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"Era Alfano l’utilizzatore finale", di Mario Lavia

La vera storia dell’affaire della villa di Lampedusa, oltre Silvio Berlusconi, ha un altro protagonista.
Si chiama Angelino Alfano. Ora che la novela sembra sfumare («non la compro più, è su terreno demaniale») va raccontata per intero.
Era da tanto tempo che Alfano aveva messo gli occhi sulla magnifica villa. Alla vigilia del viaggio di Berlusconi sull’isola il potentissimo ministro agrigentino aveva avuto la brillante idea di prendere due piccioni con una fava, suggerendo al Grande Capo un clamoroso beau geste annunciando l’acquisto della villa, così, a scatola chiusa, tanto per farsi “lampedusano”.
Avrebbe dunque mentito, il premier, con quel «mi sono attaccato a internet e l’ho comprata»: l’idea era di Angelino che, furbo, prevedeva che il premier, abituato a ben altri standard e a comfort di alto livello, non avrebbe mai e poi mai soggiornato di buon grado in una dimora con meno di 40 stanze, che per lui è il minimo. E poi con quel rumore di aerei… Ve lo figurate un Berlusconi insonne coi tappi nelle orecchie? No: sperava, il guardasigilli, che un domani il presidente del consiglio avrebbe potuto rivendergliela o addirittura fargliela utilizzare, se gratis o a modico affitto non si sa. Poi l’altra sera a Ballarò ci si era messo pure Paolo Mieli a rivelare che quella villa il Cavaliere non aveva la benché minima intenzione di comprarla.
Al che il solerte Ghedini ha spiegato che no, Mieli si sbaglia, l’affare è quasi fatto: un’altra bugia? «Gli avvocati stanno discutendo, di certo l’intesa non è mai stata perfezionata», ci ha detto ieri sera uno dei proprietari della magione.
Insomma, siamo di fronte a una bufala: l’acquisto breve. Con la firma di Alfano.

da Europa Quotidiano 07.04.11