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Approvano il ddl Gelmini. E la chiamano riforma…

Il voto definitivo sul ddl Gelmini è arrivato in un clima surreale solo a sera. Il ddl ha ricevuto 307 sì, 252 no mentre 7 deputati si sono astenuti ma l’impegno in Aula delle opposizioni registra la 63sima e la 64esima sconfitta sugli emendamenti dal Pd, Api e da Fli. Fuori da Montecitorio è Roma a sperimentare lo stato d’assedio e in tutta Italia si protesta nelle piazze e sui tetti, con 7.000 studenti bolognesi che occupano l’autostrada. Nella capitale dalla prima mattina il centro è bloccato al traffico e nelle zone limitrofe al Parlamento è impedito persino il passaggio a piedi. E contro gli stduenti arrivano cariche e lacrimogeni.

Dario Franceschini, nel suo intervento alla Camera nel quale ha annunciato il voto contrario del gruppo del Pd al ddl Gelmini, ha definito quello del governo “l’ultimo atto di debolezza di una maggioranza senza muscoli che a tempo scaduto prova a imporla”. Rispondendo a Berlusconi che aveva detto che gli studenti bravi devono andare a studiare invece che a manifestare (zitti e buoni quindi)lo ha invitato a riflettere senza la sua “sua consueta arroganza. Caro Berlusconi, è proprio per questo che manifestano, per poter studiare nelle università italiane. Su 230 nostri emendamenti di merito, ne avete bocciati 220 senza nemmeno discuterli. Siete sordi con l’arroganza di una maggioranza che sa che il tempo è finito e vuole piantare una bandierina. Questo sarà il vostro ultimo atto di debolezza”.
“Le migliaia di studenti che stanno manifestando in tutta Italia non hanno le spalle nessun partito e nessun sindacato, hanno fatto tutto spontamente – ha ricordato Franceschini – Le riforme vere si fanno sempre con l’ascolto e la concertazione e le proteste si cerca di capirle e non le si liquida con slogan sprezzanti. E’ solo uno slogan parlare di lotta contro baroni e di merito. Pretendete di chiamare riforma quello che è solo un elenco di tagli. I ragazzi – prosegue – con la loro intelligente protesta hanno capito quello che non ha capito il ministro Bondi e cioè che i nostri monumenti sono la nostra carta di presentazione al mondo. Imparate da loro. Noi faremo diventare centrale il tema dell’universita’ alla manifestazione del Pd dell’11 dicembre”.

“A prescindere dal voto di stasera non credo che il governo porterà a termine la riforma dell’università, cioè non riuscirò ad applicarla”. Ne è convinto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che adesso non si ferma: “Il Pd continuerà con le sue critiche e le sue proposte ma riprenderemo il tema anche nella manifestazione dell’11 dicembre, per dare voce a tutto il sistema del sapere che è stato calpestato dal governo, caso unico al mondo”.

Insomma l’approvazione del ddl Gelmini alla Camera segna un brutto giorno per l’università e per l’Italia, come scrive Marco Meloni, responsabile Università e Ricerca della segreteria Pd in una lettera che a poche ore dalla riforma arriva nelle caselle e-mail di oltre 7.000 docenti e ricercatori : “Il governo ha voluto procedere con un colpo di mano senza un confronto serio sul merito, che invece avrebbe potuto impegnare il Paese – le classi dirigenti, gli studenti, le famiglie, i cittadini – attorno a un tema decisivo per il futuro di tutti e affidare al Parlamento la responsabilità di agire nell’interesse generale. Una legge inutile e dannosa, che non muta in nulla lo status quo e ha il solo scopo di dequalificare e definanziare il sistema dell’università e della ricerca: né autonomia, né merito, né regole chiare. E invece questo governo al capolinea, atteso tra pochi giorni da un voto di sfiducia che speriamo che lo mandi definitivamente a casa, ha voluto procedere con un atto di forza che ne tradisce tutta la debolezza. Nessuno spazio per il confronto e per il civilissimo dissenso di studenti e ricercatori: se venisse approvata definitivamente, una riforma del genere dovrebbe essere rapidamente superata. Quando saremo al governo, ci impegneremo per riformare e rilanciare realmente, con coraggio e incisività, l’università italiana, sulla base di un progetto che parte dalle proposte finora elaborate. La ricerca e l’università non sono un costo inutile a cui tagliare le gambe, ma la priorità per il rilancio e lo sviluppo dell’Italia”.

Per Walter Tocci, deputato del Pd, “la cosa pazzesca è che si parla solo di norme e non si parla delle cose importanti: la ricerca la didattica, gli studenti. Ovvero le cose che fanno l’università”. L’analisi è dura: “Non ci sono più soldi per la ricerca, non c’è un piano nazionale di investimenti. Per la didattica: veniamo da una riforma che dovrebbe essere sottoposta a manutenzione. E poi gli studenti che non ottengono le borse di studio cui hanno diritto”. Un futuro sempre più grigio: “Quest’anno sono diminuite le immatricolazioni. E sono I figli delle classi meno agiate che non ce la fanno più. La riforma Gelmini è una legge che aggrava le ingiustizie sociali”. E conclude l’intervento in aula con una promessa: “Toccherà a noi fare la vera riforma, quando andremo al governo. E diremo ai ragazzi scesi in piazza: l’Italia ha bisogno di voi”.

