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"Quel pirla che governava Milano", di Michele Serra

La Moratti promette una città finalmente nuova e moderna, inducendo a chiedersi chi sia stato sindaco finora. Ma la campagna elettorale guarda tutta al futuro: è a buon punto la scritta in polistirolo ‘EXPO’ da issare su un edificio a caso della periferia. Il sindaco di Milano Letizia MorattiMilano sta vivendo una febbrile vigilia elettorale. Il sindaco Letizia Moratti dispone, per la propaganda, di una somma così esorbitante che il suo avversario Pisapia le ha proposto di finanziare, già che c’è, anche la campagna dell’opposizione.

Strategia. La strategia elettorale di Letizia Moratti è allo studio degli analisti politici di tutto il mondo. Promettendo una Milano finalmente nuova e moderna, induce l’elettore a chiedersi chi è il pirla che l’ha governata fino adesso. Si tratta di un abile stratagemma per mettere la Moratti comunque al centro della scena politica milanese, a poche settimane dalle elezioni. Per perfezionare anche nei minimi dettagli il suo piano, la stessa Moratti straccia i suoi manifesti elettorali davanti ai fotografi e li sostituisce con altri, perfettamente identici.

Expo. E’ ovviamente il fiore all’occhiello dell’amministrazione Moratti. Già in avanzato stato di realizzazione l’enorme scritta EXPO, in polistirolo dipinto, che campeggerà sopra un edificio ancora da stabilire. Per non dare adito a polemiche le quattro lettere sono state appaltate a quattro soggetti diversi (il costruttore Ligresti, i figli di Ligresti, la sorella di Ligresti e la Fondazione Ligresti) che però non riescono a mettersi d’accordo tra loro. Ciascuno di loro vorrebbe fare la O, che è la lettera più ambita perché la più facile da realizzare. A parte la scritta, tutto il resto è ancora in fase di discussione. Il progetto iniziale, di stampo ambientalista (trasformare Milano in un’enorme piantagione di fagiolini, e farne la capitale mondiale del fagiolino) ha subito qualche modifica: si faranno 20 nuovi quartieri, ma la tangenziale a sei corsie che li collega si chiamerà, in omaggio allo spirito originario dell’Expo, via del Fagiolino.

San Raffaele. Il devastante buco di bilancio del San Raffaele getta ombre sul futuro di Milano. Così come Torino dipende dalla Fiat, l’economia lombarda dipende in larga parte dal numero di analisi cliniche che il colosso ospedaliero di don Verzé riesce a fatturare alla Regione. I militanti di Comunione e liberazione, molto preoccupati dalla situazione, per sostenere il fatturato del San Raffaele fanno l’analisi delle urine ogni quattro ore. Ci si interroga, nel frattempo, su come abbia fatto don Verzé ad accumulare un debito di quasi un miliardo di euro. Perché, per esempio, ha acquistato una enorme fazenda in Argentina? Lui si difende sostenendo che si tratta, in realtà, del primo centro mondiale per mucche cardiopatiche.

Moda. Che cosa sarebbe Milano, senza la moda? Come si potrebbe fare a meno dei caratteristici eventi nei nuovi locali in plexiglas, dove alle sei del pomeriggio un giapponese transessuale presenta una nuova linea di forcine per capelli e puoi mangiare tartine di sgombro fianco a fianco con Mara Troller, Uri Bandon, le sorelle Spazzagno e i più affermati creativi milanesi? Che sensazioni imperdibili provano, i milanesi, quando vedono Porta Venezia illuminata da migliaia di fari color salvia e pervinca per celebrare la Settimana del Bottone?

Il sindaco Moratti ha in animo diversi incentivi per rafforzare il ruolo di Milano capitale della moda. Il primo è fare forti pressioni su ferrovie e compagnie aeree perché decuplichino il prezzo dei biglietti per Parigi. Preoccupa anche la piaga dell’anoressia: i marciapiedi milanesi verranno drasticamente ristretti per mettere più a loro agio modelle alte due metri e larghe quindici centimetri.

Chinatown. L’invadenza dei commercianti cinesi, che scaricano casse di pentole a ogni ora del giorno e della notte, è solo un ricordo. Allo scarico di pentole si è infatti aggiunto quello di pantofole di felpa, molto meno rumoroso. “Come vi avevo promesso, via Sarpi non è più un quartiere dominato dai cinesi”, ha detto il sindaco Moratti, preceduta dal suono di un gong, affacciandosi da un risciò.

L’Espresso 18.04.11