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Scuola: Franceschini, in piazza per difenderla dagli insulti del premier

Dario Franceschini ha lanciato la proposta di una grande mobilitazione in difesa della scuola pubblica, dopo le critiche del premier Silvio Berlusconi.
“Tutti di nuovo in piazza, come le donne il 13 febbraio senza simboli e bandiere, a difendere la scuola pubblica dagli insulti di Berlusconi”, e’ l’appello diffuso da presidente dei deputati del Pd su Twitter e Facebook.

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BERLUSCONI, BERSANI: SCHIAFFO INACCETTABILE A SCUOLA PUBBLICA

Sull’onda delle polemiche sollevate, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, attraverso una nota, ritorna sulla questione sottolineando: “Come al solito anche le parole che ho pronunciato sulla scuola pubblica sono state travisate e rovesciate da una sinistra alla ricerca, pressoché ogni giorno e su ogni questione possibile, di polemiche infondate, strumentali e pretestuose”. “Desidero perciò chiarire nuovamente, senza possibilità di essere frainteso, la mia posizione sulla scuola – continua il premier -. Il mio governo ha avviato una profonda e storica riforma della scuola e dell’Università, proprio per restituire valore alla scuola pubblica e dignità a tutti gli insegnanti che svolgono un ruolo fondamentale nell’educazione dei nostri figli in cambio di stipendi ancora oggi assolutamente inadeguati. Questo non significa non poter ricordare e denunciare l’influenza deleteria che nella scuola pubblica hanno avuto e hanno ancora oggi culture politiche, ideologie e interpretazioni della storia che non rispettano la verità e al tempo stesso espropriano la famiglia dalla funzione naturale di partecipare all’educazione dei figli. Le mie parole, perciò – conclude il premier -, non possono essere in alcun modo interpretate come un attacco alla scuola pubblica, ma al contrario come un richiamo al valore fondamentale della scuola pubblica, che presuppone libertà d’insegnamento ma anche ripudio dell’indottrinamento politico e ideologico”.

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SCUOLA: BERSANI, GELMINI SI DIMETTA ++
NON SI ARRAMPICHI SU VETRI PER DIFENDERE PREMIER (ANSA) – ROMA, 27 FEB – ‘Se la Gelmini fosse un vero ministro, invece che arrampicarsi sui vetri per difendere Berlusconi, dovrebbe prendere atto degli inaccettabili attacchi che il premier ha rivolto agli insegnanti e alla scuola pubblica e dovrebbe dimettersi’. Cosi’ il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commenta le parole del ministro della pubblica istruzione Mariastella Gelmini.

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SCUOLA:GELMINI A BERSANI, APPARTIENE A PAESE NON ALLA SINISTRA = (AGI) – Roma, 27 feb. – “La sinistra guarda alla scuola pubblica italiana come a un luogo di indottrinamento ideologico. Bersani si rassegni: la scuola non e’ proprieta’ privata della sua parte politica”. Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini risponde al leader del Pd Pierluigi Bersani che ne ha chiesto le dimissioni dopo l’intervento del premier al congresso dei cristiano-riformisti. “Noi vogliamo un sistema educativo che abbandoni vecchi slogan e punti sul merito”, sottolinea Gelmini, “sull’efficienza e sulla valutazione per valorizzare ancora di piu’ il ruolo dei docenti e dare agli studenti una formazione di qualita’”. E conclude: “Ogni giorno Bersani chiede in maniera scomposta le dimissioni di qualche esponente del governo. Lo invito invece a riflettere sugli errori storici della sinistra, incapace di leggere la modernita’ e capire le esigenze della societa’ in cui viviamo”.

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Berlusconi: Bersani, schiaffo a scuola
Scuola pubblica e’nel cuore degli italiani, non sara’ distrutta

”La scuola pubblica e’ nel cuore degli italiani. Da Berlusconi arriva uno schiaffo inaccettabile”. Cosi’ il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha replicato a Silvio Berlusconi sulla scuola pubblica.”Con richiami di sapore antico – afferma Bersani – Berlusconi se la prende con comunisti e gay,insultando l’intelligenza del Paese. La scuola pubblica – prosegue il segretario del Pd – e’ il luogo in cui l’Italia costruira’ il suo futuro. Non permetteremo che Berlusconi la distrugga”.