attualità, partito democratico

Obiettivo 2011: andare oltre Berlusconi

Usciamo da un decennio di favole e chiacchiere, entriamo in uno di serietà, sobrietà, e riscossa. Conferenza di fine anno del PD
“Grazie per l’attenzione che avete avuto svolgendo liberamente il vostro lavoro”. Esordisce così il segretario del PD, Pier Luigi Bersani, nella conferenza di fine anno del PD: “Ci vediamo oggi che c’è stata una conferenza stampa-fiume degna di Kim il Sung. Siamo a quell’ordine di grandezza. Saltano perfino i telegiornali – dice il segretario del Pd riferendosi al Tg1- mi chiedo se ha ancora senso chiedersi in quale normale paese d’Europa succede così. Dal premier un mare di chiacchiere senza dentro nulla di concreto per la situazione degli italiani. Va così da 10 anni sono le solite”.

Fa una citazione a sorpresa: “ricordo ciò che mi disse Montanelli: ricordatevi che quest’uomo non sa distinguere tra verità e menzogne.
Bè riuscire a parlare de L’Aquila senza dire che nel 1000proroghe han tolto il rinvio delle tasse vuol dire che pensa che siamo un popolo di imbecilli aquilani in testa o che aveva ragione Montanelli.
Guardate che non è la fine di un anno ma un passaggio di decennio. 10 anni del nuovo secolo caratterizzati per la democrazia personalizzata e che ci han fatto precipitare in tutte le classifiche, che riguardano la vita reale degli italiani. Com’è che abbiamo perso posti nei redditi, nel pil procapite, siamo appena davanti a malta nell’occupazione femminile, al penultimo posto per la giovanile e che per il tasso di crescita siamo davanti solo ad Haiti? Com’è che la fedeltà fiscale è calata e i redditi non salgono?

Dove vogliamo andare. “Noi siamo una forza di governo momentaneamente all’opposizione e parto da lì, ma non accetto i calcoli delle probabilità sulle fortune elettorali di un partito. La capacità di farsi comprendere dall’opinione pubblica non arriva da sì e no di eventuali alleati, c’è se la proposta è sentita dal paese. Allora lavoro per dire agli italiani cosa andrebbe fatto, sono convinto che dobbiamo portare la discussione fuori dal politicismo. Fate il confronto tra anno 2000 e anno 2010: i 15 paesi europei allora e adesso…quota di italiani sotto la soglia di povertà, 75% del reddito medio UE: siamo passati dal 20 al 29% è il sud che sta peggio. E la quota sopra il 125%? E’ la zona ricca, eravamo a oltre il 50% siamo al 32. Io lo so che su facebook ‘ste cose non girano, pretendo che le tv le facciano girare. Ma lo so, ho dei figli, vedo che il sabato gli amici vanno a mangiare coi soldi del papà perché nessuno ha lavoro. Vogliamo parlarne ragazzi? Il resto viene dopo. Non sarà attuale, ma aspettate qualche mese e vedrete.

Abbiamo perso sostanzialmente: il sud si allontana dal nord, il nord dall’Europa e i giovani non hanno più prospettive. C’è scollamento micidiale istituzioni-società, rubare i deputati al terzo polo non è da politico ma da politicante della peggior specie.

Bersani lancia l’allarme: “Ci sono tensioni incombenti. Ma questo paese accetta di continuare a prendere il sonnifero o vuole reagire? Berlusconi fa l’ipnotizzatore ma basta prendere il sonnifero dobbiamo arrestare il declino: non è la storia di 10 anni che ci lasciamo dietro, la crisi galoppa ora.
Noi proponiamo un’agenda all’altezza del decennio e non della settimana o del mese. Per la prospettiva dei giovani non possiamo lasciarci più addormentare. Come più grande forza dell’opposizione dobbiamo costruire una piattaforma”.

