c’è niente di significativo per i problemi seri che abbiamo”.

Sulla crisi di governo “è inutile – ha continuato Bersani – fare i meteorologi della situazione ogni giorno. Guardiamo il punto di fondo: il Governo ha perso il rapporto col Paese, è andato in difficoltà politica perché non ha avuto la capacità di rispondere ai problemi”.

“Io non sto tutti i giorni a vedere cosa pensa di fare Fini – ha ribadito il leader dei Democratici -. Io mi sto occupando, per esempio, di organizzare una grande manifestazione nazionale a Roma l’11 dicembre, dove il Pd dirà la sua in termini non solo di critica, ma anche di proposte, di progetto per un cambiamento, perché è ora di cambiare. Dopo di che sono sicurissimo che questo Governo ha una crisi politica di fondo, che mettere cerotti, chiunque li metta, non risolve il problema. Tuttavia – ha concluso Bersani – sono un osservatore abbastanza distaccato di queste micro manovre”.

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