lavoro

"Una carta dei diritti contro la giungla del lavoro precario", di Enrico Rossi*

Diciamo spesso, o scriviamo, “lavoratori atipici”. Ma che senso ha questo aggettivo quando ormai sono milioni quelli che si aggirano nella giungla dei contratti precari? È un mondo ormai vastissimo, per lo più popolato da giovani,una realtà che preoccupa, spaventa e ci impone di affrontare il problema per fermare una deriva che minaccia il futuro del Paese.
In questi mesi, in Toscana, pur nei limiti dei mezzi a disposizione, stiamo cercando di dare senso al valore del lavoro e alla dignità della persona. Abbiamo varato un progetto e trovato le risorse (30 milioni di euro) per disciplinare tirocini e stage, mettendo vincoli ben definiti per scoraggiarne l’uso distorto cresciuto negli ultimi anni. Stage e tirocini non devono essere occasioni di sfruttamento del lavoro, ma strumenti utili per lavoratori in formazione.
Per questo abbiamo firmato intese con sindacati, organizzazioni di categoria e lo stiamo facendo con le associazioni professionali.
Con la Carta dei tirocini e degli stage abbiamo definito i soggetti promotori, le modalità di attivazione e di applicazione, la durata e il trattamento economico. Approveremo una legge regionale, la prima in Italia su questa materia, per dare ai giovani in formazione un compenso di 400 euro al mese per un anno, metà a carico della Regione e metà dell’impresa. Metteremo così fine a questa diffusa forma di sfruttamento. Il tema della dignità del lavoro è al centro anche di un altro provvedimento: quello della mobilità in deroga, che la Toscana – unica regione – ha esteso anche a chi fino ad oggi non ne aveva diritto. Agli apprendisti,
ai contratti a tempo determinato, ai lavoratori interinali, ai lavoratori delle imprese per le quali sono in corso progetti di reindustrializzazione, o a coloro che hanno perduto il lavoro alle soglie della pensione
e rischiano di perdere i contributi di una vita. Alla vigilia del primo maggio abbiamo firmato l’accordo che rende operativa questa novità, gestita direttamente da noi, così come facciamo da due anni per la cassa integrazione in deroga, quella per le piccole aziende o per chi ha esaurito la cassa “normale”. Ma se la crisi rende ancora indispensabile fronteggiare l’emergenza, vogliamo anche guardare oltre e pensare a un futuro di sviluppo in grado di far ripartire l’occupazione.
In Toscana ci sono incentivi per le imprese che stabilizzano i precari, siano lavoratori licenziati o in cassa integrazione o con contratti di collaborazione, ed anche per chi assume stagisti e tirocinanti o stabilizza l’occupazione femminile.
Dare diritti a chi non ne ha è ancora il modo più efficace e moderno per combattere lo sfruttamento, per offrire una prospettiva ai giovani e trovare strade efficaci per far ripartire il Paese.

*Presidente Regione Toscana

L’Unità 04.05.11