politica italiana

"Gli ir-Responsabili famelici: «Urge ddl per nuove poltrone»", di C. Fusani e N. Lombardo

«Io mi accontento di due settimane alle Maldive», dice il capogruppo Sardelli al premier. Ma gli altri no: vogliono poltrone, sottosegretariati, ministeri. Berlusconi deve fare in fretta, prima del voto su Ruby.
«I desideri di Scilipoti, Razzi, D’Anna, Pionati, Siliquini, Polidori… Sa alla fine cosahoscritto al Presidente? Luciano Sardelli, capogruppo pro tempore di Iniziativa responsabile, desidera due settimane di vacanze alle Maldive ». Pare che il premier abbia sorriso. Un po’ meno alla lettura delle pretese degli altri. Il fatto è che «’sti responsabili sono famelici» ammette uno di loro.
Martedì la «terza gamba» della maggioranza batterà cassa con Berlusconi.
Tra i capannelli dei Responsabili, cinque gruppi in uno, c’è chi al telefono dice: «Devi pazientare ancora un po’mapoi si va a dama, tranquillo, stasera torno là e ci parlo io…”».
Per capire quanto siamo irrequieti gli «IR», diciamo gli «Ir-responsabili» che tengono Silvio sotto scacco (il più agitato è Francesco Pionati) bisogna considerare la cena di mercoledì a palazzo Grazioli. E l’esordio del neo ministro Saverio Romanoieri mattina in Transatlantico.
Una nomina difficile quella di Romano, che il premier ha voluto festeggiare invitando a cena i Responsabili.
Menù tricolore, ospite Maria Rosaria Rossi (l’organizzattice delle feste a Tor Crescenza finita nelle intercettazioni), tre cantanti tra cui una «bella ragazza che ha detto che ci avrebbe insegnato il Bunga Bunga. Ma scherzava…» racconta uno dei presenti. Un pianista (non Apicella) ha suonato il repertorio riadattato in versione anti-Fini: il Se mi lasci non vale di Julio Iglesias e Montecarlo di Johnny Dorelli.
Secondo alcuni Berlusconi «ha cantato», secondo Sardelli «no, però era in ottima forma, il peggio sembra passato». Piatto forte della serata, «la politica», le foto ricordo con Gheddafi, i dubbi del premier sui «ribelli» libici.
Irrompe a Palazzo Grazioli Vittorio Sgarbi con fidanzata, un’amica e tre uomini. Se ci fosse modo di avere una poltroncina da sottosegretario ai Beni culturali… Barzellette a go go: «Silvio, finamente sei tornato un uomo libero», senza Veronica, quindi, insinua il critico, «se la Grotta Azzurra è libera ci puoi tornare….».
Il premier aveva già ricevuto in una mail di Sardelli la lista dei desideri. La regola del gioco è: «Premiare chi ha scelto la maggioranza fin dal 14 dicembre, giorno della fiducia, e chi ha un minimo di competenza». Catia Polidori, ad esempio, l’ex finiana umbra con «60mila imprenditori» al seguito.
E poi i tempi: «Il presidente ha spiegato che il rimpasto avverrà in più fasi: Romano che era scontato; tra una decina di giorni altre quattro nomine; più avanti, la fase tre, le altre dieci poltrone che restano». Rimpasti a tempo con gli appuntamenti alla Camera. La parola d’ordine è: non scontentare nessuno per tenere il voto compatto la prossima settimana quando l’aula di Montecitorio dovrà votare la prescrizione breve e il conflitto di attribuzione tra poteri del caso Ruby. Spiega uno degli invitati alla cena: «Il Presidente è stato chiaro: a noi tocca il posto da viceministro allo Sviluppo economico per Massimo Calearo e poi tre sottosegretari, Cesario, Belcastro e Pionati».Mai conti non tornano: scalpitano Siliquini e Polidori, per non parlare di Razzi e Scilipoti e Catone. Braccio di ferro tra Misiti (sottosegretario alla Protezione civile?) e Belcastro.
Troppe pretese e troppi pochi posti disponibili, in attesa ci sono le donne del Pdl e pure la Lega. «Non c’è problema, ieri sera il Presidente ci ha detto che farà un ddl per ampliare per legge il numero dei sottosegretari».
Scilipoti non ci crede, Razzi e Grassano neanche a chiederlo. Ieri mattina mentre Romano già magnifica in Transatlantico del “suo” ministero all’Agricoltura («da Cavour in poi, è stato il collante dell’unità d’Italia»), Scilipoti lo pizzica: «Ti ho chiamato due volte, non rispondi, hai già cambiato numero?».Romanose lo prende sotto braccio. Scilipoti detto “mina vagante”, ha avuto l’incarico di organizzare il Congresso del partito. A Messina. Ma non gli basta. Va tenuto sotto controllo, Scilipoti, «al guinzaglio».

da l’Unità