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Beni culturali: Pd, marcia indietro su Fus è vittoria del paese

De Biasi: ”Galan venga in parlamento per illustrare nuova linea governo”. “Il ripristino del Fus è un grande successo del mondo della cultura e di quella politica che ha a cuore il futuro dell’Italia. Il Pd si è battuto in parlamento e nel paese per ottenere la marcia indietro del governo. Al neo ministro Galan, a cui facciamo gli auguri di buon lavoro, chiediamo fin da subito: capacità di decisione, trasparenza, investimento nella cultura e l’abbandono della stagione dei tagli perché la cultura non può continuare ad essere un mero capitolo di spesa ma è una leva fondamentale per lo sviluppo economico e civile del paese. Auspichiamo che Galan venga al più presto in commissione Cultura ad esporre il suo programma. Il ripristino del Fus consente di poter finalmente approvare la legge di riforma dello spettacolo dal vivo per ridare dignità e stabilità al settore”

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Cultura, fondo Fus torna a 428 milioni
Il Colle: «Riserve» su Romano ministro

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso «riserve» sull’opportunità politico-istituzionale di nominare Saverio Romano ministro dell’Agricoltura e ha auspicato che sia fatta presto chiarezza «sull’effettiva posizione del ministro». E’ quanto si precisa in una nota del Quirinale. Le riserve manifestate dal Capo dello Stato sono riferite al procedimento a carico di romano per «gravi imputazioni».

«Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dal momento in cui gli è stata prospettata la nomina dell’on. Romano a ministro dell’Agricoltura, ha ritenuto necessario assumere informazioni sullo stato del procedimento a suo carico per gravi imputazioni»: è quanto si legge in una nota del Quirinale.

«Essendo risultato che il giudice delle indagini preliminari non ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Palermo, e che sono previste sue decisione nelle prossime settimane, il capo dello Stato – si legge ancora nella nota – ha espresso riserve sull’ipotesi di nomina dal punto di vista dell’opportunità politico-istituzionali». «A seguito, dell’odierna formalizzazione della proposta da parte del presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica ha proceduto alla nomina non ravvisando impedimenti giuridico-formali che ne giustificassero un diniego. Egli ha in pari tempo auspicato – conclude – che gli sviluppi del procedimento chiariscano al più presto l’effettiva posizione del ministro».

CULTURA, TONANO I FONDI FUS
Dopo le proteste di tutto il mondo dello spettaccolo, e dopo l’incontro di Riccardo Muti con Tremonti, il dietrofront del governo: il fondo Fus ritorna ai livelli dell’anno scorso con 428 milioni «anzi qualcosa in più». Lo ha annunciato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Si tratta di 149 milioni di risorse integrate con altri 26 milioni del Mibac «che non rientravano nel congelamento», ha spiegato Letta. Così le risorse per il Fus ritornano a 428 mln.

«Pensavo he fosse scontato ciò che il Consiglio dei ministri di oggi ha approvato. Anche perché, il ministro Bondi e io avevamo preso un impegno e siamo abituati a rispettarli. Quindi, non ho mai avuto dubbi sul rispetto di questo impegno. Ci eravamo impegnati dicendo che avremmo provveduto a reintegrare il Fus e tax credit, non tutti ci hanno creduto, ne sono nate polemiche poco simpatiche e qualche manifestazione… ma tutto bene quello che finisce bene». Gianni Letta conferma così a Palazzo Chigi che «oggi il Consiglio dei ministri ha reintgrato il Fus per l’anno in corso e garantito il tax credit che ora diventa stabile e permanente».

«Abbiamo abolito l’aumento di un euro sui biglietti e finanziato stabilmente la tax credit, con risorse che derivano dalle accise sulla benzina: un piccolo sacrificio di uno o due centesimi, che tutti gli italiani saranno lieti di poter fare».

Letta ha anche detto che il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi «ha confermato con una bellissima lettera le dimissioni che aveva già dato, mi dispiace». «Alle 12 e 30 – ha aggiunto- abbiamo appuntamento al Quirinale per risolvere la questione delle dimissioni di Sandro Bondi».

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