attualità, lavoro

«Adesso la Fiom torni a trattare», intervista a Cesare Damiano

Pensa che la vittoria a stragrande maggioranza dei sì significhi una sconfitta della Fiom?
«Non c’è dubbio che sia emersa una contraddizione tra la rappresentanza unitaria della ex Bertone e il gruppo dirigente della Fiom. Per quanto nella concezione del sindacato sia normale che le strutture di base, essendo espressione del voto dei lavoratori delle aziende, abbiano un loro margine di automonia, non c’è dubbio che una contraddizione così evidente come quella emersa in questi giorni in quello stabilimento apre un problema».

«Personalmente, penso che la Rsu abbia fatto la scelta giusta votando sì al referendum. Ma penso anche che sia un’opportunità da cogliere per riaprire un dibattito serio, all’interno di quel sindacato, sulla strategia da intraprendere per non rischiare l’esclusione progressiva da tutti i tavoli di contrattazione. La Fiom deve riflettere sul proprio futuro. E credo che sia utile ricordare, in proposito, che la minoranza riformista guidata da Fausto Durante ha espresso coraggiosamente la stessa posizione assunta dalla Rsu della ex Bertone».

«Io penso dunque che la decisione di votare sì sia una decisione piena di saggezza. Al tempo stesso so che in questa scelta c’è sofferenza e coraggio. È stata presa in totale autonomia da quegli stessi lavoratori che sono fuori dalla fabbrica da cinque anni e hanno scelto anzitutto la ripresa produttiva».

«Certo, è ovvio che questo punto le garanzie occupazionali ci devono essere. Adesso mi aspetto conferme sugli investimenti e garanzie anche sul versante occupazionale, da parte di Marchionne».

«Infine, ora che hanno vinto i sì, com’era prevedibile, mi auguro che la Fiom rispetti la posizione assunta dalle Rsu dai lavoratori dello stabilimento della ex Bertone».

La Stampa 04.05.11

******

Cremaschi: “Rischiamo la sbandata Dovremo smentire i nostri delegati”, di Roberto Giovannini

Nessun commento ufficiale dalla Fiom nazionale al termine dello scrutinio alla Ex-Bertone. Il segretario generale Maurizio Landini aveva parlato in precedenza da Termini Imerese, ma alla fine si è preferito rinviare tutto a una conferenza stampa in programma per stamani. La linea, però, l’aveva appunto data dalla Sicilia il numero dell’organizzazione: «Non c’è alcun conflitto e nessuno strappo tra la Fiom e i delegati dell’ex Bertone che hanno agito per legittima difesa. Abbiamo dovuto affrontare una situazione difficile, confermando la linea che avevamo già assunto a Pomigliano e a Mirafiori rispetto alla strategia di Marchionne e allo stesso tempo sottraendo i lavoratori al ricatto dell’azienda».

Sono d’accordo anche i «torinesi». Per Pino Viola, delegato Rsu Fiom dello stabilimento, «in questo referendum ha prevalso il senso di responsabilità dei lavoratori, non si può dire che ci siano stati vinti. Questo senso di responsabilità che hanno avuto i lavoratori ora lo chiediamo all’amministratore delegato della Fiat affinché mantenga l’impegno di effettuare l’investimento perchè la fabbrica riparta». Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom di Torino, dice che «gli unici vincitori sono i lavoratori che coraggiosamente e responsabilmente pur dissentendo dalla Fiat hanno deciso di non farsi suicidare. La grande affluenza al voto oltre che il risultato – aggiunge toglie a tutti, e in particolare alla Fiat, qualsiasi alibi rispetto all’investimento».

Ragionamenti in linea con quelli del responsabile nazionale auto della Fiom, Giorgio Airaudo, che da subito ha abbracciato la «soluzione» costruita dai delegati della Rsu della ExBertone in cui la Fiom ha una solidissima maggioranza. In mattinata Airaudo aveva spiegato che «non bisogna dimenticare che le Rsu sono anche dipendenti e lavoratori. Per questo i sindacati devono assumersi responsabilità più forti di quelle che possono assumersi i lavoratori nei singoli stabilimenti. Capisco che qualcuno pensava che quei delegati sarebbero stati spinti a spiaccicarsi come insetti sui vetri, ma noi a differenza di altri che considerano le Rsu come proprietà abbiamo sempre dialogato con loro». Una linea su cui concorda anche il numero uno Cgil Susanna Camusso.

Non tutti però in casa Fiom ci stanno, e c’è da attendersi che il Comitato Centrale di lunedì prossimo sia tut’altro che tranquillo. Già aveva protestato il segretario nazionale Sergio Bellavita; ieri ha rincarato la dose Giorgio Cremaschi, presidente del Cc Fiom. «Da un lato c’è un sì, dall’altro un no – afferma il rischio di sbandata della Fiom è evidente. Bisognerà smentire i delegati e dire che la loro firma è a titolo personale e non è valida. Anche alla ex Bertone, come a Mirafiori e a Pomigliano, sarà un accordo separato». Durissima la replica di Airaudo: «Cremaschi farebbe bene prima a informarsi e a pensare prima di parlare. Non c’è nessuna incoerenza tra Pomigliano, Mirafiori ed ex-Bertone. La Fiom ha la stessa posizione: i lavoratori hanno diritto a una difesa».

La Stampa 04.05.11