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"Mr Cepu ora scende in politica", di Giampaolo Cerri

Mr Cepu scende in campo. Francesco Polidori, classe 1946, umbro di Città di Castello e assurto alle cronache appunto come fondatore del Centro europeo di preparazione universitaria-Cepu (100 milioni di fatturato e oltre 400 addetti), ha deciso di candidarsi a sindaco nella sua città natale. Il tycoon della formazione privata è candidato sindaco di ben quattro liste, a cominciare dal suo Federalismo democrati umbro-Fdu, costituito in occasione delle regionali del 2010, e in cui compaiono anche il nipote Francesco Pietro e il direttore marketing del Cepu, Maurizio Pasquetti.

Le altre liste di supporter, sono eDemocracy (in cui è candiato il figlio, Pietro Luigi) e NoiDonne, direttamente riconducibili al suo entourge, e la filiazione locale di Nuova Forza Italia.

Contemporaneamente, con un simboli identico, Polidori corre da sindaco anche nella vicina Borgo S.Sepolcro, dove si trova il quartier generale del suo Gruppo. Qui il Federalismo democratico da umbro è diventato, in un fiat, “unitario” e candida a primo cittadino Gianluca Polidori, parente del fondatore ma soprattutto storico manager delle sue numerose aziende.

Programmi in fotocopia: a Città di Castello come a Borgo S.Sepolcro, Polidori promette l’università. La sua ovviamente, quella targata eCampus, con la quale punta a portare nella città che lo ha visto nascere, almeno 2mila posti di lavoro. E poi creazione di posti di lavoro tramite la filiera corta in agricoltura, turismo culturale, defiscalizzazione degli oneri sociali.

Ma che cosa c’è dietro questa singolare opa politica lanciata sull’Alta valle del Tevere dalla famiglia Polidori?

Certamente una passionaccia per la politica che risalte a metà degli anni ’90, quando Polidori era entrato in contatto con Tonino Di Pietro, professore al Cepu e testimonial pubblicitario del gruppo: quando, nel 1997, l’ex-magistrato aveva deciso di far nascere l’Italia dei Valori, era stato il bellissimo hotel a quattro stelle di Mr. Cepu, il Borgo di Borgo S.Sepolcro, ad accogliere i dipietristi giunti da tutt’Italia.

Complice forse qualche disavventura giudiziaria del Cepu, per frode fiscale (1998) e compravendita di tesi (2001), peraltro risoltesi senza danni per Polidori, l’amicizia con Tonino era declinata, spingendo l’industriale a cercare sponde altrove. Le troverà in Forza Italia prima e nel Pdl, poi, grazie all’amicizia di Valentina Aprea, sottosegretario di Letizia Moratti all’Istruzione, quando nel 2006 il Cepu ottiene, piuttosto avventurosamente, il decreto di attivazione della sua università online.

Ma sarà soprattutto l’aggancio di Ubaldo Livolsi, l’advisor di Mediaset, a offrire un canale diretto con Silvio Berlusconi che, nel luglio dell’anno scorso, ha visitato festosamente l’ateneo di Novedrate. Poche settimane dopo, Polidori aveva contraccambiato, recandosi a Palazzo Grazioli, dove il premier gli aveva concesso due ore per spiegare ai vertici Pdl la sua teoria del vicinato politico: una macchina macina-consensi che si poggia sulla capillarizzazione della rete propaganidistica, famiglie per famiglia. Il metodo-Polidori non aveva attecchito ma i rapporti fra il premier e il fondatore sono rimasti ottimi.

Dunque, la tornata amministrativa umbro-toscana come test nazionale del vicinato politico?

L’anno scorso, la novità della lista federalista non aveva fatto piacere né al Pdl né alla Lega: i primi avevano rifiutato l’apparentamento con la lista-Cepu, che alla fine non si era presentata, mentre i secondi avevano sparato a palle incatenato contro gli usurpatori. Quest’anno il bis: il candidato ufficiale del Pdl per Castello, Cesare Sassolini, ha fatto sapere di non gradire Polidori. Parole se possibile più dure fra le fila del Carroccio, il capogruppo in regione Lorenzo Cerignoni, ha parlato di «pseudo formazione politica che con il federalismo non ha nulla a che fare, nonostante il nome».

da Italia Oggi 27.04.11