ambiente, partito democratico, politica italiana

Roma, in 400mila contro il nucleare e per l'acqua

In piazza per l’acqua pubblica, contro il nucleare. Per «il diritto alla vita, che passerà anche per i referendum del 12 e 13 giugno». Oggi a Roma è sfilato il popolo dei ‘beni comuni’. Trecentomila, secondo gli organizzatori, i partecipanti al corteo promosso dal Comitato referendario ‘Due sì per l’acqua pubblica’ in favore della gestione pubblica del settore idrico. Una manifestazione dal volto civico con in prima linea associazioni, movimenti e cittadini e in cui le istanze pacifiste hanno trovato larga eco nello slogan «No alla nuova guerra del petrolio». Oltre 200 gli autobus arrivati per l’occasione da tutta Italia.

«I cittadini – spiega Ciro Pesacane, del Comitato – si sono autotassati e li hanno affittati a loro spese. Vogliono l’acqua e il sole, mica la luna». In testa al corteo spiccano i gonfaloni di diversi comuni e provincie d’Italia, da Capannori, in provincia di Lucca, a Cagliari, passando per Aprilia vicino Latina. E le bandiere azzurre del comitato si alternano a quelle arcobaleno, di Legambiente, Arci, Emergency, Wwf e di diversi sindacati. «Siamo qui in piazza sia per l’acqua pubblica, sia per il nucleare – spiega Fabrizio Aroldi, da Cremona – Al referendum dobbiamo votare sì contro il nucleare per chiedere scusa a tutti coloro che sono morti per questo veleno». «No alla guerra per l’acqua, per il petrolio e per l’uranio», recita il cartellone esposto da alcuni ragazzi «pacifisti» di Belluno. «Abbiamo fatto un lungo viaggio per sostenere questa piazza – racconta Marco, un ingegnere – Sono venuto con mia moglie e con i miei due figli, perché questa battaglia è per loro. Per il loro futuro». Nel corteo tanti hanno dipinte sul viso gocce blu o portano enormi cappelli a forma di rubinetto o hanno rubinetti attaccati alla fronte. Un gruppo di ragazzi fa ondeggiare un lenzuolo celeste di 30 metri, «che rappresenta il bene più importante che abbiamo».

«È una grande manifestazione per democrazia, benessere e pace – dice dalla testa del corteo Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori – è una battaglia dei cittadini». «Per la prima volta nasce, dal basso, un progetto politico riconosciuto dalla Costituzione – gli fa eco padre Alex Zanotelli – La speranza non può venire dalla politica». Eppure qualche volto noto della politica fa capolino. Come il presidente dei Verdi Angelo Bonelli o di Sel Nichi Vendola che parla di «furbizie del governo» sulla moratoria nucleare e critica la guerra in Libia: è «una modalità davvero vergognosa di affrontare i problemi dell’umanità – sostiene – Cosa faranno ora, la guerra alla Siria?».

«Diversi di noi del Pd sono stati alla manifestazione – dice il parlamentare Pd Vincenzo Vita – L’acqua come bene comune è uno dei temi più rilevanti di questa stagione». E il deputato Idv Carlo Monai: «Il 12 e 13 giugno gli italiani potranno bocciare questo governo e le sue scelte scellerate votando sì ai referendum per acqua pubblica, contro nucleare e legittimo impedimento». In piazza della Repubblica, con bandiere verdi c’erano anche studenti libici e alcune delle hostess che incontrarono Gheddafi durante le visite in Italia. «No alle bombe umanitarie, s¿ al dialogo», urlano, «l’Occidente vuole solo il petrolio libico». Agli studenti si sono unite alcune
hostess italiane. «Sono stata tre volte in Libia, l¿ non c’‚ tanta miseria, il popolo vive in una condizione normale. Dove è stata finora la Nato nei riguardi degli eventi della Striscia di Gaza», osserva Clio, una delle ragazze che incontrarono il colonnello a Roma e che oggi si è vestita di nero «essendo in lutto per le vittime in Libia».

* * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

DIRETTA WEB | DIRETTA VIDEO

In 400mila in piazza: l’acqua è pubblica, no al nucleare
In 300mila, forse 400mila. Tanti – secondo gli organizzatori – hanno sfilato nel corteo di Roma per dire no al nucleare e per dire sì all’acqua come bene pubblico. Un corteo variopinto, pacifico, allegro, con manifestanti che hanno sfilato indossando cappelli a forma di rubinetti o rubinetti attaccati in fronte e gocce blu dipinte sul viso. Oltre 70 le associazioni promotrici riunite nel comitato “vota sì per fermare il nucleare”, riferendosi naturalmente al referendum del 12 e 13 giugno. Secondo il comitato «tutte queste persone arrivate a Roma da ogni angolo del paese dimostrano che gli italiani non si fanno prendere per il naso, che non si sono bevuti la storia della sicurezza delle centrali nucleari e che diffidano della moratoria lanciata dal governo».

Si è visto tanto anche azzurro, in difesa dell’acqua pubblica e contro la sua privatizzazione nel tragitto tra piazza della Repubblica e piazza San Giovanni dove un concerto sta coronando la giornata. Molte bandiere recitano “Due sì per l’acqua bene comune” in mezzo a striscioni arcobaleno.

