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SOS Rinnovabili, le imprese chiedono di cambiare il decreto incentivi. Il PD le ascolta, il governo no

Assemblea degli operatori, partecipano anche Bersani e Franceschini. Bianchi: “mettono a rischio migliaia di posti di lavoro”. Realacci: “Il settore vale già l’1% del PIL, il decreto va subito cambiato”. IL PD si impegna in parlamento per cambiare il decreto. Pannelli solari in panne grazie a Romani e Berlusconi. Le banche estere hanno sospeso i finanziamenti e scritto al governo. Gli operatori sono rimasti con gli investimenti in sospeso. E nessuno sa più che cosa deve fare in un settore, quello delle rinnovabili, dove la politica industriale varata da Bersani durante il governo Prodi ha fatto crescere attività, produzione, servizi, occupazione, oltre che un intervento interessante ai fini ambientali: è il risultato strabiliante del “governo del fare” nel settore delle energie rinnovabili. “Solo pochi mesi fa il governo aveva fissato gli incentivi al fotovoltaico valevoli fino al 2013” ha detto ieri il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Poi, improvvisamente, in corso d’opera, mentre già erano partiti investimenti, finanziamenti e progetti, con un provvedimento d’urgenza il governo ha sospeso tutto, rinviando la definizione degli incentivi ad una nuova decisione da prendere entro un mese. L’ennesimo colpo alla credibilità italiana” ha detto Bersani, secondo il quale agli incentivi per le fonti di energia rinnovabile va dato sì un inquadramento, ma in base ad un progetto certo e prevedibile nel tempo. Invece con l’ultimo decreto il governo ha solo chiuso il 3° conto energia a partire dal 31 maggio prossimo. Il terzo Conto energia disciplinava la distribuzione degli incentivi e doveva restare in vigore fino al 2013. La sua abolizione ora porta le banche a negare gli investimenti e gli operatori così devono sospendere le installazioni perché nessuno assicura che l’Enel le allacci alla rete. Così le piccole e grandi aziende che a breve si troveranno senza fondi e senza clienti pronti ad investire nel fotovoltaico a causa del blocco degli incentivi oggi si sono riunite a Roma al Teatro Quirino alla manifestazione “SOS rinnovabili”.
Ad ascoltarli anche il segretario del PD Bersani, dal capogruppo alla Camera Dario Franceschini e i deputati Della Seta, Ferrante, Mariani, Braga, Tomaselli.
Ermete Realacci, responsabile green economy del PD,al Quirino ha spiegato perché il Governo deve cambiare subito il decreto sulle rinnovabili: “L’Italia ha le carte in regola per diventare leader in questo settore di eccezionale importanza per il futuro della nostra economia, ma il modello da prendere ad esempio deve essere quello della Germania che alla fine del 2010 aveva installato oltre 16000 MW di fotovoltaico e punta ad arrivare per il 2020 è 52000 MW”. Invece stanno fermando un treno in corsa che già oggi vale l’1% del Pil del nostro paese. La straordinaria partecipazione alla manifestazione indetta oggi dalle associazioni delle rinnovabili a Roma è la dimostrazione di quanta grande sia la preoccupazione fra le migliaia di imprese e di addetti. Il Governo deve fare marcia indietro per non affossare uno dei pochi settori che nel periodo di crisi economica, in controtendenza, ha aumentato l’occupazione”.
Bersani ha commentato l’incontro sulla sua pagina facebook: “Oggi sono stato ad ascoltare le associazioni, le imprese, gli operatori impegnati sulle rinnovabili. Il governo faccia subito chiarezza e non blocchi un settore in crescita. Il PD è accanto a chi costruisce il futuro e a chi crea lavoro e sviluppo sostenibile”.

Stella Bianchi, che nella segreteria del Partito Democratico è responsabile Ambiente, chiede a Berlusconi non rassicurazioni di prammatica, come ha fatto oggi ma di “capire che il governo ha commesso un errore grave che mette a rischio milioni di investimento e migliaia di posti di lavoro. Il governo deve fare subito retromarcia con atti immediati per ridurre il danno e fermare subito gli effetti retroattivi per salvare gli investimenti avviati e programmati. A partire dalla riunione convocata per il 15 marzo dal ministro Romani, l’esecutivo si confronti davvero con le associazioni del settore, come chiesto con forza anche nell’incontro di questa mattina da Sos Rinnovabili”. In teatro c’era anche il senatore Salvatore Tomaselli, che fa parte della Commissione Industria. Lui ha visto “lavoratori e imprenditori impegnati nel settore delle rinnovabili, persone per bene e con una gran voglia di lavorare creando occupazione, ricerca e innovazione, non c’erano facce di speculatori e imbroglioni. Tante storie di successo e di sacrifici raccontate con passione e ansia per un futuro reso incerto dalla scelta del Governo di colpire duramente il settore delle energie rinnovabili, aprendo di fatto la strada verso una miriade di crisi aziendali con migliaia di posti di lavoro a rischio. Ho visto questo partecipando stamani alla manifestazione indetta al teatro Quirino di Roma dalle Associazioni di rappresentanza delle imprese delle rinnovabili.
Una protesta civile e propositiva che il Governo non può ignorare avviando da subito la modifica delle parti più controverse del Decreto Legislativo approvato nei giorni scorsi, recuperando le indicazioni emerse unanimi dalle Commissioni parlamentari che il Governo ha colpevolmente ignorato. C’è bisogno di urgente provvedimento che possa ridare certezza agli investitori in un settore strategico per l’economia nazionale, per l’equilibrio energetico del paese e per l’ambiente, portatore di innovazione e di lavoro qualificato.
L’auspicio è che il Ministro Romani, che nei prossimi giorni incontrerà le associazioni e le banche, ascolti le voci che si sono levate stamani e che non possono essere cancellate da quella logica di sudditanza dell’esecutivo verso le grandi lobbies energetiche del paese (dal gas al carbone, dal petrolio al nucleare) che è emersa clamorosamente in questa vicenda”.

