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Bersani:Dopo il vertice Italia-Francia Berlusconi e Tremonti si contendono la palma del perdente

Intervista esclusiva di YouDem al segretario del PD sui temi di attualità: i referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento, il grande pasticcio su nucleare e incentivi alle rinnovabili, la presentazione della mozione del Pd sulla Libia che mostra le contraddizioni del governo e nella maggioranza tra Pdl e Lega Nord. E ancora lo scontro nel governo tra Berlusconi e Tremonti e le prossime elezioni amministrative. Bersani ha toccato l’economia, la politica estera, gli attriti tra Lega e PDL i refendum e le amministrative.Ecco la trascrizione dell’intervista:
Cominciamo dalla foto del Parlamento oggi: si discuteva del Documento di economia e finanza, di piano nazionale delle riforme: c’era un sottosegretario sui banchi del Governo, Tremonti non s’è fatto vedere, quando invece era stato presente sul processo breve, come tutto il governo. Quindi sui temi che interessano gli italiani – perché di questo si sta parlando – evidentemente il governo è del tutto disinteressato.

Dopodiché in questa diatriba Tremonti-Berlusconi che è in campo da tempo credo ci sia stato un passaggio critico in questo dialogo coi colleghi francesi. Non si capisce chi abbia perso di più, fra Berlusconi e Tremonti, si stanno contendendo la palma del perdente. Non ho mai visto un disastro diplomatico di proporzioni così incredibili. Non c’è un solo dossier nel quale abbiano vinto loro: quello sulla Libia l’ha perso Berlusconi, quello su Parmalat l’ha perso Tremonti e così via dicendo. Nessuno vuole la palma dello sconfitto e si è messo in moto un meccanismo già presente che dissocia sostanzialmente le prospettive politiche del Pdl e quelle via via della Lega anche nelle sue ‘parentele’ implicite con Tremonti. Questo è uno degli elementi di instabilità di questo governo.

Alla fine, al di là del chiacchiericcio, che cosa viene fuori? Viene fuori un governo che in questo momento non è in grado di tenere la barra nella politica internazionale nè nella politica delle riforme e quindi credo che saremo di fronte anche nelle prossime settimane ad un traccheggiamento, ad affermazioni e smentite, a spade di Alberto da Giussano, che una volta sono imponenti e altre volte flettono perché non si sa più come procedere e intanto il Paese purtroppo non ha modo di affrontare i suoi problemi. (…)

Vorrei capire tutta questa Bossi-Fini, tutta questa politica dell’immigrazione dov’è finita. Non c’è più niente, e non si venga a raccontare il film che l’Europa è ‘buonista’ e noi siamo rigorosi: la Germania non è ‘buonista’, la Francia non è ‘buonista’ però applicano regole europee e forse concludono qualcosa meglio di noi. Tutta questa demagogia, tutto questo coltivare il problema piuttosto che risolverlo, ci ha portato ad aggravarlo: abbiamo avuto un ingresso di clandestini ben superiore durante gli anni di governo di Berlusconi e Lega rispetto agli anni del centrosinistra.

Non c’è stata nessuna soluzione pratica: non è una questione di buonismo, quando c’è un problema che nessuno ha voluto e nessuno ha cercato, se lo si affronta con umanità e razionalità si può dare una risposta, se lo si affronta con demagogia e irrazionalità il risultato è che il problema si aggrava. Di questo devono tenere conto anche gli elettori del centrodestra, gli elettori leghisti che sono corsi dietro a delle parole d’ordine che oggi cascano rumorosamente. (…)

Sulla questione libica noi del Pd siamo all’antica mozione, la ribadiamo: dentro, strettamente dentro al mandato dell’Onu e integrati nel comando Nato sono ammissibili operazioni militari solo finalizzate al fatto che Gheddafi non massacri le sue popolazioni ribelli. Da lì in poi – e meglio prima che poi – deve partire un’operazione politica e diplomatica di cui vorremmo sapere qualcosa da parte del Governo. (…)

Per le elezioni amministrative stiamo proponendo uno slogan che a me pare molto sensato. Chiediamo all’elettore ‘un voto per la tua città, un voto per il nostro Paese. Non c’è dubbio che da queste elezioni amministrative deve venire un segnale, un segnale forte che dica ‘così non si può andare avanti’. Le preoccupazioni dei cittadini, che sono il lavoro, il lavoro dei giovani, i servizi, devono trovare espressione anche nel voto amministrativo (…)

Metteremo dentro questa campagna elettorale anche i temi referendari: trovo scandaloso, a proposito del referendum sul nucleare, che ai cittadini si dica ‘non ti faccio pronunciare perché so che mi voti contro ma sia chiaro che poi ci ritorno su. Questo è inaccettabile, improponibile, soprattutto nel momento in cui – mentre si fa questa politica falsa sul nucleare – si affossa la politica energetica sulle rinnovabili. Noi siamo peraltro contro la privatizzazione forzata dell’acqua e non dimentichiamoci del legittimo impedimento, una delle fondamentali leggi ad personam che va respinta e cancellata.

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