Padre Zanotelli: c’è anche lui
Dal Wwf a Emergency, da Legambiente ai cittadini senza coccarde né segni di appartenenza. Per padre Alex Zanotelli, missionario comboniano anche lui in corteo, «questo movimento di persone è nato sei anni fa, per la prima volta si è creato un soggetto politico partendo dal basso, non un partito e questa è una speranza per il futuro».

Realacci e Vita del Pd: bisogna andare in tanti al referendum
Dai partiti si sono visti Angelo Bonelli dei verdi, Nichi Vendola di Sel, Ermete Realacci, deputato del Pd che auspica che «ai referendum su acqua e nucleare vada a votare più gente possibile indipendentemente dal raggiungimento del quorum, molto difficile per come è fatta la legge italiana che prevede appunto la partecipazione del 50% degli aventi diritto». Sull’ipotesi di ritorno al nucleare, Realacci ha ricordato che «noi eravamo contrari al nucleare già prima di Fukushima». «Diversi di noi del Pd sono stati alla manifestazione per l’acqua pubblica, condividendo l’impegno per la campagna referendaria», chiarisce il parlamentare del Pd Vincenzo Vita. « L’acqua come bene comune è uno dei temi più rilevanti di questa stagione del mondo e non si può sottovalutare». E anche sul no al nucleare «non dovrà mancare un appoggio forte e convinto».

Leoluca Orlando dell’Idv: scelte scellerate del governo
E per l’Italia dei valori Leoluca Orlando che ha ribadito il «no» alla privatizzazione, al ritorno al nucleare e al legittimo impedimento: «Questo governo sta compiendo scelte scellerate contro gli interessi dei cittadini. L’acqua è un bene pubblico, non può diventare un bene privato».

La partenza del Corteo
Partito dalla stazione Termini di Roma il corteo di chi vuole che l’acqua resti pubblica e per dire no all’energia nucleare. Chiamati a raccolta dalle principali associazioni ambientaliste, come Wwf, Legambiente e Greenpeace, e con la partecipazione dei Verdi – con il presidente Angelo Bonelli – , di Sinistra Ecologia e Libertà – con Nichi Vendola – , della Federazione della sinistra – con Oliverio Diliberto – , e degli Ecodem, gli ecologisti del Pd. La mobilitazione va a tutto sostegno del referendum che il 12 ed il 13 giugno chiederà agli italiani di esprimersi sulla privatizzazione dell’acqua e sul ritorno nucleare nel nostro paese. Nel corteo anche il cartello ‘Sos Rinnovabilì, che chiede di non ‘giustiziare’ il settore con i tagli agli incentivi previsti dal governo e la cui revisione è oggetto ora di incontri al ministero dello Sviluppo economico. ‘Sul piede di guerra’, la rete di cittadini, imprenditori e lavoratori delle rinnovabil sfila dietro uno ‘scudo’ di pannelli fotovoltaici per «sostenere le ragioni della più valida delle alternative al nucleare».

I partecipanti sono giunti da tutta l’Italia per confluire, a fine corteo, a Piazza San Giovanni. Il Wwf sfila sotto lo slogan ‘Non farti prendere per il naso, ai referendum vota si« e con alcuni attivisti camuffati da Pinocchio “contro ogni bugia”. ‘Meglio attivi che radioattivi’ lo slogan di Greenpeace. L’associazione ambientalista ha invitato ad indossare una t-shirt, un cappello o una sciarpa di colore verde. “Fermare il crimine nucleare e il folle tentativo di introdurlo in Italia” è invece l’imperativo dei Cobas, anche loro in piazza, così come la Cgil. Il sindacato di Susanna Camusso ha infatti aderito alla campagna di raccolta firme per il referendum e ribadisce la necessità di un voto che “impedisca” gli effetti dei decreti oggetto di referendum. Federazione delle Sinistra (Fds). Come scandito da Oliviero Diliberto, portavoce di Fds, “il nucleare va fermato”, e quindi “impediremo che siano costruite centrali in Italia e lo faremo con tutti i cittadini italiani, attraverso il referendum”.

Ricorso al Tar
Nel frattempo, il Comitato referendario «2 Sì per l’Acqua Bene Comune» ha depositato un ricorso urgente per chiedere l’accorpamento della data del referendum con le elezioni amministrative al Tar Lazio. Lo rende noto lo stesso comitato, mentre la discussione sul merito è prevista il prossimo 7 aprile. «Il comitato, attraverso i suoi difensori dell’Associazione dei Giuristi Democratici – si legge nel testo – ritiene che il Governo abbia il dovere di scegliere la data che consente il maggior risparmio di risorse pubbliche». «Il Governo, nel suo ruolo istituzionale, deve essere neutrale, anzi favorire l’istituto referendario, non scegliere di volta in volta in base ai quesiti. Nel 2009 il governo, per favorire il referendum elettorale, lo accorpò alle amministrative. C’è dunque un precedente molto recente. Non comprendiamo, se non con il desiderio di far fallire il quorum, per quale motivo oggi, con la crisi in atto, si mandino gli elettori a votare per ben tre volte nel giro di un mese».

da www.unita.it