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"Berlusconi, c'è un crollo di fiducia. Intenzioni di voto: centrosinistra avanti", di Massimo Razzi

Opinioni in movimento nella rilevazione di aprile eseguita da Ipr Marketing. Pesanti minimi storici per il Cavaliere (dimezza il consenso rispetto al 2008) e per il governo. E un’eventuale coalizione Pd-Sel-Idv-Verdi-radicali supererebbe di mezzo punto l’attuale maggioranza. Fiducia in Berlusconi e nel governo in calo verticale e ai minimi storici, centrosinistra in lievissimo vantaggio (0,5%) sul centrodestra nelle intenzioni di voto. Il sondaggio Ipr di aprile rivela uno scenario in forte movimento in cui l’esecutivo e i partiti che lo sostengono (anche la Lega) appaiono decisamente sotto pressione soprattutto a causa delle vicende (Libia, gestione dei rifugiati tunisini, giustizia) al centro della battaglia politica nelle ultime settimane.

TABELLA SULLA FIDUCIA
1TABELLA SULLE INTENZIONI DI VOTO 2

Berlusconi. Il premier riscuote appena il 31% di fiducia: su 100 intervistati, dunque, meno di un terzo sono “molto o abbastanza” fiduciosi nell’operato del presidente del Consiglio, mentre il 58% esprime “poca o nessuna” fiducia nei suoi confronti e l’11% del campione risulta non avere un’opinione. Il calo, per Berlusconi, è di due punti rispetto al mese scorso, mentre la quota dei “negativi” sale del 3%. Come si diceva, si tratta, per il Cavaliere, del minimo storico in una discesa praticamente costante che, ormai, va avanti da più di due anni. Il crollo è di 9 punti rispetto all’inizio dell’anno, di 17 rispetto al gennaio 2010, di 25 rispetto allo stesso mese del 2009. Il premier ha perso la
metà esatta di “fiduciosi” sul punto più alto raggiunto nei sondaggi Ipr: il 62% registrato nell’ottobre del 2008.

Governo. Non si arresta neppure il calo di fiducia nel governo. Ormai siamo al 23% (-3% rispetto a marzo) di intervistati che affermano di avere “molta o abbastanza” fiducia nell’esecutivo, I “negativi” hanno raggiunto quota 62% (+2%)e gli incerti aumentano di un punto al 15%. Anche per il governo, sono impressionanti le tappe della caduta che, però, è cominciata prima rispetto a quella del premier: il punto di maggiore fiducia è il 55% del giugno 2008. A gennaio del 2009, i giudizi positivi erano già scesi al 46%, un anno dopo il governo tocca quota 40% e, all’inizio del 2011, siamo al 26%. Quota 23% è un livello dal quale, ormai, è quasi più difficile scendere che salire.

I ministri. E, per la prima volta, anche i singoli ministri fanno segnare un fragoroso crollo. Soprattutto quelli coinvolti nelle vicende più recenti. Angelino Alfano (Giustizia), perde 3 punti anche se “guadagna” (in discesa) la testa della graduatoria con il 57% di intervistati che esprimono su di lui “molta o abbastanza” fiducia. Per la prima volta nessun ministro tocca quota 60% e il titolare degli Interni, Roberto Maroni (molto esposto nella gestione dei rifugiati) perde addirittura il 6 punti a quota 56%. Anche Umberto Bossi (Riforme), che ha sempre navigato intorno al 50%, perde 3 punti e scende al 47%, Colpiti e “affondati” anche Ignazio La Russa (Difesa) che cala a quota 30% e lascia sul terreno ben 5 punti (un anno fa aveva raggiunto il 54%) e Franco Frattini (Esteri) orami al 20% (2 soli “fiduciosi” ogni dieci intervistati) e ci rimette 4 punti. Cali minori e, quindi, più “fisiologici” per Calderoli, Gelmini, Brambilla e Fitto tutti penalizzati di due punti. Manco a dirlo, non c’è neppure un ministro che guadagni qualcosa.

Intenzioni di voto. Si muovono anche le intenzioni di voto. In uno scenario, però, che fa registrare ancora un 40/42% di indecisi. E, per la prima volta, il centrosinistra raggiunge e supera di pochissimo il centrodestra. Un’ipotetica coalizione con Pd, Sel, Idv, Psi, Verdi e radicali raggiungerebbe il 41,5 (0,3% in più rispetto a marzo) mentre il centrodestra (Pdl, Lega e altri) scenderebbe al 41% perdendo l’1,2%. Il Terzo Polo sarebbe sostanzialmente fermo (dal 13,4% al 13,5%). Il movimento 5 Stelle (grillini) sarebbe al 2% e Rifondazione-Pdci arriverebbero all’1%. Tra i singoli partiti, si registra il calo (dal 29% al 28%) del Pdl il cui trend appare decisamente negativo e anche la Lega Nord perde un mezzo punto pieno (dall’11,5% all’11%). Nel centrosinistra, bene il Pd (dal 26,5% al 27%), stabile (al 7,2% il Sel) e in calo (dal 5% al 4,3%) l’Idv. Nel Terzo polo si registra un piccolo travaso dall’Udc (dal 7% al 6,8%) a Futuro e Libertà (dal 4% al 4,2%). Gli spostamenti non sono numericamente molto significativi, ma esprimono un “sentiment” dell’elettorato che appare in movimento e, certamente, non a favore dei partiti di governo.

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