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Ghizzoni: Gelmini “manodiforbice” colpisce anche a Castelvetro

L’on. Ghizzoni del Pd: “Nonostante le richieste, 17 famiglie non potranno iscriverei propri bambini al modello didattico prescelto. Per loro il tempo pieno è proibito”.

I tagli della ministra Gelmini colpiscono anche le scuole elementari di Castelvetro. Ecco il commento dell’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione Istruzione della Camera.
«Forse la ministra Gelmini pensava di riuscire nel miracolo dei pani e dei pesci. Si deve accontentare di essere considerata una “manodiforbice”. Non si possono cancellare 87 mila posti di docente e far credere di essersi limitata ad eliminare gli sprechi. Sono state cancellate invece modalità didattiche apprezzate – come il tempo pieno – e la possibilità di rispondere alle istanze delle famiglie. Tra i 121 insegnanti in meno attrabuiti al modenese per il prossimo anno scolastico, ci sono anche gli 11 di scuola primaria, con la conseguenza di non poter rispondere a tutte le nuove richieste di sezioni a tempo pieno. Quanto accade a Castelvetro, è emblematico: nonostante le istanze avanzate, 17 famiglie non potranno iscrivere i propri bambini al modello didattico prescelto. Per loro il tempo pieno è proibito. Per individuare i 17 “esclusi”, rispetto ai 42 che ne hanno fatto domanda, la scuola è poi costretta a utilizzare criteri estranei alle esigenze di apprendimento dei bambini e al principio di omogeneità con cui si forma una classe. E’ necessario un impegno di tutti a tutti i livelli perché il ministro riveda la propria scelta sugli organici, che mortifica le esigenze didattiche e impedisce alla scuola di assolvere al proprio compito costituzionale con la serenità necessaria. Oggi è stato firmato il cosiddetto decreto “sviluppo”, ma in esso non vi è traccia di una moratoria sui tagli agli organici (19700 per il prossimo anno). Quale sviluppo possiamo garantire al Paese se non investiamo nella conoscenza e negli apprendimenti dei propri cittadini?».

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«No al tempo pieno rivolta dei genitori», di Silvia Dotti

CASTELVETRO. Insorgono i genitori per il no del ministero alla realizzazione delle quindici classi richieste.
Polemica sulle future classi prime della scuola elementare di Castelvetro, dove 15 richieste di tempo pieno non verranno soddisfatte. Sabato mattina i genitori degli alunni entranti sono stati convocati per una riunione urgente, il motivo? Un ridimensionamento delle classi.
Ad iscriversi all’anno scolastico 2011/2012 della “Primo Levi” sono stati in 49, la maggioranza dei quali, ben 42, ha scelto il tempo pieno.
Essendo soltanto 7 gli alunni della eventuale classe dei moduli, la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo, Carla Martinelli, aveva deciso di parlare con i genitori al fine di accontentare la maggioranza formando così 2 classi di tempo pieno. Sembrava cosa fatta, ma dal Ministero è arrivato il “no”.
Così ieri mattina la direzione ha comunicato che verranno formate ugualmente una classe a tempo pieno da 27 alunni e una di moduli da 22. Il risultato sono 15 richieste che verranno disattese.
Ora i genitori compileranno un modulo che aiuterà la scuole a stilare una graduatoria per l’attribuzione del tempo pieno, che tiene conto del comune di residenza e di lavoro, di eventuali fratelli nella stessa scuola e della disponibilità dei nonni. L’alternativa che rimarrà una volta assegnati i posti sarà quella di spostare i bambini nelle altre elementari dell’Istituto comprensivo, ovvero le “Gatti” di Solignano e le “Cavedoni” di Levizzano.
Tra i genitori si è però scatenata la polemica: «Cercheremo di prendere le firme di tutti per richiedere che venga intrapresa una strada diversa – hanno spiegato – la legge prevede che venga accontentata la maggioranza e Roma deve tenere conto del fatto che 42 su 49 vogliono il tempo pieno. La cosa che poi ci lascia perplessi è che in caso di parità in graduatoria gli alunni verranno estratti a sorte, come fosse una lotteria. Temiamo che così non si rispettino quei criteri per cui le classi vengono formate cercando di dividere gli alunni più indisciplinati. Anche la preside aveva già iniziato a formare le due classi a tempo pieno senza problemi».
Ma è proprio la direttrice Carla Martinelli ad esprimere diffidenza, il problema maggiore infatti ora sono i tagli all’istruzione: «Sono scettica e preoccupata, non credo che questo possa servire a convincere il Ministero. Avevo chiesto di poter fare due classi a tempo pieno viste le richieste pervenute dai genitori, ma me ne è stata data solo una, l’altra deve per forza essere a tempo normale, cioè mezza giornata. Questo significa che dovrò trasferire metà delle richieste di tempo pieno in una classe diversa. Per farlo ho utilizzato dei criteri fatti dai rappresentanti degli stessi genitori, tenendo conto del comune di residenza o di lavoro, dei nonni, di chi ha il sostegno dei servizi sociali o chi invece ha già dei fratelli al tempo pieno. Sono criteri simili a quelli che vengono utilizzati per le graduatorie degli asili e del nido. Quella a cui assistiamo è una situazione analoga a ciò che si verificò l’anno scorso a Spilamberto. Non so se si risolverà, sono preoccupata perché andiamo verso situazioni difficili e i tagli imposti dallo stato non ci aiutano. Anzi avrò sempre meno bidelli, dunque un problema di sicurezza che si somma a quello sociale delle sezioni in meno».

da Gazzetta di Modena