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"Cambia il vento dei sondaggi, in picchiata la fiducia del premier", di Mauro Favale

Berlusconi ha perso 8 punti di consenso nel giro di due mesi. Ora i rilevamenti danno il centrosinistra in vantaggio. Pagnocelli: “Il 60% chiede le dimissioni del presidente del Consiglio”. Fiducia in calo costante per Berlusconi. Chi dice abbia perso 3 punti e chi arriva fino 8, solo negli ultimi due mesi. E per la stragrande maggioranza degli italiani, il 6 aprile dovrebbe presentarsi in Tribunale per rispondere dello scandalo-Ruby. Nelle intenzioni di voto, il centrosinistra viene dato sempre più spesso in vantaggio. Cifre e tabelle dei sondaggisti sembrano raccontare, dopo settimane di immobilismo, una “crepa” sempre più vistosa nell’immagine del premier.

Non tutti gli studiosi di correnti d’opinione, com’è ovvio, forniscono la stessa lettura dei dati. Per due istituti (quello di Nicola Piepoli e Euromedia Research di Alessandra Ghisleri, l’istituto di riferimento di Berlusconi) è il centrodestra ad essere ancora in testa, sia pure con un distacco sottile e con tanti indecisi. Qualcosa, però, si muove. Renato Mannheimer, di Ispo, presentando i suoi dati qualche sera fa a Porta a Porta ha sottolineato: “È la prima volta, da mesi, che il centrosinistra dimostra di avere delle possibilità”. Ora spiega: “C’è un atteggiamento critico nei confronti del centrodestra e una percezione di maggiore debolezza del governo. Anche se il condizionale resta d’obbligo”. Gli incerti sono ancora quattro su dieci. Ma il calo di Berlusconi c’è, indubitabilmente. “Non so – continua Mannheimer – quanto abbia influito l’effetto Ruby o l’insoddisfazione per l’attività del governo. Certo, se il premier facesse le riforme forse di Ruby importerebbe
poco”.

Le rilevazioni di Ispo hanno evidenziato che – in uno scenario con Casini in campo come leader del Terzo polo – la sfida tra Bersani a capo del centrosinistra e Berlusconi a capo del centrodestra finirebbe, oggi, con un distacco di 7 punti: 36% contro 29%. Questi dati – va specificato – sono i consensi ottenuti dai capi-coalizione, cioè da Bersani e Berlusconi proposti come contendenti. In altre parole non corrispondono alla somma delle intenzioni di voto raccolte dai partiti delle rispettive coalizioni. Un trend simile lo rileva Nando Pagnoncelli di Ipsos che ha dato Berlusconi sconfitto sia da Bersani sia da Casini sia da Vendola. Con un 60% che ritiene che il premier debba dimettersi.

Molti si domandano: sta girando il vento? “Possiamo dire – spiega il sociologo Ilvo Diamanti – che siamo “sulla soglia del cambiamento”, per usare il titolo di un libro di Arturo Parisi. Quel libro studiava l’elettorato della Dc alla fine degli anni ’80. Elettorato incerto, al quale la Dc non piaceva ma che continuava a votarla. Erano elettori pronti a cambiare. Ma per farlo avevano bisogno di buone ragioni. Oggi siamo in una situazione simile. C’è stanchezza e noia, oltre che disagio, nei confronti di Berlusconi. Ma tutte queste buone ragioni non è detto che si traducano in un reale cambiamento”. Attenzione a non confondere, conclude Diamanti, “le indicazioni sulla fiducia personale con un immediata risposta elettorale, le opinioni con il clima più generale”. Un processo, però è iniziato.

“È un processo lungo – dice Antonio Noto di Ipr Marketing – ma da un po’ stiamo riscontrando un livello di fiducia in calo. Il caso Ruby è costato al premier tra i 6 e gli 8 punti”. Sei mesi fa, secondo Ipr, il centrodestra era avanti di 5-6 punti. Ora questo distacco è ridotto a 1-2 punti. “Uno scossone c’è stato – prosegue Noto – ma non è avvenuto alcun passaggio di elettorato tra i due poli. È diminuita la base elettorale perché una parte di elettori si rifugia nel non voto”. Ma c’è anche chi voterebbe con meno problemi il centrodestra se non ci fosse Berlusconi: “Senza di lui, dai nostri dati, il centrodestra sale di 5-6 punti – dice Roberto Weber di Swg – Per la prima volta Berlusconi viene percepito come un peso. Sta iniziando ad affaticare i suoi”. Le variabili, però, sono tante. “E quello che sta accadendo in Libia – segnala la Ghisleri di Euromedia – potrebbe mettere in secondo piano molte vicende nostrane. Certo, fino a qualche mese fa la situazione era più stabile. Poi c’è stato uno scossone, ma dopo il 14 dicembre il Pdl ha iniziato a risalire. E non dimentichiamo la capacità di Berlusconi di stupire anche nei momenti più difficili”.

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