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Test, boicottaggi in tutta Italia. «Questionari per schedarci», di Alessandra Migliozzi

Prima prova Invalsi alle superiori, molti prof e presidi con gli studenti. Roma capofila dei no, sospesa una classe che consegna in bianco. Partenza fra le polemiche per la nuova tornata di test Invalsi che sono cominciati ieri con il debutto (è la prima volta che partecipano) delle superiori. I quiz sono finiti nel tritacarne del boicottaggio da parte di studenti e docenti. Soprattutto a Roma dove, secondo quanto dicono gli stessi alunni, una classe dell’Istituto d’Arte Roma II è stata punita con la sospensione per aver consegnato in bianco i test. Per i Cobas, che hanno lanciato il no alle prove, nel 20% degli istituti (30% a Roma) si sono verificate azioni di boicottaggio. Per il ministero dell’Istruzione la protesta è stata residuale: su 2.300 classi campione (quelle in cui c’erano ispettori Invalsi) «lo 0,13% non hanno fatto il test». Compiti «facili, al limite della banalità», hanno commentato all’uscita prof e alunni. Forte indignazione, anche dei genitori, poi, per la «privacy a rischio»: i ragazzi hanno dovuto compilare questionari con domande sulla famiglia, il lavoro e i titoli dei genitori, sulle loro origini (se stranieri). Dati che per l’Invalsi servono a contestualizzare i risultati in un certo quadro sociale. Per studenti e famiglie sono schedature. Così in molti, ad esempio al liceo Virgilio di Roma, hanno consegnato i test in bianco o con risposte fittizie e con i codici studente cancellati o strappati. Episodi avvenuti anche nelle classi campione, quelle dove c’erano ispettori Invalsi i cui risultati servono per costruire i dati nazionali. «Ci hanno fatto capire che ci siamo comportati da sciocchi- racconta una studentessa del Virgilio-. Ma noi non ci fidiamo che i test siano anonimi». Clima simile in un altro liceo romano, il liceo Giulio Cesare: gli alunni hanno appeso lo striscione «Prove Invalsi? Meglio non fidarsi». «La nostra è una preparazione umanistica- dice Federico, VG- le crocette non ci piacciono». Alessandro e Alberto, stessa classe, dicono l’opposto: «Protestare è inutile anche perché il test va fatto per legge e non conta nella valutazione». La preside, Micaela Ricciardi, minimizza: «Le assenze e le forme di protesta sono state scarse. I nostri docenti credono in questo strumento. Abbiamo bisogno della valutazione per uscire dall’autoreferenzialità». Stessa posizione al liceo Newton, dove i prof sono favorevoli alle prove che ieri si sono svolte senza intoppi. «I questionari sono anonimi- spiega la professoressa Franca Di Tommaso, Lettere-. Noi docenti non temiamo che ci giudichino per il nostro lavoro. Anzi, da queste prove dobbiamo trovare spunti per migliorarci». «Se il test è svolto correttamente è utile- aggiunge, sempre dal Newton, Roberto Ingravalle, docente di Inglese-. Se vogliono portare la prova alla maturità, però dovranno prepararla bene, perché i programmi delle scuole superiori cambiano molto da indirizzo a indirizzo». Meno sorrisi al liceo Righi: secondo il professor Lorenzo Nota, che insegna Matematica, «i test erano imbarazzanti». «Di una semplicità eccessiva – aggiunge -. Non capiamo con questo livello di quesiti cosa si possa misurare. E a tutti gli indirizzi, dallo scientifico al classico, sono state fatte le stesse domande». «E’ stata una esperienza negativa- commenta Ester Paone, supplente di Latino e greco al Dante e al Virgilio di Roma-. Le domande di matematica o non rientravano nel programma o erano da terza media. Il test di italiano era un po’ banale. Non capisco cosa possano valutare da queste prove». Più positiva la posizione di alcuni prof del liceo romano Albertelli dove comunque molti studenti hanno protestato: «Bene le domande di grammatica: sono fondamentali per tutelare la lingua- dice il professor Paolo Pedullà che insegna Latino e greco-. Su questi test non bisogna essere ideologici, la scuola si deve misurare». In alcuni licei capitolini come al Giordano Bruno le prove sono saltate. All’Orazio, secondo il collettivo romano Senza Tregua, che ha raccolto i dati sulla città, «c’è stato un 83% di ragazzi che hanno boicottato i test». A Milano tutto tranquillo, problemi, invece, a Torino. La senatrice del Pd Mariangela Bastico invita a «non boicottare i test», ma sollecita il ministro ad una «discussione vera sulla loro finalità». Dalla Lega Nord si leva la senatrice Irene Aderenti difende i test: «Chi non li vuole va contro gli studenti». Il ministro Gelmini ha già detto che sull’Invalsi «non si torna indietro». Fino a venerdì i test vanno avanti. Tocca a elementari e medie e si annunciano altre proteste.

