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"Altro che generazione mille euro, il primo impiego ne vale appena 800", di Francesca Barbieri

Dimenticate la generazione mille euro. Oggi la busta paga di un giovane al primo impiego è ben più leggera: 823 euro netti al mese. Giusti giusti per pagarsi l’affitto di un monolocale nel centro di una grande città o per vivere in qualche metro in più in periferia. Con mamma e papà che continuano a fare da sponsor per far quadrare i conti a fine mese.
Il centro studi Datagiovani ha passato ai raggi x 313mila under 30 al primo impiego (e che lavorano da non più di un anno) per tratteggiare il quadro degli stipendi medi delle new entry sul mercato del lavoro.

E l’immagine che ne emerge è una cartina dell’Italia con evidenti differenze sul territorio: al Nord il guadagno è di 876 euro, il 6% in più rispetto alla media, mentre nel Mezzogiorno lo stipendio non arriva a 750 euro. Il gender pay gap, poi, è ben evidente sin dall’inizio della carriera: «Mentre i maschi neoassunti sfiorano 900 euro mensili – spiega Michele Pasqualotto, ricercatore di Datagiovani – le ragazze si fermano a 750, con un gap del 20 per cento».

Focus su settori e posizioni
Nell’industria si registrano gli stipendi d’ingresso più alti: 937 euro al mese, il 14% oltre la media. Anche chi lavora nelle costruzioni e nelle attività dei servizi riesce a strappare qualcosa in più rispetto alla media (circa 30 euro). I più penalizzati sono, invece, i giovani che iniziano a lavorare nel commercio, con uno stipendio di 650 euro, il 20% in meno.
Spostando il focus sulla posizione nella professione e tralasciando i gradini più elevati, risulta che sono i giovani impiegati a innalzare la media retributiva al primo impiego, con 912 euro mensili, dato che operai (737 euro) e apprendisti (722 euro) intascano oltre il 10% in meno rispetto al valore medio. E, ovviamente, sono le buste paga degli atipici a pesare di meno: 801 euro contro gli 867 degli assunti a tempo indeterminato.

Il titolo di studio paga
Il titolo di studio “tecnico” è una carta decisiva per strappare stipendi migliori. Se un giovane neoassunto che si è fermato alle scuole dell’obbligo deve accontentarsi inizialmente di poco più di 700 euro al mese, un diplomato sfiora gli 800 euro, e se ha ultimato un percorso di studi in un istituto tecnico percepisce da subito 861 euro. «È evidente – precisa Pasqualotto – la crisi dei licei: la bassa professionalizzazione si traduce in bassi stipendi, pari a nemmeno 700 euro».
Mettendo sotto la lente lauree e specializzazioni, risulta che un neoassunto con un titolo tecnico ha una busta paga media di poco inferiore ai 1.100 euro, può superare i 1.300 se ha una laurea in campo sanitario, mentre deve accontentarsi di circa 950 euro se ha seguito un corso umanistico.

Il trend
Il confronto con le retribuzioni 2009, rivalutate secondo gli indici dei prezzi al consumo, mostra una flessione a livello nazionale dei salari di ingresso dei giovani del 2,6 per cento. Il calo più ampio si registra al Nord (-6%), seguito dal Mezzogiorno (-3,3%), mentre al Centro i valori sono in controtendenza (+5,2 per cento).
Sono le classi di età più giovani (fino ai 24 anni), le ragazze ed i contratti a tempo determinato a essere stati maggiormente penalizzati, con diminuzioni intorno al 3%, e coloro che hanno trovato lavoro nel settore del commercio (-13,6 per cento).
Buone notizie, invece, per i laureati, che hanno registrato un incremento dei salari di ingresso (+5,9%), a dispetto della contrazione del 7,3% subita dai diplomati.

Il Sole 24 Ore 14.03.11

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