E spiega cosa intende per riforma repubblicana: rafforzare una democrazia costituzionale con le radici in Europa, riforma elettorale, costi della politica, legalità, giustizia per i cittadini. Un’agenda di riforme impegnative e profonde.
E dietro il lavoro per Bersani ci sono molte azioni da fare per far girare l’economia e garantire la ripresa: “Chi ha di più deve dar di più, green economy, nuovo patto sociale, liberalizzazioni, dar fiato alla crescita per dar lavoro. Ci sono redditi da sostenere e così le famiglie, perché i consumi sono troppo bassi”. E sbotta: “Ma quali conti a posto, senza salvar le banche siamo passati dal 104 al 120%, Tremonti non ci racconti che basta sommare il risparmio privato al debito pubblico perché così la Grecia stava meglio di noi. Ma si è ribaltata! In nome di una stagione di riforme lanciamo un messaggio politico: adesso ci rivolgiamo a tutte le forze d’opposizione e a tutte le forze sociali perché ciascuno ci dica e si prenda la sua responsabilità. E’ una proposta che non vive sul calcolo delle probabilità di chi ci sta, è la nostra posizione anche fossimo soli al governo, perché siamo in emergenza: situazione dura, grave, pericolosa. Usciamo dal decennio di favole che non ci hanno portato a niente, entriamo in un decennio di serietà, verità e riscossa: un risveglio italiano con una stagione di riforme vere”.

Poi il segretario dei democratici risponde a una serie di domande: “Berlusconi ci accusa di usare la scorciatoia giudiziaria per andare al governo?
Respingo al mittente l’accusa, io parlo di Italia tanto quando uno si avvicina ai 75 anni in galera non può andarci no? Benissimo, allora occupiamoci della giustizia per i cittadini: giustizia civile, informatizzazione, durata dei processi, razionalizzazione delle sedi”.

Perché solo Napolitano interlocutore degli studenti? “Certo non si fa mai abbastanza, ma non credo che abbiamo sottovalutato la cosa. In epoca di berlusconismo non è facile fare opposizione e chi ci critica non tiene conto che denunciamo che si occupano gli spazi d’informazione. Riteniamo un insulto rispondere a studenti e ricercatori dicendo che si fa una riforma contro clientele e baroni. E che van sui tetti per difendere quelli? Da Napolitano un gesto nobile e importantissimo perché quando vedi i cartelli di studenti con scritto Non ci fidiamo dello stato oppure Non ci rappresenta nessuno io non ci sto. Li ho visti quei cartelli, la Gelmini no. Quindi grazie a Napolitano perché il centrodestra non si rende conto di cosa è una democrazia”.

Confronto tv con il capo del governo? “Facciamo la media delle regole, non faccio quelle di Arcore… scelga tra i paesi democratici, non quelli che visita li, e poi scelga. Oggi ho sentito osannare il Kazakistan, lo rispetto, ma farsi una capitale con un progetto approvato in 8 giorni…vorrei vederlo fare in Umbria…”.

Un’opposizione dura. “Non siamo tiepidi sulla correttezza dei ministri – dice a giornalista de Il fatto – su Bondi abbiamo fatto la mozione di sfiducia. Dico ai moderati: noi ci occupiamo dei problemi reali. Proporremo la cancellazione delle leggi speciali che han consentito di dare appalti allegri mentre si riduceva di 5 miliardi la somma degli investimenti pubblici: grandi opere, investimenti locali. No, le cancelliamo tutte! Così si fan leggi normali più efficienti “.
Un passaggio è anche sull’identità del PD: “Vogliamo partiti in cui si discute con un esito costruttivo per il paese, la direzione serve a questo non alle sfumature tra me e Veltroni. Parlerò a gennaio di Italia. Parliamo a tutti quelli che vogliono ridare un assetto più democratico all’Italia e pensiamo che condizionare Berlusconi sia un ossimoro, lui non tratta compra, e lo fa con la pistola puntata della compravendita. Lo dico al terzo polo”. E alla domanda su Vendola, se si sia sentito rispettato dopo il loro pranzo risponde: “io mica son permaloso, accetto critiche sempre. Chiedo generosità ne più ne meno di quel che ci metto io, ce la dobbiamo mettere tutti all’opposizione, mettendo in secondo piano traiettorie personali e di partiti e di discutere come entrare in un nuovo decennio, con responsabilità”.

Primarie. “C’è una cosa semplice nel nostro statuto. La sequenza logica è programma-coalizione-decisione sulle primarie. Non si venga a dire a Bersani che non vuol fare le primarie, c’è qualcuno che vuole imbrogliare? Le nostre regole parlano di discussione comune per decidere se farle. Poi ho detto che dobbiamo fare manutenzione sulle primarie che facciamo ad esempio per le amministrative perché non voglio buttare il bambino con l’acqua sporca. Non si pensi che si dica che la coalizione è quella di chi accetta le primarie. La democrazia personalizzata dei nomi sul simbolo e di chi dice io, io, io, io,io non fa riforme. Ma l’alternativa non è scimmiottarlo, è un altro film più simile a una democrazia che funzioni”.

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