attualità, partito democratico, politica italiana

Bersani: «Serve un concorso di forze ampie. C’è il rischio di vedere Berlusconi al Quirinale», di Maria Zegarelli

«Napolitano ha ragione. Io sono sicuro che la Milano democratica saprà rispondere». Il Pd rilancia: «Un’alleanza tra moderati e progressisti». «Il tramonto di Berlusconi sarà drammatico». Bersani definisce «sacrosante» le parole di Napolitano. Alle opposizioni: «Serve un’alleanza tra le forze progressiste e moderate per sconfiggere il berlusconismo».
«Sacrosante e precise», le parole di Giorgio Napolitano, reale il rischio «di pericolose degenerazioni» evocate dal Capo dello Stato, perché «siamo dentro a questa degenerazione, certamente». Pier Luigi Bersani commenta così il duro monito del presidente delle Repubblica e definisce «vergognoso» l’episodio dei manifesti contro i magistrati a Milano, «le destre stanno seminando mentalità barbarica e anticostituzionale» aggiunge parlando ad una iniziativa elettorale a Civitanova Marche. È alla luce di questo che secondo il segretario dei democratici è necessaria una coalizione elettorale fra le forze progressiste e moderate del Paese, «non sante alleanze», ma un cartello forte e unito «perché se ci si divide, con un solo voto in più Berlusconi può fare il presidente della Repubblica il prossimo giro». Il Berlusconismo non si esaurirà con l’uscita da palazzo Chigi di Berlusconi, il suo «tramonto sarà drammatico, noi non abbiamo il cronometro ragiona Bersani -, non abbiamo il calendario ma sappiamo che sarà drammatico e ci sarà bisogno di una fase di ricostruzione, con un pacchetto di riforme per la democrazia e per un nuovo patto sociale, per dare un po’ di lavoro e di crescita economica». Forze progressiste e moderate per «un’operazione di ricostruzione» del Paese e per scongiurare l’ascesa al Colle di Silvio Berlusconi che non ha mai fatto mistero delle sue alte aspirazioni.
Che poi la condizione per tornare a parlare ed affrontare i problemi del paese sia quella di voltare pagina passando attraverso il voto anticipato, per Bersani, come per D’Alema, come per il resto dell’opposizione da Casini a Di Pietro e Fini, è ormai fuori di ogni dubbio. Superato il tempo dei governi tecnici, le urne restano l’unica soluzione all’attuale grave crisi politico-istituzionale in cui il centrodestra ha gettato il paese. Dai problemi della giustizia alle riforme, tutto passa in secondo piano davanti alle questioni personali e giudiziarie del premier. «Siamo al problema solito dice il leader Pd -: Berlusconi ha interesse a non risolvere i problemi e ad acuirli per poi poter sbandierare una guerra contro la magistratura. Questa è certamente una china pericolosa».
Ringraziano il presidente della Repubblica per «l’equilibrio e il senso di reponsabilità» tutti i leader democratici da Rosy Bindi a Anna Finocchiaro, Marina Sereni a Alessandro Maran che però denunciano il rischio di una pericolosa deriva dello scontro istituzionale sollevato da Palazzo Chigi. Nessuno tira per la giacca il Capo dello Stato ma è chiaro che ormai tutti guardano al Colle.

L’Unità 19.04.11