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La ricchezza della cultura, il costo della mala-politica

Appello di Napolitano sui tagli del governo alla cultura: “Non mortifichiamo la risorsa più grande”. Fassina-Orfini: “Tagli, frutto di improvvisazione, ascoltino Napolitano”
immagine documento Oggi il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la cerimonia di consegna dei premi De Sica, ha pubblicamente solidarizzato con gli operatori dello spettacolo che ieri hanno scioperato contro i forti tagli del governo al mondo della cultura. “Capisco bene i motivi della protesta che ieri ha attraversato il Paese. So bene quello che vi inquieta, quello che vi assilla… Questa via, quella del risanamento, non la troveremo attraverso una mortificazione della risorsa di cui l’Italia è più ricca: la risorsa cultura, nella sua accezione unitaria. Adoperiamoci perché di ciò si convincano tutti e perché se ne traggano le conseguenze. Questo deve essere il nostro solidale impegno”. Parole apprezzatissime quelle del Presidente, dalla platea composta da attori e registi italiani e da tutti gli esponenti del Partito democratico che hanno espresso il loro plauso.

Lo sciopero del mondo dello spettacolo infatti è frutto dei tagli profondi, miopi e insensati del governo.
Il mondo del cinema, la musica, la danza, i teatri, i musei rappresentano il nostro patrimonio culturale, ciò che ha reso grande l’Italia nel mondo, minacciarne la sopravvivenza dimostra che la destra nei fatti considera questa immensa ricchezza solo un costo e non una risorsa.
Servono norme che rafforzino l’industria cinematografica, che ripristinino il Fondo unico per lo spettacolo, che questo governo ha tagliato del 40%. Ed e’ necessario affrontare il problema della conservazione e della valorizzazione dei siti archeologici, molti dei quali in condizioni di preoccupante degrado e in stato di abbandono. Il Partito Democratico ritiene che investire in cultura significhi riattivare settori decisivi per il rilancio dell’economia del nostro Paese. Parliamo di un sistema che in Italia produce 40 miliardi di euro di Pil e occupa circa 550 mila persone, in gran parte precari.

Stefano Fassina e Matteo Orfini, Responsabili Economia e Cultura del Pd hanno commentato congiuntamente le parole pronunciate oggi dal Presidente della Repubblica. “Il governo ascolti le parole del Presidente e restituisca risorse e dignità alla cultura. Ogni giorno che passa le scelte del ministro Tremonti dimostrano di essere frutto di improvvisazione, trovate poco lungimiranti e per lo più dannose. Si lascia correre l’evasione fiscale, proseguono i due esponenti del Pd, si premiano le frodi sulle quote latte, ma si tagliano le risorse per la cultura. Si è fatto cassa sfruttando e non valorizzando una delle più grandi risorse di cui dispone il nostro Paese. Aver penalizzato il settore culturale è stato un controsenso a cui poi il ministro Bondi si è prestato con grave accondiscendenza”.

“La cultura, hanno concluso Fassina e Orfini non la si mangia ma se la si sa usare può dare da mangiare a centinaia di migliaia di persone contribuendo ad arricchire il Paese. Si tratta di una verità che solo il centrodestra non riesce a comprendere”.
Ha commentato Vannino Chiti, Vice Presidente del Senato e Commissario del Pd Lazio. “Come Commissario del Pd Lazio, sono particolarmente sensibile alle proteste che vengono da questo mondo. Mi impegnerò affinchè l’immenso patrimonio artistico, storico, culturale della Regione e, in particolare della città di Roma, venga salvaguardato, tutelato e valorizzato”.

‘”E per questo –ha spiegato il senatore democratico -condivido in pieno l’allarme lanciato oggi dal Presidente Napolitano per tutelare un settore di importanza vitale e strategica per il nostro Paese, come quello della Cultura. L’unica politica che il governo Berlusconi ha portato avanti in questi anni per la cultura è stata la riduzione degli stanziamenti per tutto il settore: tagli che stanno mettendo a rischio la tenuta delle imprese e l’occupazione. Il taglio del 40 per cento del Fondo Unico per lo Spettacolo ha messo in ginocchio tutto il settore che dovrà vivere con soli 260 milioni per i prossimi tre anni. Si tratta di lavoratrici e lavoratori che costituiscono una parte rilevante dell’economia e dello sviluppo del Paese. Sottrarre investimenti alla cultura – ha sottolineato Chiti – significa andare contro gli interessi dell’Italia stessa, di una tradizione artistica che non ha eguali. Per questo il nostro sostegno a questa battaglia è pieno e convinto”.

Anche il senatore del Pd Vincenzo Vita, Vice Presidente Commissione Cultura al Senato e membro della Commissione di vigilanza sulla RAI ha evidenziato ‘la straordinaria importanza delle parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla cultura’.

“Purtroppo il governo è andato in tutt’altra direzione-ha detto Vita – con la politica dei tagli e dei bavagli. Tra l’altro, è stato sciolto senza alcun motivo l’Ente teatrale italiano. E’ augurabile, a questo punto, che vi sia per lo meno un ripensamento: reintegrando il Fus; rinnovando Tax credit e Tax shelter”.

C’è da segnalare inoltre che il successo dell’iniziativa delle organizzazioni sindacali contro i tagli del Governo alla cultura conferma che il mondo del lavoro intellettuale ha rotto definitivamente con la destra.“Serve ora un presidio permanente per tenere viva l’attenzione per un mondo che è rimasto colpevolmente negletto da una cattiva politica”, ha concluso Vincenzo Vita.

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