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I comitati referendari incontrano i parlamentari modenesi per un impegno a contrastarne l'annullamento

Il Comitato modenese “2 Sì per l’acqua Bene Comune” e quello “Vota sì per fermare il nucleare” hanno incontrato ieri i Parlamentari modenesi che hanno raccolto l’invito ad un confronto sul tema del referendum e del loro regolare svolgimento. I 2 Comitati avevano infatti invitato i 6 Parlamentari modenesi eletti al Senato e alla Camera dei Deputati (Giuliano Barbolini, Mariangela Bastico, Carlo Giovanardi, Isabella Bertolini, Manuela Ghizzoni, Ivano Miglioli) per un incontro durante il quale confrontarsi nel merito delle manovre attuate dal Governo per annullare la convocazione referendaria.

All’incontro, tenutosi ieri pomeriggio alle ore 15,30 presso la sede di ARCI Modena, hanno preso parte i Parlamentari del PD Barbolini, Bastico, Ghizzoni, Miglioli, mentre i Parlamentari Bertolini e Giovanardi hanno fatto sapere di essere impegnati in campagna elettorale senza nessun altro commento o nota accompagnatoria rispetto al tema oggetto della richiesta di incontro.

I Comitati, che per testimoniare la loro preoccupazione sulle manovre del Governo e sul ritardo nella comunicazione RAI rispetto ai referendum, hanno recentemente realizzato un presidio anche davanti alla Prefettura di Modena e incontrato il Viceprefetto Mario Ventura, ritengono che le recenti manovre volte ad evitare il voto referendario attraverso l’affrettata predisposizione di atti aventi forza di legge in materia di nucleare e di acqua, costituiscono un atto gravissimo ai danni del pronunciamento diretto riservato agli italiani dopo la sentenza di ammissibilità dei quesiti della Corte Costituzionale, e un ulteriore colpo inferto al rapporto di fiducia che dovrebbe legare i cittadini alle loro rappresentanze istituzionali.

Per questo i Comitati referendari locali hanno sottoposto ai Parlamentari intervenuti un impegno affinché nel corso della loro attività istituzionale non appoggino nessun provvedimento legislativo che possa inficiare il percorso verso la consultazione referendaria, che dovrebbe invece essere caratterizzato da un sereno confronto politico sul merito dei quesiti referendari, senza scappatoie di nessun genere.

Siamo fiduciosi che la Consulta Costituzionale non possa avallare il provvedimento di legge sulla moratoria sul nucleare già votato al Senato e che si avvia ad essere chiuso con voto di fiducia – un’ennesima dimostrazione della volontà di azzeramento dei poteri del Parlamento – anche alla Camera dei Deputati. Così come siamo confortati dalla mancanza di efficacia tecnica del tentativo attuato venerdì scorso dal Governo per istituire un’Authority di controllo sul servizio idrico che possa annullare anche il referendum sull’Acqua.

Riteniamo però che tali tentativi debbano trovare pubblica denuncia da parte di tutti quei cittadini e quelle cittadine che hanno a cuore la democrazia del nostro Paese, e che si stanno impegnando per affermare il loro diritto alla partecipazione, e che su questo i Parlamentari debbano dare una risposta in linea con il loro ruolo istituzionale di rappresentanti della volontà popolare e di garanti del diritto alla democrazia.

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l’impegno sottoscritto dai Senatori G. Barbolini e M. Bastico, e dai Deputati M. Ghizzoni e I. Miglioli.

REFERENDUM del 12 e 13 giugno
L’ IMPEGNO DEI PARLAMENTARI MODENESI PER IL LORO REGOLARE SVOLGIMENTO

Le recenti manovre volte ad evitare il voto referendario attraverso l’affrettata predisposizione di atti aventi forza di legge in materia di nucleare e di acqua, costituiscono un atto gravissimo ai danni del pronunciamento diretto tramite referendum del corpo elettorale. Quali che siano le forme tecniche che si porranno in essere, è del tutto evidente che il solo scopo di queste iniziative è scongiurare un voto popolare che si teme ampiamente a favore dell’abrogazione definitiva di ogni piano nucleare così come delle norme di legge relative alla cosiddetta privatizzazione dell’acqua.

Non solo. La forma del Decreto Legge, resa necessaria dai tempi ormai prossimi del voto, mancherebbe dei requisiti costituzionali della necessità e dell’urgenza, oltreché della tempistica necessaria per la sua conversione, aggiungendo un ulteriore vulnus costituzionale a questo grave attacco alla democrazia diretta.

Queste manovre hanno suscitato grande attenzione e grande preoccupazione in tutti quei cittadini e quelle cittadine che hanno a cuore la democrazia del nostro Paese, contribuendo a minarne ulteriormente la fiducia nelle istituzioni che dovrebbero rappresentarli e dar loro voce. Un risultato su cui pesa una grande responsabilità istituzionale, visto il già compromesso rapporto tra cittadinanza e politica che caratterizza il nostro Paese, che in qualità di parlamentari noi sentiamo con preoccupata consapevolezza.

Indipendentemente dalla nostra posizione sul merito dei quesiti, riteniamo che il fine perseguito dal Governo sia così palesemente in contraddizione con lo spirito delle richieste referendarie da rendere giuridicamente impercorribile questo escamotage.

Per questo ci impegniamo ad agire, nel corso della nostra attività istituzionale, in modo da garantire l’espressione democratica dei cittadini italiani, così come il nostro ruolo richiede, rifiutandoci di appoggiare qualunque provvedimento legislativo che possa inficiare il percorso verso la consultazione referendaria, che dovrebbe invece essere caratterizzato da un sereno confronto politico sul merito dei quesiti referendari, senza scappatoie di nessun genere.

E ci auguriamo che questo nostro impegno oltre a raggiungere lo scopo prefissato, ovvero il regolare svolgimento della consultazione referendaria, contribuisca a rafforzare il legame tra i cittadini modenesi e le loro rappresentanze alle Camere, e a rinsaldare la loro fiducia nelle Istituzioni.

Modena, 9 maggio 2011

Giuliano Barbolini (PD)
Mariangela Bastico (PD)
Manuela Ghizzoni (PD)
Ivano Miglioli (PD)