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"Quale sviluppo? Tremonti regala le spiaggie ai privati", di Bianca Di Giovanni

In 10 articoli scatta la deregulation che Tremonti ha promesso a imprese e commercianti. Diritti di occupazione delle coste, più facile noleggiare yacht e costruire posti barca. Parte il saccheggio italiano. Non costa nulla alle casse pubbliche e libera tutti da vincoli e controlli. Un Bengodi che «aiuta le imprese» (lo dice Giampaolo Galli), le banche, i costruttori, ristoratori, albergatori, baristi delle zone costiere finalmente liberi di ampliare le attività su spiagge ed arenili. Di più: potranno anche allestire senza troppi permessi pontili galleggianti, posti barca, parcheggi per gli yacht, una vera priorità per l’Italia dopo la crisi. Altrimenti chi ci pensa ai più ricchi durante la crisi? Comunque «la spiaggia resta pubblica e accessibile a tutti» assicura Giulio Tremonti. È specifica: «Non vendo le coste». Meno male che lo specifica. Il ministro non fa neanche quello che gli operatori turistici chiedono, cioè abbassare l’Iva, come osserva Enrico Gasbarra (Pd). Ma questo costerebbe. Questa in estrema sintesi la presentazione a Palazzo Chigi dell’ultima trovata pre-elettorale del governo: il decreto cosiddetto per lo sviluppo. Incastonato tra un intervento di Silvio Berlusconi su sottosegretari, Napoli, nuove autostrade a Nord, l’annuncio di Paolo Romani del nuovo decreto sulle rinnovabili (su cui è già arrivato un ricorso degli investitori esteri) e quello dell’Economia sull’ok di Bankitalia alla Banca del Sud (cara al superministro), il «poderoso» provvedimento orchestrato da Tremonti appare come una disperata rincorsa verso il consenso, che in 10 articoli ingloba norme fiscali, ambientali, industriali, bancarie, sull’acqua, sulla scuola, sulla ricerca, sul lavoro, sulla ricerca.
Sta di fatto che mentre scriviamo il testo ancora non si conosce, ed è ancora da limare secondo il «ministro-delfino».

FRUSTATA
La «frustata» all’economia parte dal credito d’imposta sperimentale per 24 mesi per le aziende che investono in ricerca, che potranno dedurre il 90%. Come si possa fare, senza spendere, resta un mistero. Il ministro annuncia un metodo innovativo, un «prelievo volontario» che sarà spiegato in seguito. Segue un credito d’imposta per le assunzioni al Sud, norma ripescata dal governo Prodi. Ma la vera «carne» arriva con l’articolo 3, che riguarda appunto le reti d’impresa, le zone a burocrazia zero, i distretti alberghieri e le coste. «Tutto ciò che riguarda gli operatori balneari sarà oggetto di diritto di superficie di 90 anni». Per Tremonti «è il momento di valorizzare il turismo soprattutto nelle coste, fermo il diritto di passaggio sulla spiaggia. Tutto ciò che è terreno su cui ci sono insediamenti turistici, strutture ricettive, chioschi. Pensiamo a un diritto lungo, che dia una prospettiva di tempo logica per fare davvero gli investimenti. Così si creano lavoro e investiment. È un meccanismo in divenire, le entrate andranno alle Regioni e ai Comuni e al Ministero degli interni nelle zone a burocrazia zero». Esultano le associazioni dei commercianti, mentre gli ambientalisti denunciano il saccheggio. Secondo Legambiente, infatti, la norma «in modo totalmente illogico e anacronistico, di fatto privatizza il patrimonio costiero cedendolo a pochi soggetti più ricchi a scapito dell`intera cittadinanza cui viene alienato il diritto di usufruire liberamente del territorio e delle parti più preziose del nostro paesaggio». Meno controlli anche in campo fiscale.
Anzi: basta con la «persecuzione» della guardia di Finanza e degli ispettori, che danneggiano la credibilità
di un fisco che vuole trasparenza e che quindi deve dare rispetto, spiega il ministro. Così arrivano le sanzioni per gli ispettori che «eccedono nel loro ruolo» (che vuol dire?). «Se i comportamenti sono gravi, gravi saranno anche le relative sanzioni, nessuna esclusa». Insomma, la gravità sta nel fare i controlli, non nel non pagare le tasse. In un paese dove l’evasione supera i 120 miliardi l’anno di gettito. I recuperi finora si sono concentrati sulle grandi imprese, mentre le medio-piccole sono rimaste a briglia sciolta. Per vitare di disturbare troppo gli imprenditori, che già plaudono, Tremonti chiede anche ai finanzieri di effettuare i controlli senza divisa. A tutto questo si aggiunge la nuova soglia per le gare negli appalti pubblici e l’innalzamento del tasso usurario, che le banche considerano necessario mentre i consumatori giudicano assolutamente pericoloso. Lo sviluppo finisce qui.

L’Unità 06.05.11