Il Messaggero 11.05.11

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SCUOLA/INVALSI: BASTICO (PD), “NO A BOICOTTAGGIO TEST INVALSI. MA DEFINIRE OBIETTIVI E FATTORI DI QUALITA’ PER TUTTE LE SCUOLE”

Dichiarazione della senatrice del Pd Mariangela Bastico

“Non condivido il boicottaggio delle prove invalsi promosse dai Cobas, in quanto è una forma di lotta controproducente che valorizza la posizione di chi, come la Gelmini, fa della valutazione una sorta di ideologia,di cui non chiarisce le finalita’, se non un generico collegamento con la premialità. Ritengo che sarebbe stata e sia ancora necessaria una discussione vera, da condurre nelle Commissioni parlamentari competenti, per chiarire a cosa serve la valutazione degli studenti: a premiare i docenti? le scuole? a penalizzare quelle peggiori? a mettere in luce che le scuole danno dei risultati differenti? Sono tutti obiettivi scontati o sbagliati. Infatti compito del ministro non è “mettere la medaglietta” alle scuole migliori, ma individuare, anche attraverso la valutazione, quali sono i fattori che producono alta qualità in alcune scuole per riprodurli e per portare tutte le scuole, tutte e non una di meno, a conseguire quei risultati.Le criticita’ dei test invalsi sono tante, ma possono essere corrette nel futuro. Quello che manca completamente – e spetta al Ministro farlo – e’ la definizione degli obiettivi di apprendimento, cioè che cosa devono sapere i ragazzi, al termine della scuola elementare, della scuola media, dell’obbligo scolastico. Solo definendo gli obiettivi si può valutare se sono conseguiti oppure no e quanto grande e’ la distanza dell’obiettivo”. Lo dichiara in una nota la senatrice del Pd Mariangela Bastico, in merito alla polemica sui test Invalsi.

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“Test a scuola, primo giorno nel caos tra boicottaggi, sit-in e precettazioni”, di Corrado Zunino

La rivolta contro i quiz Invalsi: prof a fianco degli studenti. È già guerra di cifre. Per il ministero adesioni quasi nulle, per il sindacato valutazioni bloccate con punte del 30 per cento. “Boikot Invalsi” è diventato una rivolta, sorprendente nelle sue dimensioni. Gli studenti in piazza dell´autunno, a riforme Gelmini approvate, hanno trovato nel finale di stagione l´ultimo strumento per alzare le barricate. E nel giorno in cui i test di verifica delle qualità singole sono approdati alle medie superiori, le seconde classi, per testare 500 mila ragazzi, un´alleanza di studenti, professori e sindacati ha fatto fallire le prove in molti istituti (italiano, matematica, questionario dello studente).
Al liceo classico Orazio di Roma, per dire dell´adesione allo sciopero del test, 108 studenti su 130 hanno consegnato le risposte in bianco. Alcuni hanno strappato i codici di riconoscimento. Al Visconti e all´Albertelli, assicura il Collettivo Senza Tregua, sono stati 90 i test “non conteggiabili” su 130 presenti. Al Virgilio 125 su 169, con i ragazzi spalleggiati da genitori che fuori dalla scuola consegnavano i volantini “No all´Invalsi”. Al Socrate, sempre nella capitale, gli ispettori ministeriali hanno minacciato provvedimenti disciplinari per le due classi che avevano reso anonimo il foglio Invalsi. Al Giordano Bruno gli stessi commissari hanno deciso di far saltare tutto, impossibile andare avanti. Quelli dell´Aristotele, «sotto minaccia del preside», si sono seduti e poi hanno sparato risposte a caso: quattro crocette al posto di una. All´Istituto d´arte Roma II il primo dirigente ha scelto la linea dura: sospensione di massa per tre giorni per i belligeranti.
Da Roma il boicottaggio si è esteso a Nord e a Sud. All´Istituto industriale Boselli e al liceo Copernico (siamo a Torino) le poche copie di test consegnate sulle cattedre «non saranno corrette dai docenti». Lo dicono i Cobas, sindacato motore della protesta che, in inverno, già aveva ostacolato le “valutazioni sui prof”. Allo scientifico Da Vinci di Genova 96 insegnanti su 100 si sono opposti: il preside ha usato i quattro favorevoli per condurre i test in classe e precettato gli ammutinati per sorvegliare. Al “Da Vinci” di Bagno a Ripoli (Firenze) il boicottaggio dei docenti è stato compatto: sarà il primo dirigente a correggere tutto, aiutata da una segreteria. Poi Palermo, Parma, Bologna.
I Cobas hanno denunciato «minacce di ogni tipo da parte dei presidi-padroni, ad alcuni docenti è stato impedito di entrare nelle loro classi». Quindi hanno contato il 20% di adesioni al “no”, con punte del 30% a Roma. Il ministero replica che su 2.300 classi campione ci sono stati problemi solo in tre, lo 0,13%. «È logico ritenere che su tutto il territorio nazionale la percentuale delle classi dove il test non è stato svolto sia dello 0,13%». La statistica e la verità dei fatti dicono invece: gli Invalsi sono stati fatti nelle classi scelte e rifiutati in buona parte di quelle in cui non erano obbligatori. Le ragioni dell´opposizione? Per i professori: non c´erano i soldi per gli straordinari (gli Invalsi costano comunque 8 milioni), non si può ridurre una prova culturale e logica a un quiz, i test uguali a Milano ed Enna, per un classico e un industriale, sono offensivi e serviranno per classificare scuole, docenti, studenti e differenziare le buste paga degli insegnanti. Il ministro ha ribadito che sui test Invalsi non tornerà indietro: l´Europa fa così. «Il prossimo anno introdurremo una prova nazionale in inglese e i test alla maturità». Il suo ministero esclude che chi si è opposto avrà riduzioni nei voti né, tanto meno, rischierà bocciature.
Oggi prova di lettura per la seconda elementare e test di italiano per II e V. Domani esordio della prima superiore, venerdì ancora le elementari. Domani sciopero dell´ultima ora di Unicobas, venerdì sciopero dell´intera giornata.

La Repubblica 11.05.11