Stefano Fassina che nella segreteria del Pd è responsabile Economia e Lavoro amplia il discorso: “Il governo ogni volta che si avvicina alle politiche industriale compie disastri. E’ stato così con i famigerati click day che hanno svuotato i crediti di imposta all’innovazione e alla ricerca e agli investimenti nel Mezzogiorno. E’ stato così con gli incentivi alla rottamazione delle auto che non hanno avuto una fase di graduale azzeramento. E’ stato così con la detrazione del 55% per le eco-ristrutturazioni che sono state depotenziate dall’incertezza della proroga. E’ stato così con la sottrazione delle risorse per la banda larga e per le bonifiche industriali che sono state dirottate in spesa corrente. Tutto questo avviene in una fase difficilissima per l’economia reale segnata dalla carenza di investimenti. Senza il sostegno alla crescita di qualità la nostra situazione di finanza pubblica, non può avere un miglioramento strutturale”. E conclude: “E’ necessario un altro governo. Il governo Berlusconi fa male al Paese”.

L’impegno del PD in Parlamento. “La questione rinnovabili non può finire così: come deputati del Partito Democratico, abbiamo chiesto al Presidente della Camera di calendarizzare per la prossima settimana la nostra mozione per modificare il decreto Romani” fa sapere Alberto Losacco. “Così come è stato varato dal Governo questo provvedimento distrugge un settore vitale specialmente al sud Italia. Il settore delle energie rinnovabili è, ad oggi, l’unico che non solo non sta subendo gli effetti della crisi economica globale, ma anzi è in pieno sviluppo – spiega Losacco – il taglio degli incentivi è folle e suicida: come è emerso ascoltando le riflessioni dei rappresentanti delle aziende del settore, che stamani si sono incontrati a Roma per protestare e confrontarsi, il decreto Romani ha trascinato l’intero comparto rinnovabili nell’incertezza assoluta. 150 mila lavoratori e le loro famiglie sono a rischio disoccupazione – conclude Losacco – a causa di questo decreto: noi deputati del Pd intendiamo pertanto mobilitarci affinché si riapra il dialogo sul sostegno e lo sviluppo del comparto rinnovabili”.
E la Commissione Ambiente della Camera ha deliberato la realizzazione di un’indagine conoscitiva sulle politiche ambientali in relazione alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Al deputato PD Salvatore Margiotta, vicepresidente della Commissione, è stato affidato al il compito di estendere il documento finale. Il ciclo di audizioni – che inizierà la prossima settimana – coinvolgerà il Commissario europeo per l’ambiente, rappresentanti delle Regioni, degli enti locali, operatori del settore, ricercatori, parti sociali ed associazioni di categoria.
“E’ molto importante – ha affermato Margiotta – la decisione unanime di effettuare tale indagine conoscitiva. Si tratta infatti di un campo decisivo, non solo per il contributo che può derivarne, in linea con gli obiettivi dell’Unione europea, alla diminuzione delle emissioni nocive e alla lotta ai cambiamenti climatici, ma anche per il peso sociale ed economico che il settore ha nel Paese: si calcola che quasi 150.000 persone lavorino a diverso titolo in questo campo, che contribuisce per un punto percentuale di PIL alla ricchezza nazionale. E’ peraltro una felice combinazione del caso che l’indagine, pensata già da tempo in seno alla Commissione, sia deliberata proprio nei giorni successivi all’emanazione del Decreto incentivi che, come è noto, ha registrato grandissime contrarietà e una forte opposizione tra gli operatori, attraversando trasversalmente tutte le forze politiche presenti in Parlamento. I dati che acquisirà la Commissione, ed il dibattito che ne seguirà – conclude Margiotta – potranno contribuire utilmente alla revisione del Decreto, auspicata in queste ore da più parti.”

Marco Laudonio

www.partitodemocratico.it

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