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"Sui rifiuti il governo è impotente, chiede aiuto alla Ue e alle regioni", di Gianni Del Vecchio

Lunedì un pool di esperti europei arriva a Napoli su esplicita richiesta dell’esecutivo.
Gli indizi che provano il fallimento del governo nella gestione dell’emergenza rifiuti a Napoli si fanno giorno dopo giorno più numerosi. Il primo è emerso giovedì mattina: il decreto legge varato dal consiglio dei ministri sconfessa completamente il piano Bertolaso, adottato non più tardi di due anni fa e che doveva essere la soluzione di tutti i mali. Il secondo è saltato fuori sempre giovedì ma in serata, quando il ministro Fitto ha detto senza mezzi termini che dal caos munnezza si può uscire solo se le altre regioni italiane collaboreranno e accetteranno una parte dell’immondizia campana. Il terzo è arrivato ieri: l’Unione europea ha fatto sapere che invierà degli esperti nella città partenopea su esplicita richiesta del governo italiano. Insomma, tre indizi che provano come Berlusconi non sappia più che pesci pigliare, travolto da una situazione ormai fuori controllo.
La destra quindi si appella a Bruxelles. «Il governo italiano ci ha chiesto tutto l’aiuto o l’assistenza e consigli che possiamo fornire in questo caso», ha fatto sapere Joe Hennon, portavoce del commissario all’ambiente Janez Potocnik, e per questo «mandiamo diversi esperti della direzione generale ambiente in Campania». Un aiuto “tecnico”, che si va ad aggiungere a quello economico già concesso, seppur indirettamente. Si tratta dei 150 milioni di euro sbloccati giovedì scorsi dal consiglio dei ministri per il ciclo integrato dei rifiuti, i quali fanno parte dei cosiddetti fondi Fas, soldi che Bruxelles versa alle aree meno sviluppate d’Europa. A ricordarlo è la stessa Regione Campania che ha diffuso una nota in cui precisa come quelle risorse siano di natura comunitaria e non nazionale, come erroneamente più di un giornale ha riportato.
Oltre che all’Unione, il governo ha chiesto l’ausilio delle altre regioni italiane per smaltire la munnezza campana, almeno per un mese. Lo ha fatto il ministro Fitto, che ha convocato per mercoledì prossimo un tavolo ad hoc, al quale parteciperanno non solo le regioni ma anche altri enti coinvolti, come le province e i comuni campani, la Protezione civile e il ministero dell’ambiente. Fitto s’è però beccato subito il niet leghista, con Castelli e Salvini che hanno messo in chiaro le cose: nessun sacchetto napoletano verrà mai portato al Nord. Concetto ribadito anche dai vertici della Lega.
Per Umberto Bossi «senza una legge non si riesce a spostare i rifiuti da una regione all’altra», mentre il ministro Roberto Maroni invita a capire «chi dice “io sono autosufficiente e non voglio accogliere i rifiuti degli altri”». Il governatore lombardo Roberto Formigoni invece se la prende con il governo, che prima massacra di tagli le regioni e poi vuole che le stesse gli tolgano le castagne dal fuoco. «Noi siamo sempre stati pronti a dare una mano in tutte le occasioni ma, quando si chiede una mano come fa il governo, deve esserci un’altra che è pronta a tendersi e a sostenere. Tutto questo mi sta portando a perdere la pazienza. Sì, mi sono proprio rotto le scatole e, se uno equilibrato e moderato come me arriva a usare queste espressioni, è perché la situazione è proprio al di là di ogni limite».
Intanto, mentre Berlusconi chiede aiuto a destra e a manca, Napoli continua a riempirsi inevitabilmente di cumuli di rifiuti. Sui marciapiedi restano ancora 2.400 tonnellate non raccolte, nonostante nel corso della notte siano state raccolte circa 1.800 tonnellate di immondizia, che sono state trasferite in parte presso la discarica di Chiaiano, in parte negli impianti di tritovagliatura. La situazione, però, potrebbe nuovamente peggiorare già dalla giornata di oggi, visto che scade la possibilità di conferire piccole quantità di spazzatura nelle discariche di Savignano Irpino (in provincia di Avellino), nello Stir di Battipaglia (in provincia di Salerno), e nel sito di San Tammaro nel casertano. L’accordo stipulato con le tre province campane, infatti, è limitato a cinque giorni. Preoccupato per la situazione è l’assessore Paolo Giacomelli, responsabile dell’igiene nel comune di Napoli. «Da domani (oggi, ndr) avremo come unico sito dove sversare la discarica di Chiaiano che, al massimo, può contenere 650 tonnellate al giorno. Una situazione – ha aggiunto – davvero critica dal momento che se non ci sarà una proroga degli accordi con le altre province campane non sapremo dove andare a sversare i nostri rifiuti». Nel frattempo a Napoli ci sono alcune zone parzialmente pulite ed altre ancora invase da sacchetti dell’immondizia non raccolti.
Con la situazione che è ulteriormente peggiorata per via delle piogge e del vento degli ultimi giorni, che non solo hanno appesantito i sacchetti di immondizia ma anche sparpagliato la spazzatura sulle strade.

da Europa Quotidiano 20.11.10