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"Maghi, astrologi, sondaggisti Nell´attesa del D-day via alla guerra dei pronostici", di Filippo Ceccarelli

Si può sempre scherzare sulla magia, e ancora di più su chi s´improvvisa esperto in vaticini politici. E infatti scherzava l´altro giorno il sottosegretario portavoce Paolo Bonaiuti: «Aspettiamo di vedere i maghi e i maghetti dell´opposizione che ora prevedono sconquassi per il governo la sera del 14 dicembre: quando dovranno buttare via il cappello a cono e la bacchetta magica».
Non si sa chi fossero esattamente questi maghetti. Ma certo ieri di nuovo Bonaiuti ha insistito con l´argomento in una videointervista sul Corriere.it: «Io ho già protestato contro tutti i maghi, stregoni, cartomanti e chiaroveggenti – qui per la verità il sorridente sottosegretario ha usato la parola francese, claire voyant – che cercano di dire che finirà male. Noi avremo la fiducia sia al Senato che alla Camera».
Ora, con tutto che l´arte della previsione politica finisce col ricordare abbastanza da vicino quella degli aruspici etruschi che esaminavano il fegato degli animali (il più celebre è l´antica riproduzione conservata nel museo civico di Piacenza), ecco, tutto lascia credere che quello del portavoce del governo sia un format di comunicazione. Ma la faccenda curiosa è che quest´ultima al giorno d´oggi così intensamente accumula energie da attrarre a sé e poi rilanciare all´esterno brandelli di mitologia, di metafisica e anche di magia arcana. Questo nessuno lo sa meglio del presidente Berlusconi.
E tuttavia, specie in un momento di passaggio forse epocale come questo, va da sé che oltre alle trattative e al calciomercato hanno il loro peso forze che non rispondono totalmente alla razionalità: vibrazioni emotive, pulsioni giocherellone, sensibilità viscerali e/o trasognate. Di qui un´orgia di previsioni, pure alimentata da quell´altra fabbrica di evoluti e costosi oracoli che sono i sondaggi, e l´affollarsi di scommettitori (a metà novembre davano il Cavaliere abbastanza spacciato), astrologi di varia fama e più o meno improbabili chiromanti.
La storia insegna che i potenti sentono spesso il fascino dei maghi. Al netto degli ermetici fregi sul mausoleo di Arcore, della pianta pseudo-esoterica di villa La Certosa, della gatta di pietra egizia sul cornicione di Palazzo Grazioli, della statuetta dell´Arcangelo recatagli in dono per sconfiggere la jella che perseguitava la crociera della nave Azzurra (Bonaiuti si ruppe un braccio) e di alcune decine di scaramantici cornetti di cui lo forniscono a getto continuo senatori, deputati e ministri come Rotondi, non risulta che Berlusconi consulti con regolarità indovini o fattucchiere.
Magari perché non ne ha tanto bisogno. Come si potrebbe dedurre da questa impegnativa testimonianza resa in tempi non sospetti (aprile 2008) nientemeno che da Gianni Letta: «Ha un intuito prodigioso che lo porta naturalmente a capire ciò che agli altri non è chiaro o che non è ancora decifrabile. Vede prima e più lontano». Letta aggiungeva di averlo sentito «spesso scherzare su questa sua sensibilità quasi magica di prevedere il futuro». La frase esatta riferita dal suo fido collaboratore suona in verità un po´ stramba: «Io sono una strega». Che il Cavaliere lo sia o meno può avere o non avere qualche influenza sul voto parlamentare, ma non si scioglierà qui l´enigma.
Altri invece l´hanno già fatto. Almeno a girare sulla rete, gli oroscopi dicono peste. Per Berlusconi non solo è un periodo pessimo, ma le profezie, da prendersi alla rinfusa e con beneficio d´inventario, dal «Nostradamus arabo» alla maliarda Bolchini, da Astra Gossip (che conclude: «Mamma mia!») a un incognito e sboccato divinatore che annuncia: «Berlusconi, mo´ so´ cazzi», insomma quasi tutti i pronostici dicono che il colpo disastroso – ma non definitivo – proviene da un impiccio zodiacale che ha a che fare con il Capricorno. Che per inciso sarebbe il segno di Fini. Solo Branko sostiene che il premier ha un cielo perfetto che lo rende «invincibile». Fermo restando che il risultato, anche a Montecitorio, resta seduto sulle ginocchia degli dei.

La Repubblica 10.12.10