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Marche: Tagli alla scuola: Flc-Cgil: "In regione meno 512 docenti"

Il sindacato denuncia: “Sono 194 i posti in meno per la scuola primaria: 51 ad Ancona, 59 ad Ascoli Piceno e Fermo, 49 a Macerata e 35 nella provincia di Pesaro Urbino”. Tempi sempre più duri per gli insegnanti marchigiani. “Il taglio di 19.700 docenti in tutta Italia per il prossimo anno scolastico – denuncia Flc-Cgil delle Marche, dopo un incontro con l’Ufficio scolastico regionale sugli organici dell’anno scolastico 2011-2012 – nella nostra regione si tradurrà in 512 posti in meno. Si ridurrà così anche l’offerta formativa, con meno tempo passato a scuola e classi sempre più affollate”.

Sono 194 i posti in meno per la scuola primaria: 51 ad Ancona, 59 ad Ascoli Piceno e Fermo, 49 a Macerata e 35 nella provincia di Pesaro Urbino. La situazione è allarmante soprattutto se si considera una prima definizione delle classi, con l’assegnazione dei docenti: ad Ancona non sono state assegnate 17 classi a tempo pieno; nelle province di Ascoli-Fermo sono state tagliate 17 classi (ma ne sono state assegnate 18 in più di tempo pieno a fronte delle 21 richieste), a Macerata, tagliate 12 classi e a Pesaro 8. Per questo motivo il quale il sindacato chiede all’Usr notizie certe sulla sicurezza delle aule.Secondo al segretaria dell’Flc Marche Manuela Carloni: “Se non ci sono soldi per costruire nuove scuola, il Governo deve almeno garantire un organico di docenti adeguato agli spazi disponibili”.

Emergenza anche nella scuola d’infanzia, dove i bambini iscritti sono aumentati di 418 unità, ma le cattedre in più sono solo 17. Nonostante un fabbisogno di almeno 20 sezioni e 40 posti.

Il Resto del Carlino 03.04.11

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Bari: Battaglia sul tempo pieno la Flc: negate altre 50 classi

Il sindacato contro l’USR: 100 docenti in meno alla p rimaria. È di nuovo battaglia sulle classi a tempo pieno. La Flc Puglia ha infatti annunciato la volontà di impugnare il provvedimento dell´Ufficio scolastico regionale, che in una riunione con i sindacati ha comunicato la decisione di riservarsi l´utilizzo di 100 risorse professionali, sottraendole alla scuola primaria e indirizzandole in altri ordini di scuola. “In pratica, così vengono negate circa 50 classi – spiega in una nota Paolo Peluso, segretario regionale Flc Cgil – a fronte di una richiesta non evasa di 84 classi complessive”. Nonostante i tagli, la risposta delle famiglie pugliesi è stata in controtendenza: negli ultimi due anni, le richieste delle classi a tempo pieno nella scuola primaria hanno registrato un incremento di quasi il 200 per cento. Da qui la protesta della Flc Puglia, che in tre punti esprime la propria contrarietà per la decisione dell´Usr: “Primariamente perché non si chiarisce quali siano le esigenze prioritarie in altri ordini di scuola – sottolinea Peluso – poi si deprime una domanda sociale che porrebbe la regione più vicina agli standard del Nord e s´incentiva la soluzione con il transito verso la scuola privata”.
(fulvio di giuseppe) Luigi Dabbicco di Azione universitaria per gli studenti e poi la rappresentanza di docenti e personale tecnico assicurata da Marangelli, Montagnani, Gentile, Jacquet, Totaro e Natile. È la formazione schierata dal senato accademico per riformare lo Statuto dell´Università di Bari. Sette nomi che si affiancheranno a quelli nominati dal consiglio d´amministrazione e al rettore Corrado Petrocelli, per adeguare lo Statuto alla legge Gelmini. La via della partecipazione, scelta dallo stesso rettore che ha preferito un processo democratico senza avocare a sé alcuna decisione, ha lasciato comunque spazio a qualche perplessità da parte di ricercatori e associazioni sindacali studentesche, intimoriti dall´eccessivo peso politico dei professori ordinari. La Commissione lavorerà per 6 mesi, prorogabili per altri tre, al termine dei quali lo Statuto sarà votato dal senato Accademico, previo parere del cda, per poi passare al vaglio del Ministero che dovrà esprimere un parere entro 120 giorni. In caso di sforamento dei nove mesi, il Ministero potrà decidere di commissariare l´organo deputato alla riforma dello Statuto.

La Repubblica 03.04.11

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Cosenza: Settecento posti in meno dal prossimo anno
A lanciare l’allarme, questa volta, è il segretario provinciale della Flc Cgil, Pino Assalone

A partire da settembre la scuola cosentina si troverà com quattrocento docenti e trecento Ata in meno. A lanciare l’allarme, questa volta, è il segretario provinciale della Flc Cgil, Pino Assalone, che snocciola i dati «ufficiali forniti dall’Usr» sui tagli al personale. La provincia di Cosenza, dice, è quella più colpita con meno 23 docenti nella scuola dell’Infanzia, meno 129 nella Primaria, meno 44 nella scuola Media e meno 197 nella scuola Superiore. Il totale è di 393 insegnanti in meno. «A questi, ma i dati non sono ancora stati resi noti – precisa Assalone -, si aggiungeranno altri trecento posti in meno per quanto concerne il personale Ata». Anche quest’anno, commenta il sindacalista, «purtroppo molti lavoratori della scuola non avranno un incarico». Stavolta Assalone tralascia le riflessioni sullo stato di salute della scuola pubblica, sulla lotta quotidiana dei dirigenti scolastici con i conti che non quadrano mai. «Ormai – dice abbiamo provato a dare centinaia di spiegazioni» sul perché la scuola pubblica non navighi in buone acque «ma una a questo punto sembra quella che più riflette l’ideologia che spinge questo governo a vedere la scuola pubblica e coloro che vi lavorano come i nemici da abbattere. Demolire la scuola pubblica a questo punto diventa strategico e il problema politico di fondo è la gestione della conoscenza come risorsa e ricchezza in quanto bene collettivo potente capace soprattutto, di condizionare lo sviluppo di una società e che senza cultura è più facile essere in balia della precarietà e in alcune zone anche della criminalità organizzata. La nostra provincia non può sopportare e far finta che nulla possa accadere e non può sottacere al divario che si creerebbe destrutturando e picconando quanto di buono, e con tutti i limiti anche oggettivi, la scuola ha rappresentato per la provincia di Cosenza».

La Gazzetta del Sud 03.04.11