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Napolitano difende la cultura "Tagli non risanano il bilancio"

Giorgio Napolitano ricevendo al Quirinale il mondo del cinema e dello spettacolo per il Premio De Sica, chiede una riflessione per assicurare risorse al mondo della cultura. Ma subito dopo aggiunge che «dobbiamo fare i conti con una riduzione, cui non possiamo sfuggire, del nostro debito pubblico». Dobbiamo farlo, spiega, «nell’interesse soprattutto delle nuove generazioni, sulle cui spalle non abbiamo il diritto di scaricare il simile peso». Il capo dello Stato prende atto con soddisfazione delle promesse di Sandro Bondi riguardo i fondi Fus e il sostegno al cinema, ma non rinuncia a giudicare «inspiegabile» la soppressione di enti come l’Eti e, soprattutto, avverte: non è certo attraverso la «mortificazione della cultura» che si risana il bilancio in tempi di crisi.

«Non troveremo le nuove vie per il nostro sviluppo economico e sociale attraverso una mortificazione della risorsa di cui l’Italia è più ricca: la risorsa cultura nella sua accezione unitaria», ha detto il presidente della Repubblica consegnando al Quirinale i premi De Sica. «Adoperiamoci – ha aggiunto – perchè di ciò si convincano tutti e perchè se ne traggano le conseguenze».

Il Capo dello Stato inoltre ha chiesto una approfondita riflessione sui problemi dello spettacolo e del suo finanziamento pubblico. La crisi economica internazionale «ci impone di ripensare molte cose in Italia e in Europa, anche per come siamo cresciuti finora, spesso al di sopra delle nostre possibilità nei paesi ricchi, ricchi nel contesto mondiale, per quanto segnati a loro interno da squilibri e iniquità». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della consegna dei premi De Sica al Quirinale. Il Capo dello Stato ha quindi osservato che «il mondo è cambiato e non ci sono sconti e via d’uscita indolori per paesi (ad esempio dell’Eurozona, come stiamo vedendo) che hanno conosciuto un’illusoria, troppo facile crescita negli scorsi decenni».

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