La riforma che fa paura.“Buongiorno, mi scusi dovrei passare” chiedo gentilmente al poliziotto che è posto tra i due blindati azzurri e bianchi della Polizia che bloccano strada e marciapiede. “Dove dovrebbe andare?” risponde l’agente che poi aggiunge che non si può passare. “Io lavoro vicino a Palazzo Colonna” obietto. “Allora nulla da fare, lì non è possibile arrivare” chiude il discorso il poliziotto. Non è un dialogo surreale ma uno dei tanti che il poliziotto di turno avrà dovuto fare con i tanti passanti e turisti che, sotto la pioggia, per diversi motivi volevano fare una passeggiata o raggiungere i proprio luogo di lavoro. Turisti e romani non studenti ovviamente.

È vero che c’è una strana aria oggi a Roma e si respira davvero molta tensione. La gestione dell’ordine pubblico dovrà essere garantita con molta cautela, raccomanda il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: “speriamo che sia governata bene perché c’è tensione in giro. Franceschini è andato a parlare con Maroni e ha raccomandato tutta l’attenzione necessaria”. Ma poi sono arrivati gli scontri, le piazze bloccate e il PD ha chiesto al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, di riferire in aula alla Camera.
Bersani attacca: “Mi pare che nella stragrande maggioranza studenti e ricercatori si sono mossi in modo pacifico. Ha impressionato la città militarizzata, mai vista Roma così, e se si è arrivati a questa tensione è per irresponsabilità del governo che ha perso la testa e la presa sui problemi del paese”.

La stessa tensione si respira anche dentro palazzo Montecitorio. Il governo ha appena subito la sua 63sima sconfitta dopo che le opposizioni hanno fatto approvare un emendamento proposto dall’On.le Granata sugli assegni di ricerca. E in chiusura arriva la 64sima sconfitta quando l’Aula ha approvato tre emendamenti identici di Fli, Api e Pd all’articolo 25 del ddl con 283 voti favorevoli e 261 contrari. Tensioni ancora maggiori si registrano in tutta Italia.

A Bologna gli studenti hanno bloccato l’autostrada A14, a Bari occupato il teatro Petruzzelli, a Palermo bloccato i varchi per accedere al porto, a Milano occupato i binari della stazione Greco, a Torino bloccato l’accesso alla Tangenziale. Diverse stazioni dei treni vengono occupate in tutto il Belpaese. Che la protesta stia avanzando con grande forza se ne accorgono tutti tranne il ministro Gelmini che continua nella sua crociata per liberare Gerusalemme dai baroni. Perfino Bossi capisce della gravità della situazione se arriva ad ammettere che “gli studenti hanno un po’ ragione”.

Per Anna Finocchiaro, Presidente dei senatori del Pd “il giudizio sulla riforma Gelmini è negativo ed è noto. Questa è una riforma che nasce dai tagli che sono stati operati all’Università e alla ricerca. Ma voglio aggiungere che chi vuole governare il Paese e non soltanto comandare come pare stiano facendo il Presidente Berlusconi e il ministro Gelmini dovrebbe ascoltare e tenere conto che il Paese si sta rivoltando contro queste norme: ormai ci sono manifestazioni di studenti, di ricercatori, di docenti in tutta Italia che durano da giorni e che oggi vedranno un’ulteriore giornata di proteste. Il Governo doveva interloquire con la protesta e provare ad ascoltare. Anche per questo trovo che militarizzare il centro di Roma oggi non sia un segnale di ascolto e di dialogo ma l’ennesima chiusura e forzatura che trovo sinceramente assurda”.

“Capisco che abbiano paura. D’altronde, per chi è circondato da chi dice sempre e solo “sì'”, vedere da vicino tanti italiani delusi e arrabbiati per le scelte (poche e sbagliate) del governo deve essere insopportabile. Ma il panico del Governo per la sfiducia degli italiani non può tenere in ostaggio un’intera città, soprattutto se si tratta della Capitale. E’ ridicolo e drammatico insieme vedere le strade del centro chiuse persino ai pedoni, per la paura di un governo chiuso in palazzi che si vorrebbero isolati dal mondo. Non lo meritano i romani; non lo meritano gli studenti e i ricercatori che stanno pacificamente manifestando per il proprio futuro e per quello del paese; non lo meritano le istituzioni, che dall’ascolto dei cittadini hanno solo da imparare, non certo da temere”. E’ quanto dichiara Federica Mogherini, deputata PD e Segretario della Commissione Difesa della Camera dei Deputati.

“In un Parlamento assediato dalle forze dell’ordine e circondato dal deserto, il Governo manda in scena l’ultimo tentativo disperato di far passare il ddl Gelmini, del quale sono venuti allo scoperto tutti i limiti e tutte le mancanze – ricorda Pina Picierno, parlamentare Pd – mentre i ricercatori e gli studenti occupano i tetti, le piazze e le strade, mentre a Roma – ha proseguito Picierno – viene impedito a migliaia di ragazzi di raggiungere piazza Montecitorio per un sit-in autorizzato, il Governo viene battuto sul voto a un emendamento. Più che di una riforma epocale, si tratta di uno spiaggiamento epocale: quello di un Governo ormai incapace di portare avanti i propri progetti, costretto a intestardirsi nella propaganda a cui ormai il Paese non crede più. Si consenta almeno ai manifestanti di portare a termine pacificamente le proprie proteste per le strade di Roma, evitando di alimentare la tensione.”

A.Dra

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