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"I diritti dei nati qui", di Khalid Chaouki

Basta parole. Vogliamo vedere i fatti. Le seconde generazioni figli di immigrati scendono in piazza insieme al Forum Immigrazione del Partito Democratico il prossimo mercoledì 27 aprile alle ore 11 davanti a Montecitorio per protestare contro la sparizione della proposta di riforma della legge sulla cittadinanza dal dibattito parlamentare. Circa un milione di ragazzi e ragazze, figli di immigrati nati o cresciuti in Italia, non possono più sopportare una grave ingiustizia che fa di loro dei perenni stranieri in attesa di cittadinanza nell’unico paese che effettivamente essi riconoscono ormai come la loro prima patria. Per lunghi diciotto anni una ragazza nata a Roma e colpevole di essere figlia di genitori filippini deve fare la fila in Questura e chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno nel Paese in cui è nata. Questa è la condizione di umiliazione a cui sono sottoposti i figli della cosiddetta seconda generazione, esclusi dal diritto di essere cittadini italiani a causa di un arcaico concetto di cittadinanza basato sul legame di sangue. L’Italia non può più permettersi una legge così arretrata e gravemente lesiva dei diritti dei tantissimi bambini e ragazzi che popolano le nostre scuole e di fatto sono il volto nuovo di questa Italia che compie i suoi 150 anni e che deve inevitabilmente guardare al futuro. Negare il diritto di appartenere a un Paese in cui si nasce, si cresce, si studia e via dicendo è una intollerabile ingiustizia che di fatto preclude a chi nasce e cresce in Italia di sentirsi effettivamente riconosciuto alla pari dei suoi coetanei italiani. Egli durante tutta la fase fondamentale di crescita non potrà essere libero di immaginarsi medico, giudice, poliziotto, avvocato, giornalista, ambasciatore e tanto altro. Tutte professioni che richiedono come primo requisito l’essere cittadini italiani. Ma ancora di più, sarà compromessa la sua libertà di movimento, perché relegata all’ottenimento del permesso di soggiorno e alle condizioni di regolarità dei propri genitori.
Un grave ritardo legislativo di cui è stato ed è complice una destra populista e a tratti con gravi derive xenofobe e razziste, che fanno di tutto per confondere le carte mischiando scientemente l’ultimo barcone arrivato a Lampedusa, l’operaio che lavora a Treviso da almeno vent’anni e la studentessa universitaria nata a Bologna da genitori immigrati.
Chiediamo a tutti voi, italiani e immigrati, giovani italiani e figli di immigrati di portare avanti tutti insieme questa battaglia di civiltà e di diritto che deve riguardare tutti i cittadini aldilà degli schieramenti politici. Perché i figli di immigrati non sono altro che i figli di questa nostra nuova Italia. Chi nasce e cresce in Italia è italiano!

L’Unità 23.04.11