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"«Abbracciamo» il Colosseo, in nome della cultura", di Luca Del Frà

Domani iniziativa di protesta contro lo stato di abbandono del patrimonio artistico del nostro Paese. Iniziative a Roma a Padova e in Sicilia. Il gesto affettivo più forte e tenero, caldo, universale: abbracciarsi, stringersi per ritrovarsi e riconoscersi. È questo il simbolo della campagna in difesa del nostro più grande patrimonio che da due mesi attraversa il territorio nazionale, «Abbracciamo la cultura» che domani troverà una giornata di mobilitazione in tutta Italia, con il suo momento clou nella capitale, dove una catena umana «abbraccerà» il Colosseo.
A condurre la manifestazione romana sarà Concita De Gregorio, a partire dalle 9.30 si alterneranno sul palco Salvo Barrano, Associazione Nazionale Archeologi, Rossella Muroni, di Legambiente, Roberto Natale, della Federazione nazionale della stampa, Giulio Scarpati, de Sindacato Attori, intercalati da interventi musicali. Al segretario della Cgil Susanna Camusso, l’intervento finale prima che una catena umana si stringa attorno al Colosseo.
Nelle stesse ore saranno «abbracciati» la Cappella degli Scrovegni a Padova, il tempio C del prezioso sito archeologico di Selinunte in Sicilia, da anni nel degrado, i Sassi di Matera, la Marmifera di Carrara. È il segno di come la cultura sia una emergenza e domani la presenza di attori, giornalisti, archeologi, ambientalisti non deve stupire. Partita a gennaio, “Abbracciamo la cultura” ha già “abbracciato” il centro storico dell’Aquila, abbandonato dal governo, il teatro delle Muse di Ancona, Piazza Armerina, Firenze, Verona, Milano, Campobasso, nella convinzione che l’attacco del governo alla cultura riguardi tutti: lo spettacolo e i siti archeologici, i beni architettonici, la scuola, i giornali, l’università, i nuovi media, la ricerca e gli artisti.
L’iniziativa, infatti, è di una coalizione di associazioni lontane tra loro come i tecnici restauratori e archeologi, la Cgil, i sindacati dello spettacolo, Legambiente, l’Arci e Acli, la federazione della stampa. A Camusso toccherà fare il punto sulla criticità del lavoro artistico, culturale e dell’istruzione, con una altissima presenza di precari, senza reali ammortizzatori sociali –soprattutto nello spettacolo–, con scarsi contributi e tutele.
Domani si apre una vera e propria escalation di proteste lungo il mese di marzo: l’8 marzo toccherà alle donne consegnare a Palazzo Chigi le oltre 10 milioni di firma del appello del Pd contro Berlusconi dal esplicativo titolo “Dimettiti!”. Il 12 si manifesta in difesa della costituzione e della scuola pubblica, il 17 la società civile darà vita alle celebrazioni del 150 ̊ anniversario dell’Unità, pressoché ignorate dal governo, mentre il 27, per la giornata mondiale del teatro, le associazioni italiane stanno organizzando una “giornata per la fine del teatro in Italia” sotto i colpi del governo Berlusconi.

L’Unità 04.03.11