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"La Bocconiana", di Massimo Gramellini

La notizia è piccola ma saporita. Il sottosegretario Daniela Garnero, in arte Santanchè, si sarebbe inventata un master alla Bocconi per impreziosire il suo curriculum sul sito del governo. Interpellata dal settimanale «Oggi», la celebre università milanese non ha trovato tracce della signora nella propria banca dati. La Santanchè ci è rimasta male: sostiene di essersi masterizzata per un anno. Se in tutto quel tempo alla Bocconi non si sono accorti di lei, dipenderà dalla sua ben nota riservatezza. Prima che la situazione degeneri e «Il Giornale» accusi il rettore della Bocconi di aver preso 4 in aritmetica all’esame di quinta elementare, vorrei spezzare una lancia, o almeno un’unghia, a favore dell’accusata.

Ammettiamo che abbia un po’ esagerato, dilatando a master uno dei tanti seminari che le università organizzano nei fine settimana. Ma non vi sfuggirà l’assoluta gratuità del gesto. L’opposizione invoca le sue dimissioni, ricordando quelle del ministro tedesco che aveva copiato la tesi di laurea. Ma gli elettori tedeschi danno importanza alla preparazione culturale di un politico e quindi non accettano di essere ingannati sui suoi titoli di studio. Invece agli amici della Santanchè non interessa che lei abbia o non abbia calpestato col suo tacco 12 i pavimenti della Bocconi. Ciò che la rende ammirevole ai loro occhi è che non ha mai smesso di calpestare quelli del Billionaire. Ecco: se avesse davvero voluto guadagnare dei punti presso i fan, la Santanchè non avrebbe messo sul curriculum i suoi master veri o fasulli, ma la lista dettagliata delle sue vacanze.

La Stampa 23.03.11