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"La scuola che vogliono", di Carlo Lucarelli

Ci sono un paio di cose che non ho capito della proposta del deputato Fabio Garagnani di sospendere i professori che fanno propaganda politica a scuola. La prima è quali siano i termini che definiscano questa propaganda politica e la seconda è chi debba stabilirli, questi termini. Per esempio, attribuire le stragi dell’ultima guerra come quella di Marzabotto ai nazisti e ai fascisti, o dichiarare una vergogna le leggi razziali di Mussolini è propaganda di sinistra? E parlare delle foibe in relazione al comunismo è propaganda di destra? Perché in un paese come il nostro, confuso come il nostro, valori, atteggiamenti e materie di insegnamento si ritrovano ad essere confuse in fretta con etichette politiche, che tra l’altro cambiano col tempo. Io ho fatto le medie a Faenza, in Romagna, nei primi anni ’70, e avevo una insegnante di italiano –la professoressa Zoli- a cui devo gran parte di quello che mi rende soddisfatto di me stesso. La professoressa Zoli, oltre all’italiano e all’amore per la letteratura, ci insegnava una vera e propria educazione civica. Senso del dovere, rispetto per le regole, sincerità, solidarietà, il gusto della convivenza civile. Anche la memoria e l’antifascismo. Non so cosa votasse, la professoressa Zoli, quello che ci ingegnava, allora, non era né di destra né di sinistra. L’attualità entrava nelle sue lezioni e se insegnasse ancora oggi per quanto riguarda la magistratura paragonata alle BR mi immagino cosa avrebbe detto. Parole che, ripeto, non sono né di destra né di sinistra, ma che forse, oggi, le avrebbero fruttato da parte di qualche ultrà la depistante qualifica di comunista. E magari una sospensione. E’ questa la scuola che vogliamo?

L’Unità 13.05.11