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Chiusura Camera il Pd: "Occupiamola"

Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ed il presidente del gruppo parlamentare della Camera, Dario Franceschini, hanno scritto oggi una lettera ai deputati del Pd per criticare la decisione di sospendere i lavori parlamentari imposta dalla maggioranza di centrodestra e per chiedere loro di far sentire la voce del Pd nel paese. “Cari colleghi- scrivono Bersani e Franceschini- l’inusitata decisione di sospendere i lavori della Camera in attesa della discussione sulla fiducia al governo e’ molto grave e assolutamente indicativa di come questa maggioranza di destra consideri il ruolo del Parlamento”.

Momento delicato. “Tutti noi- aggiungono- abbiamo cercato di contrastare questa scelta. In giorni decisivi, in un momento cosi’ delicato dal punto di vista economico e sociale, e con importantissime scadenze europee, sarebbe stato doveroso continuare l’attivita’ del Parlamento”. “Ciascuno nei propri territori, puo’ tuttavia svolgere un ruolo importante in questi giorni, mobilitando i nostri iscritti, i simpatizzanti, i cittadini per spiegare le nostre ragioni e preparare nel modo migliore la manifestazione che il Pd ha indetto per l’11 dicembre in piazza San Giovanni, a Roma. E’ questo che vi chiediamo- concludono Bersani e Franceschini- in modo che la voce che ci viene tolta alla Camera possa sentirsi nel paese”. Occupare pacificamente la Camera per riprendere i lavori parlamentari.

La proposta di Gozi. E Sandro Gozi, deputato del Pd propone a Bersani una sorta di ‘contro-aventino’ per far tornare a lavorare Montecitorio, dopo la decisione dei capigruppo di maggioranza di sospendere i lavori. “Caro segretario- si legge nella missiva- ti scrivo animato da un forte disagio nei confronti della decisione, giustamente contrastata dal Pd, di interrompere per due settimane i lavori della Camera. Mi chiedo quale esempio stiamo dando al paese, quale dignita’ alla Istituzione che siamo stati chiamati a rappresentare. Un paese che ci ha dato il mandato per lavorare nel Parlamento – ognuno nel suo ruolo, maggioranza ed opposizione – per legiferare, trovare soluzioni, fare proposte, discutere, affrontare le questioni che assillano l’Italia. Mi chiedo, e ti chiedo, quale altra Istituzione del nostro paese prende pausa da se stessa, dalle proprie funzioni, dai propri doveri”. “Immaginiamoci- continua Gozi- se una sospensione di due settimane fosse presa, improvvisamente, per dissidi interni, dai Generali d’Armata del nostro Esercito, dalle forze di polizia della citta’ in cui viviamo, ma anche dall’ospedale che ci cura, l’aeroporto o la stazione dei treni di cui ci serviamo o dagli insegnati dei nostri figli. No, in un paese che ha il senso civico, rispetto per le istituzioni e dignita’ collettiva, nessuno di questi interrompe le proprie funzioni in maniera arbitraria. Ancor peggio se cio’ accade durante una crisi economica, finanziaria e sociale senza precedenti, e a pochi giorni da un Consiglio Ue cruciale per il futuro dell’Europa. Non lo fanno i preti di parrocchia, non lo fanno neanche gli allenatori con le loro squadre”.

Due settimane di vuoto. Gozi aggiunge: “Se il nostro operatore di telefonia mobile sospendesse il servizio per due settimane saremmo legittimati a chiedere la rescissione del contratto. Mi chiedo se anche gli italiani dovrebbero poterlo fare con il loro Parlamento. Vogliamo spezzare del tutto un rapporto ormai gia’ deteriorato tra gli italiani e la classe politica? In questi giorni, in cui in vari convegni e articoli si ricordano i momenti piu’ significativi della nostra storia unitaria, mi sono ricordato che il 24 giugno 1924 le forze democratiche del Paese decisero per protesta nei confronti dell’allora partito di maggioranza, il partito fascista, di ritirarsi dall’attivita’ parlamentare per salire, come si disse allora, sull’Aventino. Oggi, sempre a causa di un governo di destra estrema (quello di allora antidemocratico e colpevole della morte di Matteotti, quello di oggi solo incapace a governare) ci troviamo di nuovo a essere fuori dalla Camera, a non fare il nostro mestiere, a non lavorare per affrontare i problemi degli italiani. Per questo, caro segretario, ti chiedo di valutare la possibilita’ di invitare tutti i deputati del PD ad occupare la Camera, rispettosamente e pacificamente, per riprendere il nostro ruolo. Un Aventino al contrario, un “ControAventino”. Tutto cio’ affinche’ sia chiaro davanti al paese chi ha a cuore la dignita’ del Parlamento, del ruolo di parlamentare, nella sua funzione di servizio alla comunita’”. Anche l’Idv farà un’azione di protesta contro l’iniziativa della maggioranza.

L’Unità 04.12.10

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Noi, deputati Pd «nullafacenti»
Noi deputati del Partito democratico che quando scendiamo dal treno nella città dove abitiamo ci diciamo l’un l’altro “buon lavoro”.
Noi che abbiamo le agende piene di incontri appuntamenti, banchetti, convegni, presenze a cerimonie, pranzi di solidarietà e tanti incontri con persone che ci portano i loro concretissimi problemi.
Noi che abbiamo dedicato gli ultimi weekend al porta a porta come richiesto dal nostro segretario e dedicheremo la settimana che viene a preparare la manifestazione dell’11 dicembre e a illustrare ovunque cosa significhi per l’università la riforma della Gelmini.
Noi che teniamo in piedi con i nostri versamenti anche le sedi locali del Pd, che contribuiremo a sostenere il costo della manifestazione, che acquistiamo o ci abboniamo all’Unità e a Europa che pure al nostro quotidiano lavoro non dedicano una riga e seguono l’onda del pensiero comune che ci rappresenta come «nullafacenti».
Noi che ben sappiamo che la maggior parte del lavoro si fa nelle commissioni e negli incontri più che in aula, esattamente come per un sindaco ciò che fa in consiglio comunale è una minima parte del suo lavoro.
Ricordiamo che ovunque, in qualsiasi parlamento democratico, l’attività in aula è la parte finale dell’ attività parlamentare, che è fatta di studio, relazioni, contatti, comunicazione e molto lavoro in commissione ma che solo in Italia si riduce alla rappresentazione di quanto avviene in aula.
Noi ci chiediamo e vi chiediamo “a chi giova?” questa falsa rappresentazione della realtà, questa pervicace distorsione della democrazia, questa diffusione di una cultura antiparlamento, contraria alla mediazione, al confronto civile, alla rappresentazione degli interessi. Sappiamo bene che molte cose vanno cambiate, e condividiamo le proposte che il Pd ha fatto per recuperare efficienza e capacità decisionale ma ci sembra che troppi lavorino per il superamento dell’idea stessa della democrazia parlamentare.
Noi oggi vi chiediamo di riflettere sul messaggio che è stato trasmesso, vi invitiamo a remare controcorrente, vi vorremmo far conoscere il Pd che lavora e si impegna. Le nostre agende sono a disposizione.

seguono 80 firme

da Europa Quotidiano 03.12.10

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