cultura

"L’Unità d’Italia? Oggi è un appello per salvare la nostra cultura", di Valentina Grazzini

Ma qual è, a maggior ragione oggi, il collante di un paese? La cultura: ecco perché stanotte Anna Bonaiuto ed Elisabetta Pozzi leggeranno in contemporanea, a Firenze e a Roma, un appello contro i tagli. Per ironico gioco di retorica le due parole che più ricorrono in questi giorni sono unità e tagli. Mentre viene celebrato il 150esimo della nascita dell’Italia, se ne distrugge a uno dei fondamenti
su cui fu costruita, la cultura.
Ma forse proprio su questo ossimoro può misurarsi il senso di appartenenza degli italiani. Tante sono le occasioni di pensare all’Unità: a Roma l’evento sarà celebrato con la Notte tricolore che offrirà concerti, spettacoli teatrali, animazioni di strada, mostre, letture, illuminazioni, proiezioni, fuochi pirotecnici e lectio magistralis. E quasi tutte le iniziative saranno gratuite (programma completo su www.italiaunita.it). La fitta agenda romana del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano partirà con la visita all’Altare della Patria, proseguirà al Pantheon per deporre una corona d’alloro sulla tomba di Vittorio Emanuele II di Savoia, primo Re d’Italia, per poi toccare il Gianicolo, il complesso monumentale di Porta San Pancrazio e il Museo della Repubblica Romana e della Memoria Garibaldina. Nel pomeriggio
a Montecitorio il Capo dello Stato terrà poi il discorso celebrativo della Fondazione dello Stato unitario di fronte alle Camere riunite.
Gran finale al teatro dell’Opera, dove Napolitano assisterà al Nabucco di Verdi diretto dal maestro Riccardo Muti. Intanto la seconda capitale, Torino, racconta l’Italia attraverso gli italiani: Fare gli Italiani. 150 anni di storia nazionale è la mostra ospitata nelle Officine Grandi Riparazioni, forse una delle più interessanti tra le molte proposte nel capoluogo
piemontese (programma su www.italia150.it).
Ma se celebrare è bene, riflettere lo è ancor di più. Così proprio nella notte italiana per eccellenza, quella che ci traghetterà alla giornata di domani quando i tricolori sventoleranno nelle piazze, il regista Maurizio
Scaparro ha preparato un appello contro i tagli al teatro che ha per l’appunto 150 firmatari. Dalla A di Antonio Albanese fino alla Z di Luca Zingaretti appaiono tra gli altri Giorgio Albertazzi, Alessandro Bergonzoni, Claudia Cardinale, Lella Costa, Luca De Filippo, Davide Enia, Rossella Falk, Alessandro Gassman, Monica Guerritore, Sergio Staino, Catherine
Spaak, Massimo Ranieri, Lina Sastri, Ugo Gregoretti, Anna Maria Guarnieri, Umberto Orsini, Moni Ovadia, Paolo e Lucia Poli, Gabriele Lavia, Antonio Latella… Generazioni di attori e registi uniti in nome di un’appartenenza. L’appello sarà letto da Anna Bonaiuto alla mezzanotte di stanotte al Teatro della Pergola di Firenze (terza capitale, tout se tient) e, in contemporanea, da Elisabetta Pozzi a Palazzo Barberini di Roma. «Non ci troviamo certo in un periodo facile e piacevole per il nostro Paese – recita l’appello di Scaparro -.
Con in più il peso necessario di doverlo e volerlo vivere a 150 anni dall’Unità d’Italia. Le lotte, le conquiste, i grandi ideali, i sogni, le delusioni, le tensioni all’Unità (anche culturale, quindi linguistica e teatrale). Il teatro italiano proprio per la sua capacità di tradurre ed interpretare questi stessi sogni nella ricchezza delle sue lingue e dei suoi dialetti, è stato per un lungo periodo una preziosa moneta di scambio che circolava tra mille difficoltà e avventure in Europa, nel Mediterraneo, al quale pensiamo tutti in queste ore con grande preoccupazione, e nel mondo
intero». «Noi siamo gli eredi di quei comici che con i loro viaggi hanno contribuito a far nascere l’Europa della cultura, prima di quella delle banche, e che questa Europa vogliono far crescere – continua il documento -. Anche per questo sentiamo l’urgenza e la necessità di lanciare un grido di allarme perché le istituzioni del nostro Paese e il mondo della comunicazione non perdano il contatto con le forze vive della cultura e del lavoro, per costruire, con la grande tradizione dei Maestri e le vitalità innovative delle giovani generazioni, un nuovo Umanesimo».

L’Unità 16.03.11