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«Allarme occupazione ora la società reagisca con noi. Pochi vessati come i docenti», Intervista a Patrizio Bianchi* di Adriana Comaschi

Usa toni che non ti aspetteresti da un assessore, Patrizio Bianchi, per raccontare l’allarme della Regione e la sua indignazione per la cancellazione di quei seimila posti di lavoro.
«Li hanno lasciati a casa senza nessuna garanzia, trattati peggio dei cani, non dobbiamo essere solo noi a contestare questo spreco», attacca l’ex rettore di Ferrara, docente di Economia e ora titolare delle deleghe a Scuola e lavoro in viale Aldo Moro.

Assessore,il presidente Errani ha scritto al ministro Gelmini. Per chiedere cosa?

«Un incontro urgente. Qui non si tratta più di discutere di un docente in più o in meno, questi tagli mettono in discussione il nostro modello di scuola, la sua sopravvivenza. Vogliamo ricordare al ministro che con la Lombardia siamo la regione con il più alto aumento di alunni: più 25 mila negli ultimi tre anni, si stima che a settembre ne entreranno altri 7.500. E già oggi abbiamo un indice di affollamento delle classi superiore a quello della media nazionale».

È questo il dato trascurato?

«Del tutto. Quindi chiediamo al governo che tengano conto anche del numero dei ragazzi: è su di loro che si deve ragionare, non sul numero “teorico” dei docenti. Così si mina la qualità della scuola, e quindi il suo essere motore di sviluppo. Senza contare il problema occupazionale che ci aprono».

Per la Cgil è come se fosse sparita un’intera grande impresa…

«Devo dire che hanno ragione, anche nel sollevare il tema. E confesso che sono rimasto sorpreso, dopo comunicazioni di tale gravità come quelle sugli ultimi tagli ho registrato reazioni molto composte, diciamo così. E allora noi facciamo la nostra parte,ma dietro il richiamo di Errani si devono trovare tutti, a partire dalle imprese».

Insomma non c’è stata la reazione che sperava? Come mai, secondo lei?

«Temo sia davvero passata l’idea che gli insegnanti siano troppi, uno “spreco” da tagliare. Ecco, questa è proprio una di quelle idee che sta cambiando il paese. Ma in peggio. E la controprova è che l’Italia non cresce. Quello tagliato da noi era anche personale qualificato, un cosiddetto “corpo intermedio”.

E cosa ha fatto il ministero?

Sono stati lasciati a casa senza nessuna garanzia – proviamo a pensare se l’avesse fatto con i dipendenti di una grande impresa, si sarebbe gridato allo scandalo. Invece li hanno “cancellati” con un tratto di penna, trattati peggio dei cani. Inoltre abbiamo speso dei soldi per formarli, e ora loro o vanno all’estero o sono precari. Questo è lo spreco. Ditemi quale altra categoria sociale è stata trattata così, da “nemica”. Ma anche, voglio sottolinearlo, quale altra è riuscita a reagire con tanta dignità».

Chi dovrebbe muoversi allora?

«La Regione farà di tutto, ma mi piacerebbe che con noi si levasse un coro enorme, in difesa della scuola e del suo personale. Non basta andare in piazza una volta (il 12 c’era anche Bianchi, ndr). E la sinistra deve almeno restituire l’onore a questa gente, che ancora sabato scorso ha manifestato pensando per prima cosa al bene di tutti. Oggi poi che ci mettiamo tutti la coccarda al petto, ricordiamo che a fare veramente l’Italia unita è stata la nascita della scuola pubblica, con l’apertura di istituti anche nel più sperduto paesino».

L’Unità 19.03.11