attualità, politica italiana

"La staffetta democratica la Costituzione letta in aula per battere il Cavaliere", di Antonello Caporale

I leghisti sbuffano quando viene letta la Carta. Nervosimo per l´assenza dei due lib-dem. Berlusconi ha raccomandato di non accendere micce. E i suoi, per ora, rispettano Fini. Sono punti di vista, modi di intendere e anche ruoli da coprire. Di qua quelli che devono solo presenziare, nemmeno mugugnare. Votare quando è il momento. E basta. L´onorevole Marco Milanese sta effettuando sull´iPad dei calci piazzati. Tira i rigori, le punizioni a effetto. Prova quelle a collo pieno.
E´ la seconda settimana di breve passione. La legge che accorcia la prescrizione e che serve moltissimo a Silvio Berlusconi, unicamente a lui, sviluppa tra i suoi deputati il piacere di fantasticare, scollegarsi per un pomeriggio dalla rognosa realtà e alleggerire la coscienza con una sforbiciata.
Di là si gioca l´ultima carta. Che è poi la prima in Italia, e si scrive perciò con la maiuscola. Il Pd prova con la Costituzione a costruire un intercapedine tra il giusto e l´ingiusto. Un argine, se questa è una deriva. Inizia Dario Franceschini. «L´Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nei modi e nelle forme previste dalla Costituzione». «E dai, falla finita», ghigna un leghista indispettito. Vuoi vedere che leggono tutti gli articoli e si perde altro tempo?
Tempo non ce n´è, ma cose da fare poche. La legge, questa legge per esempio è da approvare entro mercoledì sera. Questione di vita o morte. Le ministre sono al banco del governo. Disciplinate e mute l´una con l´altra. Sfingi. «La Repubblica garantisce e riconosce i diritti inviolabili dell´uomo, sia come singolo…». Adesso legge Pierluigi Bersani, senza preamboli, senza polemiche, senza accuse.. Nuvola di silenzio. E´ un attimo però, perché poi prosegue Enrico Letta: «Ogni cittadino può soggiornare e circolare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale. Nessuna restrizione può essere…». Picco di nervosismo dei leghisti. Che sbuffano. I colleghi del Pdl li invitano a sopportare in silenzio. L´ora è grave, il momento è cruciale. Torna Ignazio La Russa dopo i vaffa che faranno storia parlamentare. Berlusconi l´ha invitato a rinfoderare la baionetta. C´è Angelino Alfano, concentrato. Manca però Roberto Maroni. Un attimo: mancano anche Italo Tanoni e Daniela Melchiorre. I due lib-dem sono riottosi e pigri. Stanno con un piede dentro e l´altro fuori. Chiedono ancora, cosa chiedono?
Due voti in meno pesano. Senza i ministri in aula, alla prima verifica numerica, la legge è da considerarsi morta. Non è il caso di rischiare nulla. Ammirevole nella fedeltà Gianfranco Rotondi, titolare dell´Attuazione del programma, dicastero di terza fila comunque rafforzato dall´arrivo di Daniela Santanchè come sottosegretario. Rotondi si lega alla sedia come Alfieri. Resiste ore senza alcuna distrazione, senza giochini, senza iPad. Guarda fisso e dritto. Forse al vuoto che c´è. «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge». Chi è che legge adesso? Ah, Rosy Bindi. Un bravo deputato padano segue un corso di musica on line. Per quattro ore, senza mai distrarsi. È voglia di imparare. «Signor presidente, leggerò l´articolo 87 della Costituzione». Solo Massimo D´Alema ha la capacità di imporsi all´attenzione di tutti. E´ sempre stato così. Lo è anche oggi. «Il presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l´unità nazionale». Segna col timbro di voce la terza persona del verbo essere, continua in crescendo. Polemico e naturalmente perfido: «Aggiungo un breve commento: meno male che c´è». Un boato breve di applausi, e un altro breve ma concitato mugugno collettivo: «Vi prego di non interrompermi. Anzi forse dobbiamo interrompere, non è un male questo». Ridacchia e quando lo fa produce rabbia altrove. «Non cadete nelle provocazioni», si è raccomandato Berlusconi. Infatti i suoi deputati sono bravi scolari. Fini suona il campanello, oggi l´aula gli è deferente. D´Alema riprende, e a sorpresa allunga il passo: «Mi sia consentito di leggere la prima riga dell´articolo successivo. Il presidente della Repubblica, sentiti i presidenti delle Camere, può sciogliere le Camere».
Anche qui l´accento è sul “può”. «Più che una lettura è un auspicio».
Il capitombolo logico del ministro della Giustizia, che prova l´assoluta irrilevanza sociale della legge («E allora perché ci tenete inchiodati qua?», gli domanda Casini) chiude la prima tornata di discussione. Si vota, finalmente.
Anzi no. Dopo la cena, dice Fini. E se non ce la si fa stanotte, domattina alle nove si riprende. E prima possibile si finisce.

La Repubblica 13.04.11

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I familiari delle vittime in piazza “Questa legge ci nega la giustizia”, di Alberto D’Argenio

Proteste anche per i crac Parmalat e Cirio e per le violenze sulle donne e sui minori. Le famiglie delle vittime delle stragi – quelle che non vogliono la prescrizione breve per avere giustizia – e il Popolo viola. Manifestazione e presidio contro “l´amnistia mascherata” del processo breve. Di fronte a Montecitorio e al Pantheon, a poche centinaia di metri dalla Camera, mentre in aula gli onorevoli di Pdl, Lega e Responsabili forzeranno la mano per far finalmente approvare la norma che insieme a due dei quattro processi a carico del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, spazzerà altri quindicimila procedimenti. Una mobilitazione anticipata ieri dal mail bombing dei viola, con i computer dei deputati di maggioranza bombardati dalle e-mail nella speranza di convincerne qualcuno a non dare il suo voto al provvedimento.
Missive dal testo eloquente: «Onorevole, si spera che non ambisca a futura memoria per non aver contribuito a rendere giustizia agli studenti sepolti sotto le macerie della casa dello studente de L´Aquila, ai cittadini bruciati alla stazione di Viareggio, ai morti per l´amianto, ai morti sul lavoro e a tutte le vittime di violenza i cui reati subiti verranno prescritti grazie al processo breve». In allegato la lista dei processi che salteranno insieme a quelli del premier.
Appuntamento alle tre del pomeriggio, davanti alla Camera, dove proprio in quelle ore infurierà lo scontro tra maggioranza e opposizione sulla prescrizione breve. L´iniziativa – spiega Gianfranco Mascia del Popolo viola – è stata preceduta da un presidio che dura ormai da 10 giorni e che continuerà, nel caso di approvazione della prescrizione breve, nei prossimi giorni davanti al Senato». Alle sei del pomeriggio i viola si sposteranno al Pantheon «per dare voce alle testimonianze di tutte le vittime o i parenti delle vittime dei processi i cui reati verranno prescritti». Non solo le stragi, ma anche i crac Parmalat e Cirio, le vittime di violenza sessuale o sui minori. Con loro ci saranno anche l´Italia dei valori e Sinistra e libertà.
Ieri intanto il deputato d´opposizione Beppe Giulietti durante il dibattito sul processo breve ha letto in aula la lettera di un terremotato de L´Aquila indirizzata al Guardasigilli Angelino Alfano. A firmarla Antonietta Centoparti a nome dell´Associazione familiari delle vittime della casa dello studente: «No all´amnistia generalizzata», scrive nella missiva poi messa agli atti dei lavori parlamentari.

La Repubblica 13.04.11